Approvato oggi dalla Giunta comunale il Documento preliminare del Piano di Assetto del Territorio (PAT) di Verona, che delinea una strategia innovativa per la trasformazione della città nei prossimi 15-20 anni. Un risultato significativo per l’Amministrazione Tommasi che definisce così gli indirizzi in attuazione delle linee di mandato 2022-2027.
Rigenerazione urbana e sociale, riuso dell’esistente, sostenibilità ambientale e socio-economica,unitamente all’attrattività. Questi i driver del documento preliminare redatto a seguito di un lungo percorso di ascolto delle direzioni comunali, della cittadinanza, degli stakeholder e dei principali attori della città in vista della redazione dello strumento urbanistico strategico che punta a tracciare la direzione per una Verona più inclusiva e attrattiva, città policentrica dei quartieri, della prossimità e della cura, inserita in un contesto europeo, attrezzata ad affrontare le principali sfide del futuro, dai cambiamenti climatici alla transizione ecologica.
Guidati dalla vicesindaca e assessora alla Pianificazione Urbanistica, Barbara Bissoli, alla redazione del documento preliminare hanno collaborato i tecnici della Direzione urbanistica del Comune, affiancati da un team di esperti coordinati dall’ordinario della Sapienza Università di Roma, Paolo Galuzzi, con saperi e competenze interdisciplinari e un approccio innovativo.
Con l’approvazione del documento preliminare del PAT si propongono alla Città le strategie per lo sviluppo di Verona per gli anni a venire. Una necessità, quella della revisione degli strumenti urbanistici passati, che coincide con l’impostazione politica espressa nel programma dell’Amministrazione comunale e nelle linee di mandato approvate dal Consiglio comunale nel dicembre del 2022.
“Un documento fondamentale perché è destinato a disegnare la città nei prossimi vent’anni – sottolinea il sindaco Damiano Tommasi –. Il preliminare del PAT, fra gli obiettivi del programma di mandato, è la base su cui lavorare adesso. Si tratta di un impegno di particolare rilevanza che richiede ampia visione visto che si tratta di pianificare il futuro. Naturalmente ci sarà un confronto con le associazioni e verranno programmati incontri pubblici con la città. Fra i punti di maggior discussione vi saranno sicuramente le opere infrastrutturali, sulle quali sarà presa una più definitiva posizione politica rispetto all’attuale bozza preliminare. – sottolinea il primo cittadino – Il documento passa ora all’esame e all’approvazione del Consiglio comunale. In quell’ambito ci sarà sicuramente modo di affinare le convergenze su alcuni temi. Gran parte del documento è ampiamente condiviso e non vediamo l’ora che si possa concretizzare perché, ribadisco, è innovativo ed è in linea con la nostra proposta di città”.
“Sono soddisfatta – dichiara la vicesindaca Barbara Bissoli – per l’approvazione del documento preliminare in Giunta, dal momento che è stato fatto finora un lavoro molto significativo e proficuo, tanto per il metodo seguito quanto per i contenuti introdotti: una sintesi innovativa di saperi tecnici e di saperi politici e diffusi, che potrà essere affinata e migliorata nella fase della concertazione con le altre amministrazioni preposte alla cura degli interessi pubblici e con le associazioni economiche e sociali portatrici di rilevanti interessi sul territorio e di interessi diffusi; fase che apriremo a breve con un’assemblea pubblica illustrativa di quello che è un lavoro in continua progressione verso l’adozione del nuovo Piano di Assetto del Territorio che confido di poter presentare all’approvazione del Consiglio comunale entro la fine del 2025”.
Visione futura
Secondo le linee delineate dal documento preliminare del PAT, Verona si propone come una “città laboratorio” per lo sviluppo sostenibile, in cui rigenerazione urbana, innovazione e inclusività sociale convergano per garantire benessere e qualità della vita a tutte le generazioni e fasce della popolazione.
Due orientamenti strategici:
Verona città europea, universitaria e del lavoro, capace di essere attrattiva per i giovani universitari che frequentano e frequenteranno l’Ateneo veronese, e per i lavoratori e le lavoratrici qualificati, che le imprese del territorio richiedono da tempo.
Verona città dei quartieri e della prossimità, tema che avrà un riscontro diretto nel PAT, orientato verso una politica dei servizi e dei bisogni anche socioculturali.
Va ricordato inoltre che il PAT definisce le scelte strategiche di assetto e di sviluppo per il governo del territorio comunale, individuando le specifiche vocazioni e le invarianti che troveranno attuazione successivamente nel Piano degli interventi (PI).
Gli obiettivi del PAT:
- Rigenerazione urbana e sociale: valorizzazione culturale e sociale, rigenerazione dei quartieri, riuso dell’esistente e creazione di spazi pubblici di qualità, il tutto anche in una prospettiva di genere che faccia pensare alla città come “organismo vivente”, che privilegia le relazioni e le connessioni tra i luoghi di vita e di lavoro.Consolidando, inoltre, il ruolo di Verona come città universitaria.
- Sostenibilità ambientale: protezione del patrimonio naturale e della biodiversità, promuovendo la valorizzazione e la creazione di infrastrutture verdi e blu anche per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e favorire la transizione ecologica. Potenziamento del Trasporto Pubblico Locale (TPL) e individuazione di nuove dorsali ciclabili, favorendo la mobilità dolce.
- Nuovo progetto di suolo: ripensamento del progetto di suolo per un suo uso positivo e consapevole, tenendo conto dei diversi elementi che compongono il territorio, dall’acqua ai campi agricoli, dalle infrastrutture alle aree dismesse della città. Un processo che si inserisce nel solco della legge regionale 14/2019, “Veneto 2050: politiche per la riqualificazione urbana e la rinaturalizzazione del territorio”, oltre che rispondere agli obiettivi posti dalla normativa europea del Green Deal. Il progetto di suolo per Verona è orientato anche a perseguire gli obiettivi fissati dal Regolamento (EU) 2022/869 della Nature Restoration Law.
- Ascolto e partecipazione: coinvolgimento attivo di cittadine e cittadini, istituzioni e stakeholder per raccogliere bisogni e desiderata, dei quali si è tenuto conto nella redazione nel documento preliminare.
- Cura della città: incrementare la qualità degli spazi e dei servizi pubblici, anche nella prospettiva della Rete italiana Città Sane, un progetto promosso dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) per supportare i Paesi nel promuovere la concezione e la consapevolezza della salute pubblica, di cui Verona fa parte dal gennaio 2023.
- Innovazione sociale ed economica: sostenendo settori strategici e promuovendo nuove forme dell’abitare, anche introducendo le c.d. infrastrutture sociali (affordable-social housing e student housing).
I tre telai
Per abilitare i processi di rigenerazione urbana e territoriale sostenibile, nonché di transizione ecologica, il disegno strutturante del PAT di Verona ha come cornice di riferimento tre telai, che fungono da programma progettuale, con un metodo espressivo innovativo che traduce – anche graficamente – alcune delle visioni strategiche contenute nel documento preliminare.
1. Telaio ecologico-ambientale, costituito dal sistema degli spazi aperti che strutturano la rete delle infrastrutture verdi e blu alla scala urbana e territoriale, guidando il processo di rigenerazione in un’ottica di pianificazione resiliente delle città.
Sei i sistemi che compongono il telaio ecologico-ambientale a scala urbana:
- il sistema del fiume Adige;
- il sistema delle acque e delle Risorgive;
- il sistema delle Fortificazioni;
- il sistema delle valli e delle colline;
- il sistema del verde urbano con l’area della Spianà, l’area dello Scalo merci e le aree delle ex cave dismesse;
- il sistema della cintura agricola.
2. Telaio storico-culturale, i cui elementi, a Verona, si integrano profondamente con il telaio ecologico-ambientale. Cardine di questo telaio sono sicuramente i “centri storici”, le parti del territorio interessate da agglomerati urbani che rivestono carattere storico, artistico, di particolare pregio paesaggistico-ambientale o testimoniale. A questi si aggiunge il sistema fortificato veronese, costituito dalle permanenze di cinque successive “cinte”, un insieme complesso di strutture militari, di relazioni fisiche e immateriali che costituisce un elemento da riscattare nel progetto generale di rigenerazione della città contemporanea.
3. Telaio infrastrutturale, sviluppato su due direttrici: l’attenzione al trasporto pubblico locale (TPL) e, in particolare, alla filovia che potrà essere estesa fino ai confini comunali, integrata con il Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale (SFMR) che potrà essere sviluppato per ripensare i servizi ferroviari che convergono sulla Città sviluppando connessioni territoriali “metropolitane” anche di medio raggio, e allamobilità dolce – con misure di regolamentazione della circolazione e di moderazione della velocità e del traffico privato; sviluppo delle dorsali ciclabili e possibile miglioramento puntuale del sistema viario urbano, al fine di delineare processi virtuosi di protezione dal traffico di attraversamento – con la prospettiva di ridurre la quota modale di utilizzo dell’auto privata in città sotto il 40 per cento.
Il Telaio infrastrutturale rappresenta, quindi, l’insieme delle infrastrutture, fisiche e dei relativi serviziinsistenti su di esse, che costituiscono le reti principali a servizio della mobilità del territorio comunale. Esso, in sintesi, comprende principalmente il potenziamento delle infrastrutture per il trasporto pubblico, parcheggi scambiatori, elementi di regolamentazione della circolazione e moderazione del traffico, percorsi ciclabili prioritari e, eventualmente, in seconda battuta, in una dimensione anche temporale, alcuni tratti viari urbani.
L’integrazione dei tre telai promuoverà una rigenerazione urbana e territoriale sostenibile, in una visione orientata alla transizione ecologica e alla creazione di una città policentrica e della prossimità.
Le otto “città”: una nuova prospettiva per Verona
1. Verona città dell’acqua e del suolo: riconoscimento del Parco dell’Adige come corridoio ecologico a valenza regionale, valorizzando i percorsi ciclo-pedonali esistenti e gli itinerari lungo il fiume e riqualificando le aree fluviali, zone umide e aree boscate. L’acqua e il suolo, che con le loro risorse e qualità caratterizzano Verona in modo unico, divengono matrici della nuova pianificazione con i sei sistemi proposti dal telaio ecologico-ambientale. Il documento preliminare propone, inoltre, di mantenere ed incentivare l’agricoltura nelle aree periurbane, perché ne riconosce il ruolo fondamentale di connessione tra l’area metropolitana e gli ambiti a più elevata valenza ambientale presenti sul territorio comunale, dando impulso alla multifunzionalità e diversificazione delle aziende rurali, oltre che a sistemi di collegamento di diversa natura, che diano vita ad un sistema agricolo a servizio del contesto urbano circostante.
2. Verona “città sana”, città resiliente e biofilica, con attenzione ai servizi ecosistemici: promozione della consapevolezza della salute pubblica, della prevenzione e del superamento delle minacce e dei rischi per la salute, di un nuovo modello di sviluppo urbano, più centrato sulla valorizzazione della natura e sul miglioramento delle condizioni di benessere e di salute della popolazione e degli ecosistemi, in cui il verde diventa elemento strutturante dello spazio urbano, e sulla riduzione e mitigazione della vulnerabilità e dei rischi ambientali e antropici. Attenzione ai servizi ecosistemici di regolazione dell’aria, del clima, delle acque, dell’impollinazione, di supporto alla formazione e rigenerazione del suolo e relativi all’eredità culturale. Integrazione dell’imponente patrimonio storico-culturale nel sistema della rete verde.
3. Verona città della filovia: realizzazione e sviluppo della filovia come un’opportunità per la città, come occasione per un ampio riassetto, oltre che della sede stradale, anche della riqualificazione dello spazio pubblico e dei luoghi che attraversa. Riconoscimento del progetto del sistema di trasporto filoviario come opportunità per ricucire diverse parti della città e per innescare processi di rigenerazione urbana diffusa, in un’ottica di costruzione di una città policentrica.
4. Verona città storica: strategia di tutela e conservazione del patrimonio edilizio esistente, che si affianca al contenimento delle distorsioni causate dalla pressione turistica e dalla diminuzione dei residenti. Difesa della vitalità e vivibilità della città storica, con particolare attenzione all’incentivazione della diversificazione e all’arricchimento del tessuto commerciale, all’offerta di servizi. Attuare la rigenerazione, anche attraverso la valorizzazione dell’ambito della Cinta Magistrale, e la riqualificazione edilizia di edifici all’interno del centro storico, che potrebbero essere luogo per sperimentare politiche abitative e sociali specifiche introducendo nuove forme di abitabilità e modelli abitativi condivisi che favoriscano la mixitè. Promozione e sviluppo di un turismo sostenibile, supportato da servizi ed infrastrutture di accoglienza che, unitamente ad altre politiche di carattere culturale, rappresentino un’opportunità per rafforzare l’attrattività di tutta la città, salvaguardando e favorendo la presenza di cittadine e cittadini che partecipano alla vita locale, presidiano e curano gli spazi urbani.
5. Verona città dei quartieri: un’idea di città policentrica dei quartieri, tra loro collegati, che integri le diverse funzioni (residenza, servizi primari, sport, cultura, lavoro e socialità) e che ponga al centro la “cura” intesa come cura dell’ambiente e di chi lo abita. Sul territorio comunale è stato identificato un mosaico di 36 quartieri fondato sul policentrismo storico di Verona e riconosciuto dalle comunità locali in termini di identità.
6. Verona città laboratorio della trasformazione e rigenerazione urbana e ambientale:Verona ha un’ampia disponibilità di ambiti sui quali intervenire, localizzati principalmente in quella parte di città ‘cuscinetto” fra il centro storico e la ZAI storica. Tali ambiti, se considerati insieme, consentirebbero di compiere una ricomposizione della città nelle sue parti esistenti oggi separate, provando a immaginarle come unico sistema strategico anche per la rilocalizzazione di grandi funzioni urbane attrattive oggi tutte concentrate nel nucleo storico, perseguendo un mix funzionale.
7. Verona città universitaria, del lavoro, delle attività e dell’innovazione: Il PAT non proporrà di individuare ulteriori nuovi luoghi di attività manufatturiere, di cui Verona è satura, ma si orienterà su tre linee e contesti di azione: prima, la polifunzionalità nei luoghi della rigenerazione urbana complessa nelle aree dismesse e degradate di più significativa dimensione. Seconda, la profonda rigenerazione e riconversione molecolare della ZAI storica, sia con riferimento alle aree lungo l’asse di Via del Lavoro-Via delle Nazioni, sia delle realtà più interne prossime ai quartieri di Borgo Roma e Golosine-Santa Lucia. La terza è rappresentata dall’area della Marangona, che consente uno sviluppo pianificato organico della vocazione dell’area, indirizzandola verso la ricerca, l’innovazione, lo sviluppo e il trasferimento tecnologico (con regia pubblica). Il documento preliminare del PAT consolida il ruolo di Verona come città universitaria che attrae un numero considerevole di studentesse e studenti e la straordinaria e positiva crescita del sistema universitario, avvenuta senza un’adeguata pianificazione conseguente in grado di accogliere la popolazione studentesca; il nuovo piano dovrà valorizzare questa risorsa progettando un’accoglienza coerente con l’attrattività, riconducibile all’accessibilità abitativa, di servizi e di mobilità.
8. Verona città abitabile, inclusiva e attrattiva: favorire una crescita demografica basata sulla rigenerazione urbana e la riqualificazione dell’ampio patrimonio esistente, costruito e naturale, puntando ad offerte attrattive per popolazione ed imprese. Per favorire una società inclusiva si dovrà agire sia sull’offerta dei servizi di prossimità e cura, sia su un’efficace strategia di diffusione dell’edilizia residenziale sociale e di quella pubblica, entrambe affrontate in un’ottica innovativa, sotto il profilo del coinvolgimento attivo della cittadinanza, favorendo processi di innovazione sociale.