Resterà deluso chi sperava di poter leggere, entro il 30 novembre, l’elenco dettagliato degli esuberi che le società pubbliche hanno individuato nei censimenti dei loro organici così come previsto dal Decreto Legislativo 19 agosto 2016, n. 175 (“corretto” dal D.Lgs. 100/2017). A pochi giorni dal termine infatti manca il solito decreto attuativo, che avrebbe il compito di disciplinare la sorte del personale in “esubero”. Dettaglio non da poco considerato che la riforma delle partecipate promette grandi numeri soprattutto poggiando sul taglio delle mini-società e delle aziende che, non propriamente erogatrici di servizi pubblici, hanno maturato una condizione di perdita strutturale oppure con un fatturato sotto la soglia prevista.
Sul piano della sostanza economica lo snodo più strategico è quello del personale, scoglio su cui sono naufragati tutti i tentativi passati di riforma. Proprio per questa ragione, i decreti approvati in attuazione della delega avevano previsto un sistema di mobilità che rappresenta un tentativo di soluzione del problema. In pratica, il meccanismo prevede che le società pubbliche mettano sotto esame i propri organici, e individuino in modo puntuale il personale in eccesso inserendolo in elenchi regionali. Da quegli elenchi dovrebbero pescare le altre aziende pubbliche, che si vedrebbero bloccare le altre possibilità di assunzione tranne che per i “profili infungibili”, ovvero professionalità specifiche difficili da trovare negli elenchi.
La novità è importante, perché prima della riforma Madia si erano limitati a indicare piani di tagli alle partecipate senza preoccuparsi di prevedere una soluzione per gli stessi dipendenti “esuberati”. Ma accanto alla ammortizzante novità si consuma il problema (spesso fisiologico delle grandi riforme) della mancata attuazione. Anche se il Decreto interministeriale, in quanto ha dovuto mettere insieme tre ministeri (Economia, Lavoro e Funzione pubblica) è stato preparato, e ha incontrato un paio di mesi fa anche l’intesa di Regioni ed Enti Locali. Poi se ne sono perse le tracce nel percorso che avrebbe dovuto consegnarlo alla Gazzetta Ufficiale.
Il dubbio di un rallentamento deciso e voluto non è un ipotesi maliziosa, considerato che il tema (degli esuberi pubblici, ndr) è tornato nei giorni scorsi al centro di riunioni fra il Governo e i Sindacati.
Alberto Speciale