Il 20 maggio 2021 si celebra la quarta Giornata mondiale delle api, proclamata dalle Nazioni Unite per per sensibilizzare sulla minaccia che incombe sugli impollinatori per gli effetti combinati dei cambiamenti climatici, dell’agricoltura intensiva, dei pesticidi, della perdita di biodiversità e dell’inquinamento, e la cui riduzione costituisce motivo di forte preoccupazione per la sicurezza alimentare delle future alimentazioni.
Quando mangiamo una mela o beviamo un caffè, dovremmo sempre ricordarci che è grazie alle api se possiamo farlo: si stima infatti che il 76% del cibo che noi assumiamo è frutto del lavoro degli insetti impollinatori. Le api svolgono dunque un ruolo fondamentale nel mantenimento della biodiversità.
Purtroppo le monocolture agricole coltivate in maniera intensiva e l’uso improprio di prodotti fitosanitari (una volta detti impropriamente pesticidi), unitamente alle malattie ed ai predatori esotici che si stanno diffondendo sempre più a causa della globalizzazione e dei cambiamenti climatici, stanno diminuendo drasticamente le popolazioni di api e degli altri insetti impollinatori in tutto il mondo.
Per aumentare la consapevolezza dell’importanza degli impollinatori, delle minacce che affrontano e del loro contributo allo sviluppo sostenibile, il 20 dicembre 2017 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite decideva di celebrare una “Giornata mondiale delle api”, scegliendo come data il 20 maggio, giorno di nascita dello sloveno Anton Janša (1734-1773) pioniere delle tecniche di apicoltura, con l’obiettivo di attirare l’attenzione della popolazione mondiale e dei decisori sulla necessità che si faccia di più per proteggere le api e gli altri impollinatori se non si vuole rischiare un brusco calo della diversità e della sicurezza alimentare.
Tutti possono fare di più per le api.
I cittadini possono:
– piantare piante autoctone, che fioriscono in diversi periodi dell’anno;
– acquistare miele grezzo da agricoltori locali;
– acquistare prodotti da pratiche agricole sostenibili;
– evitare di usare pesticidi, fungicidi o erbicidi nei nostri giardini;
– proteggere le colonie di api selvatiche quando possibile;
– sponsorizzare un alveare;
– fare una fontana per api lasciando una ciotola d’acqua all’esterno.
Gli apicoltori e agricoltori possono:
– ridurre o eliminare l’uso dei pesticidi;
– diversificare il più possibile le colture e / o piantare colture attrattive sui campi;
– creare siepi.
I Governi e decisori possono:
– rafforzare la partecipazione delle comunità locali al processo decisionale, in particolare quello delle popolazioni indigene, che conoscono e rispettano gli ecosistemi e la biodiversità;
– applicare misure strategiche, compresi incentivi monetari per aiutare il cambiamento;
– aumentare la collaborazione tra gli organismi, le organizzazioni nazionali e internazionali e le reti accademiche e di ricerca per monitorare e valutare i servizi di impollinazione.
Nella nuova Strategia sulla biodiversità dell’UE, prevista dal Green Deal europeo, da titolo “Riportare la natura nella nostra vita”, al 2° posto tra gli obiettivi del Piano di ripristino degli ecosistemi, c’è: “Invertire la tendenza alla diminuzione degli impollinatori”.
Alberto speciale