“Questa nomina”, ha detto il vescovo, “rappresenta una doppia bella novità per la nostra Chiesa: è una laica ed è una donna, per un ruolo che tradizionalmente viene ricoperto da un presbitero o da un diacono, ed è un bel segnale per la nostra diocesi”.
Non finisce di sorprendere il ministero episcopale del vescovo di Padova Claudio Cipollla.
Claudio Cipolla nasce a Goito (provincia e diocesi di Mantova) l’11 febbraio 1955. Nel 1966 è entrato nel seminario di Mantova. Il 16 dicembre 1978 è stato ordinato diacono e il 24 maggio 1980 viene ordinato presbitero.
Il 18 luglio 2015 Papa Francesco lo nomina vescovo di Padova, succedendo ad Antonio Mattiazzo. La scelta “che ha spiazzato un po’ tutti”, come ha dichiarato lo stesso Mattiazzo, è caduta su una persona semplice e poco conosciuta rispetto ai candidati ipotizzati da tempo dai giornalisti per l’importante cattedra padovana.
Il 27 settembre 2015 Cipolla riceve l’ordinazione episcopale dal vescovo Roberto Busti e il 18 ottobre successivo entra in diocesi prendendone possesso, diventando così anche vice-gran cancelliere della Facoltà teologica del Triveneto.
Dopo poche settimane dall’ingresso in diocesi, balza alle cronache nazionali per aver proposto di fare “tanti passi indietro” sui simboli natalizi, pur di mantenere relazioni fraterne coi non cristiani. A causa di tali esternazioni, si guadagna le critiche di alcuni esponenti politici, tra cui il presidente del Veneto Luca Zaia e l’allora sindaco di Padova Massimo Bitonci.
Ma l’operato del vescovo non è fatto solo di parole ma anche di scelte concrete in controtendenza rispetto allo “status quo“, in tal senso la scelta di Papa Francesco probabilmente non è stata casuale. Infatti la Diocesi patavina guidata da mons. Claudio Cipolla, il 13 ottobre 2018 per il terzo anno consecutivo (ovvero dall’inizio dell’insediamento vescovile) ha presentato il “Bilancio dell’ente Diocesi” (ne abbiamo parlato qui) (stato patrimoniale, conto economico, nota integrativa) raffrontato con l’anno precedente; i rendiconti delle parrocchie; le assegnazioni dell’8 per mille; i dati aggregati dei bilanci di altri enti diocesani. I “numeri” che raccontano la sua attività, le sue scelte, il suo operato, ma che indicano anche direzioni e prospettive sono pubblicati nel Rapporto annuale 2017 .
Adesso la Diocesi compie un’altra scelta contraria all’ortodossia imperante, ovvero ha nominato una donna, laica, nel ruolo di Economo diocesano e Direttore dell’Ufficio Amministrativo della Diocesi di Padova. Si chiama Vanna Ceretta, ha 56 anni, è sposata e madre di tre figli. Dopo aver lavorato per 18 anni nell’Ufficio missionario diocesano come coordinatrice, nel 2014 Ceretta era diventata coordinatrice dell’Ufficio amministrativo e dell’Economato della Diocesi di Padova e nel 2016 responsabile dell’Ufficio Amministrativo.
Il passaggio di responsabilità comporterà il compito di: occuparsi della gestione amministrativa e dei beni dell’ente diocesi; provvedere alle spese disposte dal vescovo; sottoporre al Consiglio per la gestione economica il bilancio consultivo della diocesi e contemporaneamente ha una funzione di vigilanza sull’amministrazione dei beni sugli altri enti ecclesiali facenti riferimento alla diocesi. “Ringrazio il vescovo Claudio per questa nomina, è un dono e una responsabilità che metto a servizio della mia Chiesa” – è il primo pensiero di Vanna Ceretta –.
A dare l’annuncio è stato lo stesso vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla: “Sono particolarmente contento di questa nomina”, si legge in una nota, “perché valorizza capacità, competenze, esperienza e spirito ecclesiale di una persona che ha lavorato per molto tempo in vari ambiti della nostra Diocesi in modo costruttivo. In questi anni ho potuto conoscere personalmente la sua disponibilità verso una missione che le è affidata dalla Chiesa e che lei ha accolto con generosità per poter contribuire alla vita e alla missione stessa della Chiesa di cui lei si sente figlia”.
il vescovo Claudio ha preso sul serio le competenze laicali, in piena consonanza con il Concilio e Papa Francesco (vedere “Evangelii Gaudium, 103”).
Riuscirà la diocesi scaligera alla guida di mons. Giuseppe Zenti (7 marzo 1947) a farsi contagiare dalla ventata modernista Padovana oppure dovremo attendere il suo successore?. Un’attesa relativamente breve atteso che “compiuti i 75 anni, i Capi Dicastero della Curia Romana non Cardinali, i prelati superiori della Curia Romana e i vescovi che svolgono altri uffici alle dipendenze della Santa Sede, non cessano ipso facto dal loro ufficio, ma devono presentare la rinuncia al Sommo Pontefice”.
Alberto Speciale