Un trentasettenne tunisino, non appena ha visto la Volante della Polizia, ha cercato di fuggire e di far sparire la droga e così, G.M.,La è finito in manette con l’accusa di detenzione illecita di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e di resistenza a Pubblico Ufficiale.
La Centrale Operativa della Questura di Verona, ieri, intorno alle 14.30, ha ricevuto la chiamata di una donna.
Questa segnalava, all’interno della pista ciclabile che collega corso Milano con via San Marco, la presenza di uno straniero intento a cedere sostanza stupefacente in cambio di denaro.
Sul posto venivano inviate immediatamente due Volanti che, dopo un’attenta pianificazione dell’intervento, si posizionavano in maniera tale da precludere all’uomo ogni eventuale tentativo di fuga.
Il cittadino straniero, accortosi dell’arrivo dei poliziotti, saliva velocemente in sella alla sua bici per allontanarsi in direzione di via San Marco ove gli altri operatori di Volante, appostati, lo stavano aspettando.
Alla vista della pattuglia, poco prima di essere fermato, l’uomo gettava un involucro di considerevoli dimensioni nelle acque dell’attiguo canale Camuzzoni e tentava poi di forzare il blocco degli agenti aumentando l’andatura del velocipede. I poliziotti, tuttavia, riuscivano a immobilizzarlo anche grazie all’utilizzo dello spray urticante in loro dotazione, resosi necessario per sedare l’aggressività del fermato.
Lo stesso, infatti, nel tentativo di liberarsi e di occultare un altro involucro termosaldato, che maldestramente nascondeva all’interno della bocca, sferrava calci e pugni contro gli operatori che riuscivano, suo malgrado, non solo a trarlo in arresto, ma anche a recuperare la sostanza stupefacente risultata poi essere eroina.
Lo straniero, in manette, veniva accompagnato dagli agenti presso gli uffici della Questura e, sottoposto a perquisizione personale, risultava essere in possesso di denaro contante per un totale di 105 euro, guadagno verosimilmente riconducibile all’attività di spaccio.
Venivano anche sequestrati 3 telefoni cellulari che potrebbero favorire l’emersione di elementi utili alle indagini. L’uomo, scarcerato lo scorso marzo dalla Casa Circondariale di Montorio, ove ha scontato la pena di tre anni e due mesi di reclusione, e già destinatario di un Provvedimento di Espulsione emesso dall’Ufficio Immigrazione della Questura di Verona, è stato trattenuto presso le Camere di Sicurezza della Questura fino alla mattinata odierna.
Il giudice, in sede di direttissima, dopo la convalida dell’arresto, ha disposto nei confronti di GABSI Maher la misura degli arresti domiciliari in via Bottego, presso la casa della moglie, in attesa del processo.