E’ nelle amministrazioni locali che le donne che ricoprono ruoli di governo riescono a intervenire maggiormente, a imporre la propria cifra in politica, trovando soluzioni innovative e strutturando un rapporto diretto con la cittadinanza. Un percorso ancora tutto in salita, che tuttavia diventa ancora più ripido in ambito di governo centrale, dove l’autorevolezza e l’autorità femminile declinate attraverso schemi diversi rispetto al modello tradizionale maschile faticano ad affermarsi davanti alle tante difficoltà che la politica delle donne continua a vivere in tutti i campi dalla salute alla scuola, dal lavoro alle amministrazioni pubbliche.
Non sono tuttavia le difficoltà a fermare chi, questo percorso, lo ha già intrapreso o sta per fare. Come testimoniano le donne impegnate in responsabilità politiche, pubbliche e amministrative, provenienti da molte realtà d’ Italia, che oggi si sono incontrare a Verona, in municipio, nella giornata di studio promossa dalla Scuola di Alta Formazione Donne di Governo. Quest’ ultimo, uno spazio trasversale che ha fatto incontrare 250 donne durante gli appuntamenti via via organizzati in Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Lazio e Veneto.
L’incontro è stata l’occasione per ribadire la necessità di portare avanti la novità storica delle donne al governo, tanto più in un contesto sociale caratterizzato da una società sempre più aggressiva e violenta; ma anche di fare il punto sui progressi fatti finora e su quelli per i quali bisogna continuare a lavorare. C’è molto da fare per contrastare l’astensionismo femminile, ancora molto alto, il gap di genere, il sempre drammatico fenomeno dei femminicidi.
“Sono molto contenta che la Scuola di Alta Formazione Donne di Governo, con la rete La città delle donne, abbia proposto alla nostra amministrazione di collaborare in questo importante percorso di consapevolezza della potenzialità femminile nel governo della cosa pubblica e, in particolare, delle città, anche approfondendo e diffondendo un modello di leadership femminile differente dal tradizionale modello maschile – afferma la vicesindaca con delega alla Parità di Genere Barbara Bissoli-. Proprio perché sono differenti le caratteristiche e le modalità dell’agire di governo delle donne, occorre imparare a conoscerle, a riconoscerle e a metterle in atto per provare, insieme, a cambiare la realtà che ci circonda, a partire dunque dalla teorizzazione del valore della differenza di approccio al “potere” delle donne e dalle esperienze di amministratrici e di politiche che un cambiamento positivo sono riuscite ad agire nelle rispettive realtà”.
“È in corso un cambio drastico di paradigma: stiamo transitando nell’epoca del dominio, molto più ostile e molto più difficile da contrastare perché si appoggia alla cosiddetta leadership – Annarosa Buttarelli, Direttrice Scientifica della Fondazione Scuola di Alta Formazione Donne di Governo-. Come donne impegnate con una responsabilita politica, dobbiamo continuare nel tentativo di modificare il modello caratterizzandolo sempre più attraverso i valori nei quali ci ricinosciamo. I risultati sono più visibili e concreti a livello locale che centrale, tuttavia, per quanto riguarda l’orientamento della vita comune, le donne sono sempre state capace di farlo, cercando di far intercettare la loro voce in questa dimensione”.
“Non è stato semplice, ma passi avanti ve ne sono stati, soprattutto negli enti locali- ha aggiunto Cecilia D’Elia, vicepresidente della Commissione Bicamerale d’Inchiesta Femminicidi-. Da evidenziare che, in particolare negli ultimi anni, anche in ambito nazionale la parità di genere è stata registrata come un obiettivo trasversale, anche se l’Italia resta molto in ritardo rispetto ad altri paesi europei. Da capire ora come bisogna portare avanti questo obiettivo, in un contesto italiano che su queste politiche e tardivo nell’agire e nel riconoscere. Bisogna assumere la questione delle donne come un punto centrale dello sviluppo del Paese”.
“C’è ancora molto da fare, lo si comprende dal dato dell’astensionismo femminile molto alto, il posto che ci assegna il gap di genere che si misura a livello mondiale e che ci vede al 79°mo posto e, soprattutto, dal numero di femminicidi con i quali ci dobbiamo confrontare quotidianamente – ha detto la docente di Filosofia del linguaggio Fabrizia Giuliani-. Credo che ci sia tutto lo spazio per ripensare un modello che deve soddisfare finalmente i bisogni delle donne, magari accrescendo di un po’ la loro partecipazione al voto”.
Al tavolo anche la portavoce della rete nazionale Città delle Donne Melinda di Matteo, che ha raccontato l’attività svolta dalla rete dal 2017 ad oggi.
La due giorni di formazione, “Donne e potere: il potere delle donne. Amministrare per restituire”, organizzata insieme alla rete La città delle donne e il Comune di Verona proseguirà domani sabato 20 gennaio con quattro tavoli tematici, condotti in contemporanea con testimonianze da tutto il territorio nazionale di donne che contribuiscono ogni giorno per trasformare il luogo in cui vivono.
Gli argomenti sono autonomia, lavoro e reddito; salute e medicina di genere; scuola, cultura e nuovi linguaggi; partecipazione, territorio e città.
Al primo tavolo parteciperanno Francesca Borgese (Esecutivo USB Campania); Valentina Romano (Capodipartimento Assessorato Politiche sociale Regione Puglia); Antonella Albanese (Sicurezza del lavoro, welfare, Rete Antiviolenza CGIL Brescia).
Al secondo tavolo (salute) interverranno Donatella Albini (Medicina Centro Studi e Informazione sulla Medicina di Genere a Brescia); Alessandra Fuccillo (attivista femminista intersezionale a Pavia); Silvia Soldatesca, psicoterapeuta a Milano.
Al terzo tavolo (scuola) sono invitate Isabella Menechini (Responsabile settore spettacolo cultura di Milano); Donatella Ercolini (Vicepreside Istituto Secondario Elena di Savoia di Napoli) e Beatrice Verzè (consigliera del Comune di Verona).
Al quarto tavolo (territorio) dialogheranno Elena Comelli (Diritto alla casa e le grandi trasformazioni urbane a Milano), Raisa Labaran, consigliera comunale Brescia; Sindi Manushi, Sindaca di Pieve di Cadore. L’evento ha ottenuto il patrocinio di ANCI Nazionale.
A questo link le interviste della prof.ssa Annarosa Buttarelli, della senatrice Cecilia D’Elia e della prof.ssa Annarosa Buttarelli https://www.youtube.com/watch?v=8a6r5rgKuE8