di Lorenzo Dalai
In questi giorni è in discussione alla Camera dei Deputati un disegno di legge, presentato dalla Lega Nord, che garantisce l’impunità legale per chi usa armi da fuoco contro un ladro che entra in casa o in negozio. Una legge che apparentemente ha una forte giustificazione: infatti a chi piace l’idea di avere un ladro in casa e non avere la possibilità di difendersi adeguatamente? Del resto, dicono i sostenitori della legge, non è giusto che chi si sta difendendo debba poi rischiare un processo.
Innanzitutto, cosa dice la legge oggi? Si limita a sancire un principio generale: la difesa è legittima quando è proporzionata alla situazione di pericolo. Cioè, prendendo qualche caso dalla cronaca: se nel mio negozio entra un ladro armato e io uso la pistola per ucciderlo, è legittima difesa; se il ladro sta scappando e io gli sparo alle spalle, quella non è più legittima. Perché? Perché in quel momento io non corro più alcun pericolo e quindi non ho più motivo di sparare al ladro, ho solo il diritto di chiamare le forze dell’ordine, dato che in quel momento il reato è stato compiuto e l’unico danno subito resta quello economico.
Ma che succederà con la modifica proposta dalla Lega, se venisse approvata? “Meglio così, perché così ognuno può difendersi e i ladri verranno scoraggiati dall’agire”. Ma purtroppo queste persone non valutano appieno cosa dicono. Aumentare la facilità nell’uso delle armi da parte dei civili, significa che i rapinatori, che non vogliono certo correre il rischio di essere ammazzati, saranno più pronti a reagire e meglio armati. Una ventina di anni fa, negli Usa, venne varata una legge che autorizzava i cittadini a sparare, in caso si sentissero in pericolo a causa di una rapina o di un altro episodio delittuoso; la legge era così ampia, che permetteva un larghissimo uso delle armi in nome della legittima difesa. Il risultato fu un gran numero di morti… tra i rapinati, perché i malviventi erano a conoscenza della legge e, sapendo che il rapinato poteva avere una pistola ed era autorizzato dalla legge ad usarla, erano tesissimi. Al primo gesto che valutavano come potenzialmente pericoloso, sparavano. Nei film americani l’eroe ha la pistola nascosta, la tira fuori all’improvviso, girandosi di scatto, e spara, mentre nella realtà, appena uno si muove, il ladro spara, spara prima, con esiti facilmente prevedibili. Quindi una legge come quella voluta dalla Lega, trasformerebbe solo un certo numero di rapinati in cadaveri. Immaginiamo una rapina in una gioielleria: perché correre il rischio che poi mentre scappi il rapinato potrebbe spararti? Il rapinatore ucciderebbe il gioielliere, anziché limitarsi a picchiarlo per metterlo fuori combattimento. Infatti c’è una componente che si trascura grandemente, cioè la preparazione psicologica. Il rapinatore che entra in una casa o in un negozio per portare a termine una rapina, è già psicologicamente preparato, è già pronto, ha muscoli e riflessi tesi al massimo, mentre la vittima no, viene presa alla sprovvista, a meno che non sia una persona addestrata, tipo un poliziotto o un militare; questo dà un fortissimo vantaggio al primo.
Poter avere e usare delle armi e quindi l’idea di far “rispettare la legge” è un’ipotesi che stimola molte persone, mentre il politico che la propone ottiene facile consenso. Non è un caso se,dopo che la Lega ha portato la sua legge in Commissione, il Pd ne abbia presentata una che, sia pur diversa, va nella stessa direzione. Idem dicasi per l’Idv che ha fatto la sua legge di iniziativa popolare e adesso sta raccogliendo firme. In realtà, è bene chiarire due cose: primo, finché ci saranno disparità economiche, ci sarà gente che ruba ed è fisiologico che, tra quelli che rubano, ci sia una percentuale che ha una propensione violenta, quindi una percentuale di rapinatori, che picchieranno le loro vittime; mettere una pistola in mano alle persone, non diminuisce questo rischio. La seconda cosa è che se si vuole sconfiggere il crimine bisogna aumentare l’efficienza delle Forze dell’Ordine, dove “aumentare l’efficienza” significa anche una presenza costante, una azione preventiva più efficace, maggiori e migliori mezzi (computer, programmi, attrezzature tecnologiche), un numero di effettivi più numeroso. Negli ultimi tempi si sta procedendo a nuove assunzioni in tutti i corpi delle Forze dell’Ordine, che durante i passati governi erano state falcidiate dal mancato turn over .
L’esempio degli Usa è emblematico, lì comprare una pistola o un fucile, anche automatico, è facilissimo e proprio questo è la causa di episodi che costantemente avvengono: sparatorie tragiche, con centinaia di persone uccise tutti gli anni, spesso per motivi banali. Le armi da fuoco negli USA sono la prima causa di morte per chi ha meno di 20 anni.
Le nostre cronache hanno dato notizia di casi che hanno sollevato l’indignazione popolare, cioè quando una persona ha ucciso o ferito un ladro e poi è stato condannato a risarcire lui o gli eredi, quindi l’opinione pubblica se l’è presa con i giudici. Ma nel momento in cui si agisce in maniera illegale (sparare alla schiena di un ladro che scappa), e quindi c’è la condanna del Tribunale, il risarcimento danni è una possibilità prevista per tutti, anche per un ladro. Non esiste una legge che vieta a chi ha la fedina penale sporca di costituirsi parte civile e chiedere un risarcimento danni e se il giudice stabilisce che uno ha avuto un danno, non si può negare né la costituzione di parte civile, né tantomeno il risarcimento danni.
In conclusione, si può capire facilmente che i problemi che andrebbe a muovere un cambio dell’attuale legislazione sarebbero forieri di situazioni pericolose e di possibili danni, sicuramente superiori a eventuali benefici. Prevenzione e repressione dei reati devono essere sempre prerogativa delle Forze dell’Ordine e della Magistratura.