Gli animali del Natale al Museo di Storia naturale

 
 

Dal 15 dicembre 2021 al 30 gennaio 2022 nell’atrio del Museo di Storia Naturale di Verona si possono incontrare gli stambecchi, l’orso, la marmotta, gli insetti dei torrenti glaciali e delle grotte, le pernici bianche e altri protagonisti della mostra “Gli animali del Natale. La vita d’inverno sulle nostre montagne“, a cura di Leonardo Latella.

Il Natale evoca distese di neve e montagne, per noi le vicine Alpi, ove, in inverno, vivono molti animali che, per sopravvivere, hanno messo in atto strategie differenti. Alcuni di essi fanno scorte di cibo e passano molto tempo al caldo delle loro tane, altri trovano un rifugio sicuro e vanno in letargo, altri cambiano colore del pelo o delle penne per confondersi con la neve bianca, altri ancora producono sostanze che impediscono alle cellule di congelarsi.

Quello che comunemente chiamiamo letargo è più correttamente descritto dal termine ibernazione. “E’ uno stato – spiega il curatore Leonardo Latellanel quale le attività metaboliche sono ridotte a meno del 5% del normale e la maggior parte delle funzioni fisiologiche è estremamente rallentata o completamente bloccata. Lo scopo è conservare l’energia quando non c’è cibo sufficiente a disposizione. Si tratta, però, di una strategia non legata solamente alle basse temperature: nelle regioni tropicali serve a sopravvivere al caldo eccessivo (estivazione) e alcune specie possono ibernarsi in seguito agli incendi delle aree forestali. Durante l’ibernazione, un animale non rilascia odori, non fa rumore e non si muove quindi è meno facilmente individuabile dai predatori.
Nel periodo che precede l’ibernazione l’animale alimentandosi abbondantemente accumula il grasso corporeo che consumerà durante l’inverno. Il corpo si raffredda mediamente a 5°-10°gradi e a intervalli si verifica un riscaldamento e un risveglio dell’animale. Il fine di questi risvegli non è ancora del tutto chiaro, purtroppo però, con l’aumento delle temperature, tendono ad essere più prolungati, con conseguente maggior consumo di energie“.

Quali animali vanno in letargo? “Un uccello, diversi anfibi e rettili e insetti sopravvivono alla stagione avversa grazie a meccanismi simili all’ibernazione, ma sono soprattutto i mammiferi di piccole dimensioni ad andare in letargo, dato che l’elevato rapporto superficie/volume del loro corpo rende più difficile mantenere costante la temperatura.

  • L’orso (Ursus arctos) è il più grosso mammifero che utilizza l’ibernazione: a differenza delle specie di piccole dimensioni abbassa la sua temperatura corporea solo di pochi gradi. I prodotti di scarto del metabolismo vengono riciclati e, nonostante l’inattività, non presenta atrofia della massa muscolare, nè osteoporosi.
  • Il ghiro (Glis glis) è l’animale che rimane in letargo per più tempo e per questo deve raddoppiare o addirittura triplicare il suo peso. Nell’antica Roma i ghiri catturati poco prima del letargo, ricchi di riserve di grasso, erano considerati una delizia gastronomica.
  • Le marmotte (Marmota marmota) verso la fine dell’estate ripuliscono la loro tana e la foderano con erba e foglie secche per renderla confortevole e ben isolata. Trascorrono il letargo in gruppi familiari che vanno dai 3 ai 15 individui“.

E chi non va in letargo? “Gli animali che rimangono attivi durante l’inverno hanno sviluppato diverse strategie per sopravvenire al freddo e alla mancanza di cibo; alcuni, come lo scoiattolo e l’arvicola delle nevi, accumulano scorte di cibo.

  • Gli scoiattoli (Sciurus vulgaris) nascondono nel terreno o sotto la corteccia degli alberi faggiole, semi di conifere, ghiande e nocciole che consumeranno durante l’inverno. Per resistere meglio alle basse temperature, il pelo del mantello invernale è più lungo e fitto e copre di più, rispetto all’estate, zampe e orecchie.
  • L’arvicola delle nevi (Chionomys nivalis) vive generalmente a quote elevate in zone sassose e con poca vegetazione; scava un complesso sistema di gallerie piuttosto superficiali con camere nelle quali raccoglie il cibo. Durante l’inverno si muove tra il terreno e il manto nevoso al riparo dal freddo e dai predatori. Oltre alla scarsità di cibo, anche i predatori sono un problema, soprattutto per le specie che vivendo in alta quota risulterebbero ben evidenti sulla neve.
  • Il cambio del mantello per la lepre variabile (Lepus timidus) è legato al fotoperiodo (ore di luce in una giornata) e la velocità con la quale la muta si verifica dipende dalla temperatura e dalle nevicate; ha abitudini notturne e di giorno riposa affossata nella neve o nel terreno tra i pini mughi per ripararsi dal vento e quindi consumare meno energie. La dieta a base di vegetali è molto variabile e si adatta all’ambiente e alle condizioni climatiche.
  • Anche per l’ermellino (Mustela erminea) la muta è influenzata dal fotoperiodo. Tutto il pelo diventa bianco, ad eccezione della punta della coda che rimane nera. Si nutre di piccoli roditori che caccia prevalentemente di notte. Durante l’inverno caccia anche sotto la neve dove la preda più comune è l’arvicola delle nevi.
  • La pernice bianca (Lagopus muta) vive a quote elevate al di sopra del limite degli alberi. Il nome lagopus, che identifica, il genere deriva dal greco, significa “piede di lepre” e descrive un adattamento al clima freddo: le zampe coperte da piume che conservano il calore e facilitano gli spostamenti sulla neve distribuendo il peso su una superficie più ampia. Come suggerisce invece il nome comune, questo uccello durante la stagione invernale ha un piumaggio completamente bianco, ad eccezione della coda. Una striscia nera che va dalla parte posteriore dell’occhio al becco sembra avere una funzione antiriflesso. Non essendo in grado di accumulare molto grasso prima dell’inverno, sono sempre alla ricerca di bacche e germogli“.

INFORMAZIONI

La mostra è aperta al pubblico dal 15 dicembre al 30 gennaio 2022. Si entra con mascherina e Green pass (a partire dai 12 anni).

Orari – Da martedì a domenica dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso alle 17.30), chiuso il lunedì, il 25 dicembre e il 1° gennaio; aperto il 26 dicembre e il 6 gennaio.

Biglietti  – I biglietti si possono acquistare online a questo link museiverona.com, prenotando anche l’orario di ingresso, oppure alla biglietteria del museo:

  • biglietto intero: € 4,50 + € 0,45 prevendita online
  • biglietto ridotto A – gruppi (oltre 15 persone), agevolazioni, persone oltre 60 anni: € 3,00 + € 0,30 prevendita online
  • biglietto ridotto B – ragazzi (8-14 anni, solo accompagnati): € 1,00 + € 0,10 prevendita online
    ingresso gratuito (anche chi ha diritto alla gratuità può prenotare online la visita al link museiverona.com)

    • persone con età superiore a 65 anni residenti nel Comune di Verona
    • persone con disabilità e loro accompagnatore
    • bambini fino a 7 anni
    • con VeronaCard
      Chi ha diritto all’ingresso agevolato o gratuito, dovrà esibire il titolo che lo giustifica all’entrata (documento d’identità o altro a seconda del tipo di agevolazione).

Visite guidate gratuite

  • domenica 19 dicembre, ore 16.30
  • giovedì 6 gennaio, ore 16.30
  • venerdì 7 gennaio, ore 11
  • sabato 8 gennaio, ore 15
  • domenica 9 gennaio, ore 16.30

Minilab per bambine e bambini dai 6 agli 11 anni

  • mercoledì 22 dicembre, ore 16.30
  • mercoledì 29 dicembre, ore 10.30
  • mercoledì 5 gennaio, ore 10.30

Le visite e i minilab sono gratuiti con prenotazione obbligatoria: si paga solo l’ingresso al museo.

Prenotazione visite e laboratori
Segreteria didattica dei Musei Civici “Cooperativa Le Macchine Celibi”
dal lunedi al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 16 – Sabato dalle 9 alle 13
tel. 045 8036353 – 045 597140
[email protected]

Dove – Museo di Storia Naturale, Palazzo Pompei – Lungadige Porta Vittoria, 9 – Verona

 
 
Alessandra Moro
Sono nata a Verona sotto il segno dei Pesci; le mie radici sono in Friuli. Ho un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso. Sono giornalista pubblicista dell’ODG Veneto e navigo nel mondo della comunicazione da anni, tra carta, radio, tv, web, uffici stampa. Altro? Leggo, scrivo, cucino, curo l’orto, visito mostre, gioc(av)o a volley. No, non riesco a fare tutto, ma tutto mi piacerebbe fare. Corro contro il tempo, ragazza (di una volta) con la valigia.

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