L’Estate Teatrale Veronese 2024 è stata annunciata come la stagione del “raccolto”, ideata dal direttore artistico Carlo Mangolini per andare a consolidare e completare il progetto triennale avviato nel 2022. I dati elaborati a consuntivo dimostrano che il raccolto non solo c’è stato, ma è stato particolarmente ricco e abbondante, arrivando a superare l’ambìto traguardodei 50.000 spettatori (per l’esattezza 50.378).
Un pubblico più numeroso che mai ha dunque seguito, dal 21 giugno al 20 settembre, il Festival organizzato dal Comune di Verona, che ha portato in città 15 prime nazionali e 7 coproduzioni dimostrando, dopo 76 anni di attività consecutiva, di continuare ad essere un punto di riferimento nel panorama culturale nazionale. L’Estate Teatrale Veronese 2024 è stata realizzata in collaborazione con Arteven, con il sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Veneto. Con il sostegno degli sponsor Banco BPM,AGSM-AIM, Gruppo Vicenzi e Air Dolomiti.
E’ la conferma del successo di un programma articolato, che dal Teatro Romano si è allargato ad altri spazi della città, affiancando il teatro shakespeariano a quello antico, la danza neoclassica a quella acrobatica e partecipata, la musica jazz a quella etnica e cantautorale. Un cartellone seguito da un pubblico vasto e trasversale, capace di affiancare gli spettatori appassionati delle diverse discipline artistiche proposte, ai turisti e alle famiglie, oltre a registrare un incremento crescente nella presenza dei giovani, che il festival ha reso sempre più protagonisti anche tramite iniziative social come la Yellow Experience.
Punta di diamante come sempre il Teatro Romano, con40.826 spettatori totali per 38 serate di teatro, musica e danza. Praticamente una media di quasi 1.100 presenze per ogni data (erano 990 nel 2023), con un aumento rispetto all’anno scorso di cento spettatori a serata. Nel teatro i titoli che hanno riscosso maggior successo sono shakespeariani: “Amleto” con Francesco Montanari e “Molto rumore per nulla” con Lodo Guenzi, mentre nel settembre classico va segnalato l’ennesimo successo dello spettacolo proveniente dal Teatro Greco di Siracusa: “Fedra” diretto da Paul Curran. Per la danza e la musica sono stati realizzati una serie di sold out per il ritorno dei Momix, ma anche per Mario Biondi e Elio e le storie tese.
Ma il festival non è fatto solo dagli artisti, sono stati oltre 400 i lavoratori e professionisti impegnati per la stagione, compresi tecnici, maschere, sicurezza, staff di produzione, maestranze, biglietterie per un grande lavoro di squadra che crea ogni anno un importante indotto culturale, economico e occupazionale.
Si conferma il successo di pubblico anche fuori dal Romano. Al Teatro Camploy il Verona Shakespeare Fringe, sezione internazionale dell’Estate Teatrale realizzata in collaborazione con il Centro di ricerca Skenè dell’Università di Verona e il Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale, conferma il dato dello scorso anno di 1.400 spettatori.
Quasi 1.000 presenze in più nelle altre sedi del Festival per gli Intrecci di programmazione che raggiungono un totale di8.152 spettatori: 577 tra Bastione delle Maddalene e altri spazi di Veronetta con i progetti di “ETV in Town” proposti dalle compagnie della Rete RSVP, 2.000 per il progetto dell’Università Veronetta Contemporanea, 2.700 (di cui 1800 under 35) al Parco Santa Toscana per Spazio Teatro Giovani, 1.474 alla Città dei Ragazzi di Fondazione Aida e 1.401 per il “Romeo e Giulietta” itinerante del Teatro Stabile di Verona – Fondazione Atlantide.
A tracciare il bilancio della stagione 2024, questa mattina, a Palazzo Barbieri, l’assessora alla Cultura del Comune di Verona Marta Ugolini insieme al direttore artistico dell’Estate Teatrale Veronese Carlo Mangolini. Presente, in sostituzione del presidente di Arteven Massimo Zuin, Patrizia Boscolo Chio. Presenti in sala anche i rappresentanti di produzioni, istituzioni, sponsor che hanno collaborato al Festival.
“Sono molto felice per i risultati che abbiamo raggiunto quest’anno – afferma l’assessora alla Cultura Marta Ugolini – e questo non solo per i numeri in costante crescita, che raggiungono un traguardo importante come quello dei 50.000 spettatori, ma anche per l’alta qualità della proposta. Abbiamo puntato sui migliori attori e registi emergenti della scena nazionale, con una significativa presenza femminile anche nella musica, siamo usciti dal Teatro Romano testando nuovi spazi nel quartiere di Veronetta, come il Parco della Provianda al Bastione delle Maddalene, abbiamo coinvolto un crescente numero di giovani, ma anche persone fragili lontane dai normali circuiti culturali grazie al progetto ‘Tutti a Teatro’. Completato il triennio ‘semina/fioritura/raccolto’, che ha raggiunto tutti gli obiettivi che come amministrazione ci eravamo prefissati, ci prepariamo ora ad affrontare nuove sfide, per rendere sempre più performante, partecipato e inclusivo questo festival, che è un’eccellenza della nostra città”.
“Per me ogni edizione dell’Estate Teatrale Veronese, questa è la quinta che curo per il Comune di Verona, è una storia a sé – afferma il direttore artistico Carlo Mangolini -. Quella del 2024 rappresenta la chiusura di un ciclo, iniziato nel 2022 quando i teatri sono tornati alla normalità dopo le versioni compresse dei due anni precedenti. Rappresenta anche il coronamento di alcuni obiettivi che mi ero prefissato: riportare i grandi allestimenti, anche se con una sensibilità più contemporanea, investire in talenti emergenti, magari noti al pubblico ma proposti in una versione inedita, sperimentare luoghi e modalità non convenzionali fuori dal Teatro Romano: dalle esperienze partecipate al processo di internazionalizzazione del festival. Ma rappresenta soprattutto i tanti rapporti umani che il festival mi ha regalato: quelli con gli artisti, con le istituzioni, con tutte le persone che lavorano al festival a vario titolo e soprattutto con il pubblico. Un pubblico partecipe, capace di guardarsi una tragedia greca sotto la pioggia battente, un pubblico curioso, che anche quando ha scelto di non partecipare in massa è riuscito sempre a gratificare me e tutti coloro che, con impegno e dedizione, fanno sì che la Città di Verona ospiti da 76 anni consecutivi uno dei festival più belli d’Italia in uno dei luoghi più belli d’Italia”.
“Estate, Teatro e Verona sono diventati sinonimi – dichiara Massimo Zuin. – Come presidente di Arteven esprimo la mia più grande soddisfazione per l’ennesimo risultato, che non è soltanto economico ma soprattutto culturale e sociale, conseguito dalla collaborazione con il Comune e con l’Ufficio Spettacolo. Abbiamo cominciato in tempi molto lontani con i Momix, che sono il segno zodiacale non solo della nostra partecipazione organizzativa al Festival ma della storia della danza e del grande spettacolo che dal mondo viene in Veneto trasformando il primo nel secondo. L’adesione del pubblico agli eventi, sempre entusiasta e numeroso, conferma il valore e la qualità delle proposte in programma. Arteven starà sempre a fianco dell’Amministrazione per un’avventura che riteniamo assolutamente eterna”.
PROSA. Lo spettacolo più visto della stagione con 2.100 spettatori è stato Amleto diretto da Davide Sacco con le musiche di Francesco Sarcina e protagonista Francesco Montanari, affiancato da un istrionico Franco Branciaroli nel ruolo del fantasma del padre. Segue Molto rumore per nulla con Lodo Guenzi e Sara Putignano che ha ottenuto 1752 spettatori, la Fedra di Fondazione INDA con 1606 spettatori e Sior Todero brontolon diretto da Paolo Valerio con Franco Branciaroli che ha raccolto 1361 spettatori. Da ricordare in fine l’appuntamento con Romeo e Giulietta e il suo seguito After Juliet, entrambi diretti da Filippo Dini, e lo spettacolo che ha chiuso il cartellone: Elettra con protagoniste le straordinarie Federica Rosellini e Arianna Scommegna e la regia di Serena Sinigaglia, da segnalare per l’altissima qualità della proposta artistica.
DANZA. Un vero e proprio exploit per l’atteso ritorno dei Momix (12 serate di cui 5 da esaurito)e per il debutto in prima nazionale del Sogno di una notte di mezza estate di COB Compagnia Opus Ballet che, grazie alle coreografie di Davide Bombana, ha dato vita ad uno spettacolo di impianto neoclassico dal forte tratto narrativo, reso ancora più affascinante dai costumi del noto stilista Ermanno Scervino. La danza ottiene così quest’anno il primato di presenze con 16.930 spettatori.
MUSICA. Tutto esaurito anche per le esibizioni di Mario Biondi e di Elio e le storie tese che hanno riempito il Teatro Romano di classe e di ironia raccogliendo rispettivamente 1.715 e 1.723 spettatori. Indimenticabili anche la serata di Vinicio Capossela con Orchestra, accolta da vere e proprie ovazioni dai 1.561 spettatori presenti e le suadenti atmosfere proposte da Marisa Monte travolta dall’affetto e dall’entusiasmo di 1.488 fan, per lo più brasiliani, provenienti da tutta Italia. “Rumors Festival”, sezione musicale curata da Elisabetta Fadini, e “Verona Jazz”, curato da Ivano Massignan, hanno registrato 9.406 presenze totali, quasi 1.500 in più rispetto lo scorso anno, a conferma del successo di un programma di prim’ordine.
Anche quest’anno rientrano nel conteggio del Teatro Romano “Venerazioni”, la rassegna curata da Boxoffice, che ha registrato 2.602 spettatori con Dee Dee Bridgwater e Fiorella Mannoia. Così come le due date di “Zorba il Greco” proposte da Fondazione Arena che hanno bissato il successo dello scorso anno raccogliendo 3258 spettatori.
TUTTI A TEATRO. Si rinnova il successo anche del progetto voluto dall’Amministrazione comunale per trasformare il Teatro Romano in un luogo di cultura sempre più inclusivo e accessibile a tutti, in particolar modo alle persone svantaggiate normalmente escluse dalla vita culturale della città. Nel corso di otto serate sono stati messi a disposizione delle cooperative e associazioni di assistenza del territorio, seguiti dai Servizi Sociali del Comune, 145 biglietti. Grazie al contributo di Fondazione Banca Popolare di Verona e Banco Bpm, e alla partecipazione di Spazio Teatro Giovani è stato garantito non solo l’ingresso gratuito ma anche un servizio di accompagnamento e mediazione culturale.
SOCIAL. Dopo il boom del 2023 con il rilancio dei canali social, il 2024 è davvero l’anno del raccolto che anche sull’online consolida il trend di crescita: nuove fidelizzazioni e un interesse crescente nelle interazioni stimolato dalle nuove attività e collaborazioni, hanno generato sui canali ETV 808.000 nuove coperture, portando la piattaforma FB quasi a quota 10.000 seguaci e l’account IG all’aumento di più di 1.000 follower. Con un mix di contenuti visivi accattivanti, una narrativa coinvolgente e l’uso strategico di collaborazioni e hashtag, in soli 3 mesi sono state realizzate più di 500 stories con menzioni e condivisioni anche da parte degli spettatori, più di 350 post tra reel, foto e video che hanno generato un totale di 24.191 visite con un traffico di 13.000 interazioni. Contenuti originali come la “Yellow Experience”sono stati apprezzati da un nuovo pubblico, che si è reso protagonista sia sui social che durante le serate di festival.
Un feedback significativo è arrivato anche dai MEDIA. Hanno scritto e parlato del Festival le più importanti testate nazionali, oltre alle maggiori agenzie di stampa italiane: Ansa, Adnkronos e Agi. Sono stati pubblicati articoli ed interviste su Corriere della Sera, Il Giornale, Il Messaggero, Libero, Oggi, Io Donna senza contare lo spazio che la Rai ha riservato costantemente al festival. L’aumento di visibilità sulle testate nazionali è stato di oltre il 50% rispetto al 2023. Grande attenzione è stata riservata anche dalle riviste di settore come Hystrio, Corriere dello Spettacolo, The Theatre Times, Artribune, Teatrionline, Sipario. Senza dimenticare tutte le testate locali e regionali che hanno seguito assiduamente gli appuntamenti estivi, con approfondimenti e interviste.