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“Ripresa, occupazione, innovazione”.
Complice probabilmente l’atmosfera natalizia che strizza da sempre l’occhiolìno a tutti i liberi naviganti incalliti dell’immaginazione, la triade, di cui qui sopra, racconta con il suo grassetto lo “status” dell’incontro di venerdì pomeriggio e che, informalmente, è da considerarsi un cantiere aperto.
Dalle 17.30 alle 19.30, al Teatro Ristori di Verona, si sono aperti i lavori del Convegno: “Capitale umano, infrastrutture, sviluppo: una sfida per i territori”. Ad aprire la sessione il Presidente di Fondazione Cariverona Alessandro Mazzucco.
Ha moderato l’incontro il direttore del Corriere del Veneto, Alessandro Russello.
Di altissima fattura è stata la “platea” riservata agli interventi degli ospiti. All’interno del nostro servizio, riassunte sui fronti della competitività e delle grandi opere, abbiamo raccolto le opinioni di:
Michele Bauli – Presidente Confindustria Verona
Alberto Minali – Amministratore Delegato Società Cattolica di Assicurazione
Francesco Profumo – Presidente Compagnia di San Paolo
Paolo Bedoni – Presidente del Gruppo Cattolica Assicurazioni
“Lo sviluppo è la priorità strategica per i nostri territori, dopo un decennio di turbolenze economiche, finanziarie e sociali. La situazione del Sistema-Paese – prosegue il comunicato stampa diramato da Fondazione Cariverona – pone domande e priorità nuove anche alle Fondazioni di origine bancaria, che sino ad oggi negli oltre venticinque anni di attività si sono fortemente impegnate in campo sociale. Le difficoltà del welfare state pubblico hanno chiamato le Fondazioni a rispondere principalmente a una domanda crescente di sostegno alle persone, anzitutto a quelle più svantaggiate. Una sfida vinta, come ha riconosciuto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all’ultimo Congresso Acri, ed un impegno che nessuna Fondazione vuole abbandonare.
Gli “scopi di utilità sociale” non sono tuttavia l’unico orizzonte strategico indicato alle Fondazioni dalla normativa-quadro che ne regola l’attività, prevedendosi inoltre d’indirizzare gli Enti a “promuovere lo sviluppo economico” in una visione organica del welfare sussidiario. Il legislatore, certamente, non ha posto fra i compiti delle Fondazioni la creazione diretta di ricchezza economica. Ha invece sollecitato, da subito, a essere sempre di aiuto attivo agli stakeholder in prima linea nella “battaglia del Pil e dei posti di lavoro”. Sono tutti coloro che operano dentro e attorno il sistema produttivo: gli imprenditori, i loro dipendenti, i loro corpi intermedi, i gestori di reti e piattaforme infrastrutturali, i ricercatori che nelle università o in altri laboratori producono innovazione, non da ultime le amministrazioni locali.
Fondazione Cariverona vuole farsi interprete attiva e pubblica di questa nuova fase di svolta e d’impegno richiesta anche alle Fondazioni di origine bancaria.
E’ una mission – quella di sostegno allo sviluppo – che oggi appare prioritaria e dove le leve privilegiate d’intervento sono essenzialmente due: generazione di capitale umano e stimolo al rafforzamento infrastrutturale.
Il convegno ha voluto stimolare il dialogo ed il confronto con gli altri player-developer sul territorio e un nuovo mix di indirizzi strategici, progettando nuove partnership. Imprese e Istituzioni impegnate nella ricerca scientifico tecnologica e nell’education sono in questa chiave gli interlocutori privilegiati di Fondazione Cariverona, che vuole allargare in chiave evolutiva una rete di relazioni rafforzando il proprio ruolo di “servizio attivo” verso i propri territori. E vuol mettere a disposizione non solo le risorse patrimoniali ed erogative, ma sempre più specifici know-how derivanti da un’esperienza per molti versi unica come osservatorio e “agente istituzionale“.
“Questo primo evento – conclude il comunicato – si è tenuto a Verona non solo perché è la città-sede della Fondazione, ma anche perché il territorio veronese appare anche in questa congiuntura un’area d’osservazione e d’intervento particolarmente rilevante, nel Nordest e nell’intero Sistema-Paese, un laboratorio “dal vero” sulla capacità di ritrovare con sicurezza le vie dello sviluppo“.