I Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Verona hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di soggetti dediti, con diversi ruoli, all’usura, all’estorsione in danno di locali imprenditori nonché al riciclaggio dei relativi proventi illeciti.
L’attività eseguita nella nottata ha permesso di notificare il provvedimento, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale ordinario di Verona, ai cinque destinatari della misura che sono stati tratti in arresto in provincia di Verona e in Calabria dove si trovavano all’atto dell’esecuzione.
Più precisamente l’operazione ha portato alla notifica della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di G.A. (cl. ’77) e G.A.A. (cl. ’69) per usura ed estorsione, G.V. (cl. ’81) e G.A. (cl. ’76) per estorsione; a quest’ultimo il provvedimento è stato notificato presso il carcere di Montorio in quanto già detenuto dopo l’arresto eseguito nel luglio scorso nell’ambito dell’operazione convenzionalmente denominata “Premium Deal” per lo stesso reato.
E’ stata altresì disposto l’obbligo di dimora per G.F. (cl. ’83) per riciclaggio.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Verona, hanno permesso di far luce su una serie di episodi estorsivi e una consistente attività usuraria con l’applicazione di interessi anche superiori al 300% annuo in danno di piccoli imprenditori veronesi.
In particolare si è accertato che alcuni imprenditori, in situazione di difficoltà economica, si sono rivolti agli indagati per ottenere prestiti di denaro a condizioni apparentemente agevolate.
In considerazione, infatti, di asseriti rapporti di amicizia, anche datata, non erano inizialmente previsti l’applicazione di interessi né modalità prestabilite di restituzione ma venivano richieste sostanziose garanzie costituite da titoli di credito appositamente emessi o, in alcuni casi da gioielli di elevato valore.
Tuttavia, nel corso del “rapporto”, le condizioni cambiavano e diventavano più stringenti: nei casi accertati, dopo un primo contatto tra le vittime ed i presunti “amici”, intervenivano altri soggetti che avevano “acquisito il credito” dai primi modificando le regole pattuite ed esigendo pagamenti mensili, accompagnati da minacce esplicite, corredati dall’applicazione di pesanti tassi usurari, anche di molto superiori al 300% annuo in base al valore dei beni in garanzia.
Le indagini, ad oggi nei confronti di sette persone, sono tuttora in corso per verificare se le stesse abbiano posto in essere il medesimo comportamento illecito nei confronti di altri imprenditori veronesi o delle provincie limitrofe.