Giornata della Memoria: l’ateneo veronese ricorda le vittime della Shoah

 
 

Il 27 gennaio 1945 venivano abbattuti i cancelli di Auschwitz: una data divenuta memoria delle vittime dell’Olocausto; ogni anno sono numerose le celebrazioni per non dimenticare gli orrori dei campi di sterminio e l’ateneo di Verona propone, dal 23 gennaio fino al 14 febbraio, una serie di iniziative dedicate alla Shoah.

Il programma – Martedì 23 gennaio, alle 12, si inaugura nella biblioteca Frinzi (via San Francesco, 20) la mostra “In treno con Teresio. I deportati del trasporto 81 Bolzano-Flossenburg 5-7 settembre 1944”, realizzata dalla sezione di Pavia dell’Aned, associazione nazionale ex deportati. Saranno presenti l’artista, ex deportato, veronese d’adozione Vittore Bocchetta, uno degli ultimi sopravvissuti del trasporto 81, Marta Ugolini, delegata del rettore alla Comunicazione, Dario Venegoni, presidente nazionale Aned e Mario Savini, presidente Aned Pavia. La mostra, visitabile tutti i giorni fino al 20 febbraio, dalle 8.15 alle 23.45, intende ricostruire le vicende dei 432 deportati del “trasporto 81”, partito da Bolzano il 5 settembre 1944 e arrivato al lager di Flossenburg in Alta Baviera, tramite le testimonianze dirette dei prigionieri. Tra di loro spicca la figura di Teresio Olivelli, esponente di area cattolica e autore della “Preghiera del Ribelle”, che è stato ricordato da tutti i superstiti come esempio di difesa della propria e altrui umanità nel lager. La mostra vuole ricordare la deportazione politica in Italia, spesso poco considerata in rapporto a quella razziale.

Martedì 23 gennaio, alle 17, nell’aula T1 del Polo Zanotto (viale dell’Università, 4) Elisa Guida dell’università della Tuscia, presenterà la sua ricerca “La strada di casa. Il ritorno in Italia dei sopravvissuti alla Shoah”. Interverranno Gian Paolo Romagnani, direttore del dipartimento di Culture e civiltà dell’ateneo scaligero e Dario Venegoni, presidente nazionale Aned. La ricerca approfondisce i diversi aspetti legati al ritorno dei deportati dai lager, una pagina della storia piuttosto trascurata in Italia.

Giovedì 25 gennaio, alle 21, nell’aula T2 del Polo Zanotto si tiene il “Concerto della memoria”, composizioni di donne musiciste prigioniere nei campi nazisti. A esibirsi saranno la pianista Maria Di Pasquale e la violinista Ester Kawula, per la regia di Marco Brogi, spettacolo prodotto da Gionata Lao per Eadem produzioni. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.

Mercoledì 7 febbraio, alle 21, al teatro Camploy (via Cantarane, 32) va in scena “Primo”, recital letterario di Jacob Olesen, tratto da “Se questo è un uomo” di Primo Levi. L’adattamento è di Giovanni Calò, che ne cura anche la regia, e Jacob Olesen: si racconta la testimonianza di Primo Levi a chi già la conosce, a chi la ignora, a quanti ci credono e a quelli che la negano. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.

Ultimo appuntamento il 14 febbraio, alle 17, nell’aula T1 del Polo Zanotto con la conferenza “Il senso della memoria (quei 102 anarchici nei lager nazisti)”. Franco Bertolucci, direttore della biblioteca Franco Serantini di Pisa e Paolo Finzi, redattore di “A-rivista anarchica”, dialogheranno con Maurizio Zangarini, già docente di Storia contemporanea in ateneo, e Andrea Dilemmi, esperto della materia.

Gli eventi rientrano nell’ambito di Memoria memorie e  sono organizzati in collaborazione con l’Aned, associazione nazionale ex deportati, e con l’ Ivrr, Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea.

 

 

 
 
Alessandra Moro
Sono nata a Verona sotto il segno dei Pesci; le mie radici sono in Friuli. Ho un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso. Sono giornalista pubblicista dell’ODG Veneto e navigo nel mondo della comunicazione da anni, tra carta, radio, tv, web, uffici stampa. Altro? Leggo, scrivo, cucino, curo l’orto, visito mostre, gioc(av)o a volley. No, non riesco a fare tutto, ma tutto mi piacerebbe fare. Corro contro il tempo, ragazza (di una volta) con la valigia.

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