Diverbio stradale degenera in aggressione: padre e figlia in ospedale

 
 

Sono di 10 giorni per il padre e di 3 per la figlia neo diciottenne, le prognosi dei medici del Pronto Soccorso dell’Ospedale Civile Maggiore di Verona, dove le malcapitate vittime, a seguito di un diverbio stradale, sono state trasportate per l’aggressione subita da due cittadini rumeni, successivamente rintracciati ed arrestati dai poliziotti delle Volanti con l’accusa di “lesioni personali aggravate e danneggiamento aggravato”.

I fatti risalgono alle ore 22,35 di sabato, teatro della vicenda Corso Milano, all’altezza del Supermercato LIDL; qui due rumeni, palesemente ubriachi avevano occupato la careggiata, causando intralcio alla circolazione, in particolar modo, ostruendo il transito dell’autovettura Toyota Yaris, a bordo della quale si trovavano il conducente, un uomo 47enne, nigeriano e sua figlia 18enne.

L’invito a spostarsi per poter proseguire la marcia, accompagnato dal suono del clacson, infastidiva i due rumeni che di tutta risposta prendevano di mira l’auto guidata dal nigeriano colpendola con calci e pugni. Stessa cosa accadeva nei confronti dello stesso conducente che nel frattempo era sceso dal veicolo: sberle, pugni e calci sferrati ripetutamente fino a farlo cadere a terra.

La figlia, impaurita per le sorti del padre, scendeva dall’autovettura per soccorrerlo ma, suo malgrado, veniva raggiunta da schiaffi e presa dai capelli; poi, una volta che le vittime erano oramai distese a terra, i due rumeni si allontanavano a piedi, in direzione via Archimede.

Mentre la ragazza si rialzava e provvedeva a raccogliere i suoi effetti personali persi durante l’aggressione, suo padre risaliva sull’autovettura seguendo a distanza i suoi aggressori ed allertando ad intervenire sul posto la Polizia.

Ma, al sopraggiungere dell’autovettura condotta dal nigeriano, i due rumeni lo avvicinavano nuovamente, lo trascinavano con forza fuori dall’abitacolo e armati di bottiglie di vetro, lo picchiavano lasciandolo esanime a terra. La ragazza, che nel frattempo aveva raggiunto il padre in via Archimede, teatro del secondo episodio di aggressione, sotto choc invocava, urlando a squarciagola, l’aiuto dei passanti.

In effetti al 113 giungevano diverse segnalazioni di lite nella citata via e quando i poliziotti delle Volanti sono arrivati sul posto, alcuni di loro segnalavano agli agenti che i due aggressori si erano rifugiati in un condominio, indicandoglielo.

Grazie a questo prezioso indizio, i poliziotti individuavano l’appartamento occupato dai predetti rumeni e dopo un loro vano tentativo di eludere le proprie responsabilità, venivano fermati, accompagnati in Questura e all’accertamento delle loro responsabilità, tratti in arresto.

Trattasi di S.A., classe 1987 e G.V., classe 1980, entrambi rumeni e residenti a Verona; gli stessi, ieri mattina, sono stati condotti dinanzi all’A.G. la quale mentre ha convalidato l’arresto della Polizia ha altresì sottoposti i predetti all’obbligo quotidiano della firma in Questura, in attesa del processo che è stato differito al prossimo 19 marzo, attesa la richiesta dei termini a difesa.

 
 
Davide Caldelli
Sono di Verona, nato il 15 gennaio, quindi Capricorno. Ho un temperamento deciso ma anche la giusta allegria per le origini senesi del nonno paterno. Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo conseguita con il massimo dei voti. Iscritto All’ODG del Veneto, nel tempo libero sono istruttore minibasket a Lugagnano. Scrivo per il Corriere dello Sport. Credo neello sport per tutti. Nel 2014 la mia passione mi ha portato a Sochi per seguire i Giochi Paralimpici Invernali. Amo il Teatro: Shakespeare in particolare. Mi piace il nuoto e quando posso vado in mountain bike. Sono sincero: dico sempre quello che penso. Sempre di corsa ma mi piace così.

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