“Un’iniziativa meritevole perché combatte la povertà sanitaria che ormai ha raggiunto lo stesso livello dell’indigenza sociale. Considerato che mediamente si dovrebbero spendere circa ottocento euro l’anno pro capite, cifra difficilmente raggranellabile non solo dai migranti, ma anche da famiglie monoreddito con diversi figli a carico, siamo di fronte ad una situazione di emergenza assoluta, con le fasi di screening e verifica della terapia che spesso passano in cavalleria provocando effetti a cascata negativi“.
GianMarco Padovani, titolare di Farmacia e Consigliere Comunale, è in prima linea con l’iniziativa “Recupero farmaci validi non scaduti”, con cui sono state recuperate oltre 38 mila confezioni di farmaci in tre anni a Verona, per un valore complessivo di 566 mila euro.
E’ questo il bilancio delle attività del progetto che, dal 2016, vede impegnati Banco Farmaceutico onlus, l’Azienda Ulss 9 Scaligera, Federfarma, Assofarm, Farmacie Unite, Comune di Verona e Amia, con il patrocinio dell’Ordine dei Farmacisti di Verona.
Il meccanismo della donazione prevede che i cittadini portino, nelle 24 farmacie individuate per la raccolta, le confezioni di farmaci non scaduti, correttamente conservate in casa e con una validità residua di almeno otto mesi. Dopo una prima selezione, il farmacista appone un timbro di annullo e inserisce i medicinali all’interno di appositi bidoni di raccolta donati dall’Amia.
I farmaci raccolti sono successivamente presi in carico per la ridistribuzione dall’associazione di volontariato CESAIM, impegnata dal 1993 a dare assistenza agli immigrati privi di copertura sanitaria; dall’Unione Medico Missionaria Italiana – UMMI, che opera in favore del volontariato internazionale; dalla CARITAS diocesana veronese, che interviene in aiuto delle persone in situazione di povertà ed emarginazione sociale.
“Il valore dell’iniziativa – conclude GianMarco Padovani – è affascinante perché il farmaco grazie a quest’idea ha una doppia vita, ossia cura una prima volta e poi, senza essere smaltito come rifiuto tossico, rappresentando un costo non indifferente, riacquista la sua essenza donando ulteriormente benessere“.