È ufficiale. Il Circolo di Verona approda in Parlamento. Businarolo: “Il ministro Trenta risponda”

 
 

A gennaio il Comfop Nord di Padova, da cui dipende il circolo unificato dell’Esercito di Verona, ha disposto la chiusura degli spazi di Castelvecchio, a causa della mancanza di una ditta in grado di erogare beni e servizi previsti per il circolo“.

Questo un primo estratto dell’interrogazione portata al ministro della Difesa Elisabetta Trenta da parte di Francesca Businarolo, parlamentare del Movimento 5 Stelle e presidente della commissione giustizia della Camera dei deputati. Tema: il destino del Circolo Ufficiali di Castelvecchio.

“A oggi l’iter diretto allo svolgimento di una gara pubblica per la concessione in appalto triennale del circolo a una ditta civile è ancora in itinere ma diverse ombre si concentrano sulla ditta Sorico di Catanzaro, a cui nel settembre 2018, l’amministrazione di Padova ha concesso un’aggiudicazione diretta temporanea, per quattro mesi, per consentire lo svolgimento di una successiva gara pubblica.

Ma nel gennaio scorso – prosegue Businarolo – la direzione del Circolo è venuta a conoscenza dei precedenti penali riportati da Francesco Falsetta, padre di Cristiano, amministratore delegato che, nel 2014, insieme al fratello Massimo, fu arrestato dopo la scoperta di un gito di prostituzione legato ai titolari di una attività di bed e breakfast di Catanzaro, a loro riconducibile”.

Una vicenda che contribuisce a complicare il quadro legato alla fruizione di uno spazio importante, non solo per le Forze Armate. “Il Circolo Ufficiali – ricorda Businarolo – si trova in un compendio di estrema importanza artistica ed è una risorsa per tutta la città: anche per questo è urgente trovare un modo per riaprirlo. Al ministro ho chiesto se siano stati rispettati i requisiti previsti dall’articolo 80 del nuovo codice degli appalti, quello che prefigura i motivi fondati di esclusione. Potrebbe essere una strada per riaprire in tempi brevi il Circolo a beneficio dei 900 soci e delle attività socioculturali che lì si tengono, spesso aperte a tutta la cittadinanza”.

 
 

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