“Sarebbe davvero divertente, se non ci fosse di mezzo uno spreco colossale ai danni del cittadini, assistere alla reprimenda di Flavio Tosi contro la Pedemontana e contro il presidente della Regione Luca Zaia. Il sindaco ricorre ad argomenti che potrebbero essere usati contro di lui, con successo, per quanto riguarda il traforo delle Torricelle”.
È quanto dichiara Alessandro Gennari, candidato sindaco del Movimento 5 Stelle, che legge analogie nella politica di Tosi per quanto riguarda il Traforo rispetto alla Pedemontana di Zaia.
“Ipotizziamo per un attimo – continua Gennari – che fosse stato possibile far partire il cantiere qualche anno. Ci troveremmo nella stessa situazione della Pedemontana, con ditte in default, opera a metà e stallo totale, il tutto a spese del Comune. Immaginiamo – e qui lo sforzo richiesto è ben maggiore – che si fosse riusciti a potarla a termine, nonostante tutto: si sarebbe comunque dovuto fare il conto con i pedaggi, sempre a carico degli utenti e, se le entrate fossero state inferiori alle aspettative, il Comune avrebbe dovuto mettere la differenza. Da un paio di anni Tosi è impegnato nello sforzo titanico di distinguersi da Zaia, ma la verità è che sono molto simili. La scuola politica è la stessa: quella dei cantieri inutili e costosi, che pagano sempre gli altri, la collettività. Quello che serve a Verona è altro: tra le prime azioni da intraprendere c’è la stesura del Pums, piano urbano della mobilità sostenibile, uno strumento già adottato da molte città anche più piccole della nostra e che qui nessuno si è mai neppure sognato di proporre”.
Una precisazione arriva anche dal candidato alle Primarie PD Damiano Fermo circa l’addizionale Irpef imposta dal governatore della Regione Zaia al fine di coprire i costi della Pedemontana:
“Con la reintroduzione dell’addizionale Irpef dal 2019, deliberata dalla Regione, sui redditi 2018 superiori a 28mila euro all’anno, al fine di andare a coprire i costi della Pedemontana veneta, assistiamo ancora una volta al fallimento dell’uso della politica dello strumento del project financing. Abbiamo delegato al privato la realizzazione della Superstrada e gli incassi dai pedaggi, ma ci siamo tenuti noi, come Regione, il rischio di impresa, che oggi è costretta ad intervenire con risorse proprie, e in ultima istanza, sui cittadini veneti sulle cui tasche ora l’amministrazione Zaia fa pesare l’insostenibilità del progetto.
Eppure, che la superstrada a pedaggio tra Spresiano (Treviso) e Montecchio Maggiore (Vicenza), fosse un progetto traballante, per non dire inutile rispetto ad altre priorità infrastrutturali, era emerso già all’epoca di Galan, il quale tuttavia si ostinò a introdurre la clausola con cui la Regione si faceva appunto carico di andare a coprire i buchi eventualmente lasciati dai mancati introiti del Consorzio Sis.
Una scelta che oggi pagano i cittadini veneti, caricati di una tassa imposta per tappare le falle di un errore di investimento imputabile al privato e di un errore di pianificazione attribuibile all’ente pubblico. Di fatto si costruirà una superstrada a pagamento che sarà come un’arteria su un corpo secco, su un territorio sofferente e in un contesto nel quale la viabilità delle merci sta sempre più passando dalla gomma alla rotaia.
Sarebbe singolare dover pagare di tasca nostra un’opera inutile frutto di una politica incapace, e veder eternamente bloccate opere piu semplici è necessarie al decongestionamento dal traffico cittadino, tra cui la variante alla Statale 12 sui quali i veronesi attendono ancora risposte”.