L’Avv. Andrea Catizone è specializzata in diritti umani, diritto delle minoranze, dei minori e della famiglia. Giurista e studiosa, dirige l’Osservatorio sulle famiglie di Federconsumatori, è membro del Comitato Media e Minori presso il Ministero per lo Sviluppo Economico nonché consigliera del Gruppo di Riflessione Strategica sulle Politiche ed Affari Europei presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
L’Avv. Catizione è Presidente dell’Associazione Family Smile (www.familysmile.it ) ovvero un gruppo di professionisti che mette a disposizione delle tante famiglie in difficoltà una serie di servizi.
Avvocato Catizone, perché il “Family Smile”?
Tre anni fa ho fondato questa Associazione di professionisti perché attraverso il mio lavoro sono venuta a contatto con situazioni di profondo disagio e di solitudine da parte di numerosi nuclei familiari. Molte persone, spesso, hanno esigenze e domande da porre ma non sanno a chi rivolgersi. Noi forniamo assistenza di natura legale, in merito alle locazioni immobiliari, a ricorsi sugli atti amministrativi, eredità, adozioni e affidamenti, sostegno psicologico con un’apposita area medica, bullismo e mobbing, violenza domestica, tutela dei minori.
Non si tratta, quindi, di una associazione della galassia cosiddetta pro-life?
No, direi di no. Noi siamo un’altra cosa. Forniamo servizi concreti di supporto alle Famiglie in difficoltà, tramite una rete organizzata di professionisti.
Quanto costa l’iscrizione? E quanto costano i servizi?
Chiediamo 50 euro annuali a nucleo familiare (non a persona!) di contributo per l’iscrizione e forniamo, appunto, tutte quelle professionalità necessarie a colmare quella solitudine e quelle forme di disagio in famiglia, a scuola, nella società, che sono sotto gli occhi di tutti coloro che vogliono vedere, a causa della crisi. Operiamo in tutta Italia con prezzi calmierati e personalizzati a seconda delle persone e delle loro esigenze.
Quanti siete?
Attualmente ci sono circa 150/200 iscritti, anche in Veneto e a Verona, che è una città bellissima. Peraltro, avendo sposato un padovano, mi sento un po’ legata anche alla vostra terra…L’Associazione è in continua espansione e desidera svilupparsi sul territorio nazionale.
Qualche giorno fa lei è stata tirata in causa perché qualcuno ha apposto la sua firma ad un appello ai candidati alle prossime politiche del 4 Marzo in merito alla posizione sulla fecondazione artificiale. Lei si è arrabbiata molto, come mai?
In primo luogo, perché non avevo messo io quella firma. In secondo luogo perché ritengo che un tema così delicato come quello della fecondazione artificiale, che va a toccare l’identità della Famiglia, la dignità del corpo femminile e in particolare la dignità del nascituro, quindi di un minore, non possa essere strumentalizzato come argomento di una campagna elettorale.
Ma lei è favorevole o contraria alla fecondazione artificiale?
Appunto, in periodo di una campagna elettorale, esacerbata e volgare, spesse volte, a mio avviso, mediocre, mi limito a dire che in Italia manca una regolamentazione che tuteli realmente le persone, perché esse non siano merce di scambio, come al mercato. Per me, ripristinare la centralità della Famiglia è fondamentale, ma per far questo occorre dare strumenti, oggi totalmente dimenticati, come ad esempio l’assoluta tutela dei minori. Ritengo gravissima ogni forma di mercificazione degli esseri umani.
Se dovesse fare lei, dunque, un appello ai candidati a queste elezioni politiche, che cosa chiederebbe?
Esorterei tutti i partiti ad interessarsi delle problematiche familiari, in particolar modo ai tanti problemi degli adolescenti, offrendo le risorse necessarie per ridare la centralità e la dignità perduta a questo istituto fondamentale della nostra civiltà. Mi piacerebbe una società capace di gestire le relazioni sociali, perché esiste un malessere diffuso e, a tratti, pericoloso, cui la politica (ma non solo) dovrebbe impegnarsi a dare risposte chiare e concrete. La politica potrebbe contribuire a fornire gli strumenti per superare quell’egoismo esasperato, figlio del soggettivismo, che fa chiudere in se stesse le persone e i nuclei familiari e che spesso producono problemi drammatici, non solo per chi li vive, ma con conseguenze traumatiche per tutti.