A Verona – chiarisce Michele Bertucco – manca la pianificazione della mobilità – tagliati i fondi per predisporre il PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile).
Le polveri sottili l’8 dicembre scorso sono arrivate a Verona a totalizzare 37 superamenti del limite giornaliero (50 μg/m3), da non superarsi per legge più di 35 giorni in un anno.
Sono di poche settimane fa le ultime stime fornite dall’Agenzia Europea dell’ambiente (Qualità dell’aria in Europa – relazione 2015) sulle morti premature in Italia dovute a polveri sottili, ozono e biossido di azoto: circa 84 mila ogni anno: di queste 59.500 sono addebitate alle micropolveri (PM10 e PM2.5). Questo significa, a Verona città, decine di morti premature all’anno, e centinaia in tutta la provincia, con un corollario di malattie respiratorie, cardiovascolari e tumori.
Non sarebbe il caso che l’Amministrazione ripensasse le politiche sul traffico automobilistico, primaria fonte dell’inquinamento atmosferico urbano? Perché l’Amministrazione Tosi, con l’ultima variazione di bilancio, taglia i fondi per predisporre il PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile)?
La nostra città – continua Michele Bertucco – manca di tutti gli strumenti di pianificazione in materia di mobilità e non si può tornare a parlare di inquinamento solo quando si rinnova l’emergenza Fintanto che gli strumenti urbanistici comunali continueranno a promuovere strade e grandi attrattori commerciali di traffico e a privilegiare il trasporto privato su quello pubblico, tutti gli sforzi richiesti ai cittadini per mantenere bassa la temperatura dei riscaldamenti e spostarsi con maggiore responsabilità sono destinati a rimanere ininfluenti.