Con Deliberazione n. 22 del 14 marzo 2019 il Presidente della Provincia di Verona, Manuel Scalzotto, autorizza la Provincia di Verona a resistere nel giudizio avanti il T.A.R. Veneto promosso dal Comune di Legnago, avverso le Determinazioni provvisorie di urgenza del Settore Ambiente per lo smaltimento dei rifiuti urbani dei Comuni del territorio provinciale presso l’impianto di Ca’ del Bue a Verona e presso la discarica di Torretta a Legnago.
Nel 2014 la Giunta provinciale ha autorizzato la costituzione nel giudizio avanti il T.A.R. Veneto promosso dal Comune di Legnago contro la Provincia di Verona e nei confronti di AMIA Verona S.p.a. e di AGSM Verona S.p.a., avverso le determinazioni del settore ambiente con le quali è stato disposto che i Comuni appartenenti ai bacini VR1, VR2 e VR5 (tranne uno) conferiscano i propri rifiuti urbani presso gli impianti di AMIA e di AGSM (Ca’ del Bue), destinando alla discarica di Torretta, affidata in gestione a Legnago Servizi S.p.a., (di cui il Comune ricorrente di Legnago è socio al 51%) un quantitativo pari a 25 tonnellate/giorno dei rifiuti medesimi conferiti presso l’impianto di AMIA, oltre allo scarto secco e umido di quelli trattati presso l’impianto di Ca’ del Bue e a quelli dei rimanenti Comuni.
Tra i motivi oggetto del contenzioso il Comune di Legnago ha rilevato che per la discarica di Torretta la Regione Veneto, nel 2009, ha rilasciato apposita A.I.A. finalizzata alla messa in sicurezza permanente e al ripristino ambientale del lotto iniziale, (risalente ai primi anni ’80, posto nell’alveo dismesso del fiume Tartaro, privo di impermeabilizzazione artificiale) da finanziarsi con l’apporto, nella parte in ampliamento, di nuovi quantitativi di rifiuti. Le determinazioni provinciali di fatto riducono i conferimenti, a vantaggio di AMIA e AGSM, determinando le accuse di illegittimità e di ingiustizia delle stesse, oltre che prive di motivazione, addotte dal Comune di Legnago.
La Provincia si è costituita in tale giudizio controdeducendo che:
- le determinazioni impugnate costituiscono esplicazione di funzione di organizzazione dello smaltimento dei rifiuti urbani, dalla legge assegnati espressamente alla competenza delle Province;
- l’approvazione regionale del progetto di messa in sicurezza della discarica di Torretta non costituisce atto di pianificazione dei flussi dei rifiuti da destinare ad essa e non assicura al gestore l’effettivo conferimento dei rifiuti, operando ogni impianto in regime di libero mercato;
- provvedimenti provinciali impugnati sono improntati al rispetto dei principi di preminenza del recupero dei rifiuti rispetto alla smaltimento in discarica e di conferimento in base al principio di prossimità al luogo di produzione.
Seguono ulteriori tre ricorsi per motivi aggiunti con cui il Comune di Legnago ha impugnato le successive determinazioni del settore ambiente con le quali la Provincia ha rinnovato fino a luglio 2016 le disposizioni assunte con la prima determinazione impugnata.
Per la discussione del ricorso e dei successivi quattro atti per motivi aggiunti il T.A.R. Veneto ha fissato l’udienza pubblica il prossimo 30 aprile 2019.
Ancora una volta la questione è solo ed esclusivamente economica, meno quantità di rifiuti conferiti in discarica meno ricavi per il Comune di Legnago attraverso la partecipata con l’evidente conseguente impatto anche sul bilancio comunale.
Ancora una volta viene disatteso e inascoltato lo studio prodotto dalla consulente scientifica in materia ambientale Marina Lecis sulla discarica che ha mostrato nelle vicinanze della discarica la presenza oltre la soglia consentita di sostanze come ferro ed arsenico nelle acque della falda e in quelle utilizzate per l’irrigazione. Nella falda è stata trovata nell’acqua una quantità importante di Pfas e di cobalto.
Ricordo inoltre che che ad oggi è stato presentato un esposto alla procura scaligera da parte del primo cittadino Massimo Biancardi, sindaco di Castelnuovo Bariano, comune del rodigino toccato dalla discarica. Inizialmente sembrava che il tutto venisse archiviato per il mancato riscontro di elementi penalmente rilevanti ma successivamente il giudice per le indagini preliminari ha però deciso per un supplemento d’indagine affidato ora ad un altro sostituto procuratore, il dottor Gennaro Ottaviano. La magistratura veronese vuole dunque continuare ad indagare su di una discarica che alcuni definiscono una bomba ecologica.
Il prossimo mese torneremo a Torretta per filmare e documentare la presenza, o meno, anche quest’anno del colore ferriginoso dell’acqua che transita nei canali di irrigazione utilizzati dagli agricoltori.
Alberto Speciale