Oltre 3mila aziende con 262.500 capi totali che producono 10 milioni di quintali di latte all’anno e una filiera regionale che sviluppa un valore che supera abbondantemente i 500 milioni di euro sono la punta di diamante di un comparto strategico per il Veneto che con un patrimonio regionale zootecnico di tutto rispetto che comprende anche ovi caprini è ricordato da Coldiretti per qualità ed eccellenza casearia in occasione della ricorrenza del Milk Day, la Giornata mondiale del latte istituita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite che si celebra oggi, 1° giugno, proprio in coincidenza con la riapertura del servizio al bancone a e al tavolo al coperto nella ristorazione in tutta Italia.
L’oro bianco regionale – spiega Coldiretti Verona – è però minato dalle speculazioni: la razione alimentare di una bovina è aumentata del 30%, i costi di produzione di un litro di latte nell’ultimo semestre, secondo Ismea, sono cresciuti del 6%.
Lo stesso litro di latte mediamente viene pagato dalle industrie di trasformazione all’allevatore 36/37 centesimi: si sta ancora una volta producendo sotto costo. E’ l’analisi di Coldiretti Verona che denuncia come l’emergenza Covid abbia innescato un cortocircuito sul fronte delle materie prime con rincari insostenibili per l’alimentazione degli animali nelle stalle dove vengono riconosciuti compensi per il latte piu’ bassi degli scorsi anni.
Tutte le materie prime, in particolare le proteiche, sono schizzate in alto – commenta Coldiretti Veneto – La soia da 33 euro il quintale ha raggiunto picchi di 60 assestandosi ora sui 55/56, il mais da 17 euro è passato a 28, il girasole da 17 a 27, anche la colza è aumentata del 60%, addirittura la paglia da 6/7 euro è passata a 12 euro.
Bene dunque la richiesta del presidente della Coldiretti Ettore Prandini di chiedere una immediata convocazione al Ministero delle Politiche Agricole del tavolo sul latte per affrontare una emergenza diventata insostenibile – commenta Coldiretti Veneto. La situazione interessa direttamente il patrimonio zootecnico regionale.
Il Veneto realizza un’eccellenza casearia di assoluto pregio visto che più del 60% del latte è impiegato per le pezze blasonate: ad esempio per il Grana Padano si impiegano più di 4 milioni di quintali di latte, per l’Asiago quasi 2 milioni, altrettanto significativa è il quantità per il Montasio, il Piave, il Provolone Val Padana.
Chiudono la classifica il Monte Veronese e la Casatella Trevigiana.
Un settore importante – commenta Coldiretti Verona –minato anche dalle troppe fake news che vengono diffuse in rete dove si trovano “falsi” di ogni tipo come la bugia che bere latte sarebbe dannoso perché è un alimento destinato all’accrescimento di cui solo l’uomo, tra gli animali, si ciba per tutta la vita. In realtà – sottolinea la Coldiretti – il latte di mucca, capra o pecora rientra da migliaia di anni nella dieta umana, al punto che il genoma si è modificato per consentire anche in età adulta la produzione dell’enzima deputato a scindere il lattosio, lo zucchero del latte.
Il filone di pensiero che ritiene opportuno bandire i latticini dall’alimentazione si basa – spiega la Coldiretti – sul China Study, un’indagine epidemiologica svolta a partire dal 1983 in Cina, i cui risultati sono stati ritenuti inattendibili dalla comunità scientifica e dall’’Airc, l’Associazione italiana per la Ricerca sul Cancro. Tra le trovate anche quella che con il latte si ingeriscono sostanze inquinanti e ormoni mentre latte, yogurt, formaggi e burro sono assolutamente sicuri e salubri perché soggetti a rigidi controlli e l’uso di ormoni è vietato in Italia e in tutta Europa.
E’ altrettanto falsa – evidenzia Coldiretti – l’informazione che il consumo di latte aumenti il rischio di osteoporosi “rubando” calcio allo scheletro, infatti proprio i prodotti lattiero caseari sono una fonte privilegiata di calcio, sia per la notevole quantità presente che, soprattutto, per la sua “biodisponibilità”. I falsari dell’informazione – conclude Coldiretti – sostengono poi che il latte sarebbe nemico del cuore e delle arterie mentre proprio il suo consumo influisce positivamente su ipertensione e diabete.