Partita la campagna vaccinale anti-Covid di massa, anche l’Associazione Fevoss Verona Santa Toscana si mette in moto e, dopo qualche settimana di sperimentazione, lancia ufficialmente, a partire da mercoledì 17 marzo 2021, il servizio di trasporto dedicato a chi, tra gli anziani residenti nel Comune di Verona, è convocato nel padiglione appositamente allestito dall’Ulss 9 Scaligera a Veronafiere (o in eventuali altre sedi che dovessero essere nel frattempo individuate dalle autorità sanitarie) per sottoporsi al vaccino contro il Sars-Cov-2.
«Il servizio di trasporto è uno di quelli che la nostra associazione offre sin dalla data di fondazione, nel lontano 1987», spiega Sandra Zangiacomi, presidente di Fevoss Verona Santa Toscana, che ha sede a due passi da Porta Vescovo, «pensato per aiutare la mobilità dei cittadini più fragili, dagli anziani ai malati, che non hanno la possibilità di spostarsi da soli o nessuno che li possa accompagnare. Ed è sempre molto richiesto. Ogni giorno trasportiamo fino a una ventina di persone: disabili che devono recarsi nei centri diurni, anziani che devono raggiungere ospedali, centri di cura o Rsa per visitare il coniuge, ma anche diversi studenti fuori sede con disabilità che dalla stazione di Porta Vescovo hanno bisogno di raggiungere l’università. Ora, viste le frequenti richieste arrivate nelle scorse settimane dopo il via anche a Verona alle vaccinazioni di massa, abbiamo deciso di attivare anche questo servizio specifico».
I mezzi e i volontari della Fevoss saranno quindi a disposizione, inizialmente, nelle giornate di mercoledì, giovedì e venerdì mattina, per poi ampliare eventualmente l’orario in base al numero delle prenotazioni, che devono pervenire al numero telefonico 045.2223209 dalle 8.30 alle 12. Il servizio è gratuito, con offerta libera da parte di chi potrà o vorrà contribuire a sostenere l’attività dei volontari.
«L’appello ai cittadini interessati è quello di telefonarci per fissare il trasporto non appena riceveranno la lettera di convocazione per il vaccino da parte delle autorità sanitarie», conclude Zangiacomi, «per consentirci di organizzare i viaggi riducendo al minimo il tempo di attesa per l’anziano e per avere assicurato il servizio in caso di elevata richiesta».