“Le OOSS e le RSU della Fondazione arena di Verona comunicano che l’apertura di dialogo annunciata da Fondazione Arena e riportata ad hoc sulla stampa di ieri, giovedì 10 gennaio, non corrisponde alla realtà”.
Così le Segreterie Provinciali di Slc/Cgil Uilcom /Uil.
“Si è infatti trattato di un gesto unilaterale della direzione aziendale che, con l’obbligo dell’ orario di lavoro, ha convocato in appuntamenti separati i diversi settori di lavoratori ai quali è stato imposto il pensiero aziendale, oltre che le solite promesse, circa il futuro.
Numerose sono state le perplessità e i dissensi da noi raccolti al termine delle singole “riunioni” da parte di lavoratori, che hanno visto e toccato con mano il disordine organizzativo e amministrativo esistente, oltre che una carenza di programmazione fatta di soli titoli e annunci roboanti, non ancora supportati da progetti sostenibili e nemmeno degli elementi organizzativi minimi (come si evince anche pubblicamente sul sito di FAV www.arena.it, che risulta sguarnito delle benché minime informazioni per l’utenza – anche nel breve periodo – come per esempio i cast della Stagione lirica al Teatro Filarmonico, o i cast del Festival lirico).
La forzatura della Direzione di Fondazione Arena è palesemente il tentativo di disaggregare i settori e delegittimare le rappresentanze sindacali, tentativo che non può che alimentare la sfiducia nei confronti del gruppo dirigente emersa nell’assemblea generale dei lavoratori del 1 dicembre scorso e concretizzatasi nelle tre giornate di sciopero generale del dicembre 2018 e nell’occupazione in atto ormai da tre mesi da parte dei lavoratori della Sala Fagiuoli, la sala riunione istituzionale della Fondazione.
Queste riunioni aziendali non possono in alcun modo sostituire i percorsi informativi e negoziali di competenza del Sindacato, né tantomeno cancellare le decine e decine di problematiche rimaste insolute a causa delle insufficienti capacità del gruppo dirigente dai costi stellari.
Proseguiranno comunque le azioni di lotta e le iniziative intraprese nei confronti della Regione (da cui proprio oggi è giunta convocazione per la prossima settimana), come pure verso il Ministero che ha il dovere di controllare e vigilare la gestione di Fondazione Arena.
Se “l’apertura al dialogo” passa attraverso l’ennesimo tentativo di rottura con i lavoratori (che ha trovato forma nell’ordine “nostalgico” di escludere le rappresentanze sindacali, negando loro i permessi, nell’intimazione ad alcuni delegati e segretari provinciali a non entrare agli incontri delle fasce orarie degli altri settori e nella minaccia di sanzioni disciplinari), si conferma l’arroganza di una Direzione che sta facendo di Fondazione Arena una “cosa propria”, come evidenziano anche le reiterate assunzioni apicali“.