“Le lettere di messa in mora per la restituzione di elementi salariali del 2014 che in questi giorni stanno arrivando nelle case dei lavoratori Fav dimostrano che i lavoratori continuano ad essere gli unici a pagare la crisi di Fondazione Arena”.
Ritorniamo a parlare delle vicende economico-sindacali che riguardano il complesso (e purtroppo ancora non pacificato) “mondo” dei lavoratori di Fondazione Arena.
“Per quanto è dato sapere – prosegue Michele Bertucco, consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune – Sindaco e Consiglio di Indirizzo (la “squadra” come l’ha definita Sboarina) non hanno mosso un dito per evitare questo triste epilogo che suona come l’ennesimo sberleffo nei confronti di chi, con il proprio sacrificio, ha permesso di salvare dalla bancarotta la Fondazione Arena.
Infatti, senza la rinuncia dei lavoratori che negli ultimi anni hanno sacrificato due mensilità di stipendio per il risanamento dei conti, Verona non avrebbe più nessun ente lirico. Ma siccome al peggio non avrà mai fine, i soldi restituiti contribuiranno a nascondere gli sprechi che ancora appesantiscono il bilancio della Fav.
Distantissima dalle promesse di una gestione oculata e partecipata, la gestione De Cesaris-Sboarina ha infatti gravato l’ente lirico di ulteriori costi inutili istituendo nuove figure dirigenziali senza rimuovere le zavorre che da decenni tengono inchiodata l’azienda.
Inoltre tutto questo fior fior di “squadra” messa insieme dal Sindaco non è stata in grado di partorire un piano industriale degno di nota ma ha appaltato il compito ad una società esterna grazie ad un finanziamento della Camera di Commercio.
“Tutta questa inefficienza dei vertici – conclude Bertucco – unita alla crescente conflittualità con i lavoratori, ha riportato Fondazione Arena in zona a rischio per la tenuta dei conti”.