Il convegno promosso ieri mattina agli ex Magazzini generali dal Partito Democratico sul tema del diritto alla casa, si è rivelata una occasione feconda per fare il punto della situazione dei progressi, piccoli e grandi, registrati nell’ultimo anno in tema di iniziative di contrasto della grave emergenza abitativa in corso, e per discutere della possibilità, illustrata nel documento del Pd veronese sottoscritto dal Segretario provinciale Franco Bonfante, dal responsabile Diritti Gianfranco Falduto, dal responsabile del Centro Studi Pd Verona Stefano Brunello e dalla coordinatrice del tavolo Casa del Pd Verona Alessandra Salardi, di attivare una cabina di regia sulla base di un patto di collaborazione tra amministratori, enti pubblici, categorie economiche, associazionismo e terzo settore. In collegamento da Strasburgo, l’eurodeputata Irene Tinagli ha offerto una panoramica di come si muoverà la nuova Commissione Energia e Housing da poco insediata.
Una proposta alla quale il Sindaco Damiano Tommasi ha detto un sostanziale sì, spiegando che le categorie economiche stanno già ragionando in questo senso con l’obiettivo di trattenere sul territorio la manodopera e i propri collaboratori, ma anche per attrarre investitori e investimenti. Invitando a parlare dei “treni che stanno partendo e che possiamo ancora trattenere” piuttosto che di quelli che sono già “partiti”, con riferimento al decentramento dei servizi bancari e assicurativi e alla necessità di offrire un contesto accogliente e attrattivo per i giovani e per nuovi investitori, Tommasi ha posto il tema della collocazione di Verona nel panorama socio-economico internazionale, che ci vede punto strategico dell’area vasta che ha Milano come riferimento pressoché mondiale.
L’urbanista Giulio Saturni ha provveduto a dare una misura ai bisogni abitativi della città, stimando in circa 5 mila unità la necessità di alloggi nel medio-lungo periodo e in 100 milioni di euro il costo di un possibile Piano dell’Abitare che porti a riequilibrare l’offerta di residenzialità pubblica, che a Verona, come nel resto del Paese, è ampiamente sotto dimensionata per ragioni storiche.
Numeri che sono stati sostanzialmente confermati dalla Vicesindaca e assessora all’Urbanistica Barbara Bissoli, che sta curando il documento preliminare del Pat, pronto probabilmente prima di Natale, da cui emerge una necessità di circa 5.500 alloggi per controbilanciare l’inverno demografico che attanaglia anche la nostra città. Bissoli ha assicurato la massima attenzione dell’amministrazione comunale nel rispettare le quote di edilizia residenziale pubblica (ERP) che la Legge urbanistica regionale veneta prevede siano riservate nel soddisfacimento del bisogno di nuovi alloggi. Un impegno e un dovere che negli ultimi 15 anni era uscito dai radar della politica locale.
Quella di una Consulta tra amministrazioni comunali, amministrazione provinciale e associazioni datoriali è stata anche l’esigenza espressa dal presidente di Apindustria Verona Claudio Cioetto, il quale, con riferimento al tema dell’emergenza abitativa, ha sottolineato: “Noi associazioni di categoria non possiamo più permetterci di avere percorsi diversi rispetto alle amministrazioni comunali”.
Se il presidente dei piccoli proprietari Appc Verona Vincenzo Peritore ha sottolineato la mancanza di tutela rispetto ai rischi di insolvenza a cui vanno incontro i locatori, il rappresentante dell’Unione degli Studenti Universitari Udu Verona Adrian Nircaha dato una lettura dei numeri relativi al disagio abitativo della popolazione studentesca dell’ateneo veronese: 500 alloggi per 6 mila fuorisede su un totale di circa 28 mila studenti.
La presidente Agec Anita Viviani ha illustrato le modifiche allo Statuto aziendale e al Regolamento per l’assegnazione degli alloggi a canone convenzionato, deliberate dall’intero cda Agec, che già oggi consentono all’azienda un approccio molto più proattivo, in un’ottica anche più imprenditoriale, nella ricerca dei capitali necessari a ridurre lo sfitto storico (di cui ha spiegato la genesi facendo riferimento ad alcune crisi aziendali del passato che ne hanno favorito l’accumulo) e nel rispondere ai bisogni di un’utenza, fatta anche di lavoratori e studenti, che non è quella tradizionale di Agec. Viviani ha posto l’accento sulle semplificazioni e la de-burocratizzazione che permettono ad associazioni, istituzioni pubbliche e private, terzo settore di ricevere risposte in tempi brevi e secondo un percorso condiviso e partecipato.
A riscontro dei passi in avanti fatti, Marco Zampese in rappresentanza di Caritas diocesana, ha parlato dello stato dell’arte del progetto che vede riunite, al fine di fare massa critica, 18 associazioni veronesi del terzo settore, che si stanno organizzando per chiedere in gestione una cinquantina di alloggi che non fanno parte della programmazione dei riatti Agec. Renzo Fior della cooperativa sociale “La casa per gli immigrati” ha esposto le grandi potenzialità delle associazioni di volontariato nel reperire risorse per lenire l’emergenza abitativa sebbene, su alcuni singoli progetti, rimangano delle difficoltà nel rapportarsi con le amministrazioni comunali. Loredana Aldegheri per Mag Verona ha aperto uno squarcio sulle sperimentazione di nuove soluzioni di housing sociale che, non senza difficoltà, sono in atto anche nella nostra provincia.
I segretari generali delle associazioni degli inquilini Lorisa Vaccari (Sunia Cgil), Franco Scinico (Sicet Cisl), Luigi Sperani(Uinat Uil) hanno portato il proprio contributo al dibattito lanciando più di un richiamo alla politica che negli ultimi decenni avrebbe dato troppo spazio alle soluzioni offerte dal mercato. “Ora che l’ingranaggio del mercato si è intoppato, si sente la mancanza di un forte attore pubblico” hanno sottolineato.
Le conclusioni della mattinata di confronto sono state affidate all’assessore all’Edilizia popolare del Comune di Verona Federico Benini che, nelle vesti del militante e dirigente politico, ha lodato l’attenzione al sociale “che sempre deve caratterizzare una forza di centrosinistra”, e nella sua veste istituzionale ha annunciato l’imminente presentazione di un piano Peep da 63 mila metri cubi per un totale di una cinquantina di appartamenti distribuiti tra il Basson e San Michele.