Prosegue fino al 30 giugno 2019 la mostra “La bellezza rivelata” al Museo di Storia naturale di Verona, per ripercorrere le tracce degli esploratori che nei secoli scorsi hanno visitato paesaggi di fantastica suggestione e descritto gli animali di grande bellezza, nella terra che fu della regina di Saba, l’Etiopia: un viaggio immaginario, al fianco di alcuni degli studiosi che maggiormente hanno contribuito alla conoscenza di quella terra, accompagnati dagli animali che la popolano e dagli antichi oggetti delle sue genti, per rivivere il sentimento di meraviglia che traspare dalle pagine tramandate.
Partendo dalle descrizioni contenute in alcune opere librarie – le cui edizioni, spesso di gran pregio, sono conservate nella Biblioteca della Società Geografica – la ricchezza ambientale e culturale dell’Etiopia viene evocata dagli oggetti della collezione etnoantropologica del Museo di Storia naturale di Verona e dalle fotografie e video di Carlo e Marcella Franchini, mentre la ricchezza naturalistica e l’esclusività della fauna etiopica è raccontata dagli animali delle collezioni del Museo di Verona.
L’Etiopia è un crogiolo di realtà collegate, a partire dalla varietà ambientale caratterizzata da sbalzi altitudinali spesso estremi: si può passare – spesso rapidamente – dalle regioni di bassopiano o dalla depressione dell’Afar, che supera i 100 metri sotto il livello del mare, agli oltre 2.000 metri dell’altopiano, con i picchi del Semien, nel Nord, che toccano i 4.550 metri.
Alle differenze di altitudine si associa un regime climatico monsonico, ad accentuata stagionalità; questa combinazione crea nicchie ecologiche che spiegano l’estrema varietà ambientale, di fauna e di flora nell’arco di distanze anche limitate. Ambienti tanto diversi hanno favorito sistemi economici diversi tra loro e una straordinaria varietà culturale. La differenziata distribuzione delle risorse ha, inoltre, da sempre favorito anche gli spostamenti stagionali e l’interazione tra le diverse popolazioni, che spesso dipendono strettamente le une dalle altre, avendo sviluppato sistemi economici complementari e sinergici. La bellezza dell’Etiopia risiede proprio in questa estrema differenziazione e nella connessa unitarietà che al di là di essa si coglie.
L’Etiopia è stata la culla dell’umanità grazie all’abbondanza di risorse minerali, animali e vegetali: ha dunque rivestito un ruolo centrale nelle reti di scambio sulle lunghe distanze, fornendo per secoli avorio, resine aromatiche, ebano e oro al resto del mondo antico. Per tale ragione, questo Paese e le altre regioni del Mar Rosso meridionale erano al centro dell’interesse e dell’immaginario degli antichi, dipinte come terre amate e frequentate dagli dei.
Dopo alcuni secoli di oblio, in cui solo rare eco giungevano in Europa – trasfigurate per lo più nelle descrizioni del favoloso e potente regno del Prete Gianni – lo scrigno delle bellezze etiopiche si è nuovamente e gradualmente dischiuso a partire dal XVI secolo; inizia allora l’epoca dei viaggiatori e in seguito degli esploratori, che rappresentano, di fatto, anche la base per la conoscenza scientifica dell’Etiopia documentata e raccontata in questo itinerario veronese.
La mostra è organizzata da Carlo e Marcella Franchini (Caluma) e dal Museo di Storia Naturale di Verona in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, la Società Geografica Italiana, l’Istituto Italiano di Cultura Addis Abeba, l’ambasciata d’Etiopia a Roma e l’Università di Addis Abeba.
Orari: da martedì a venerdì ore 9 – 17, sabato e domenica ore 14 – 18, lunedì chiuso.