La digitalizzazione informatica della popolazione.
La mobilità sostenibile, con l’incremento e il rinnovo degli autobus destinato al trasporto pubblico.
E, infine, il recupero di alloggi di edilizia residenziale pubblica, per contrastare il disagio abitativo e la povertà socio-economica.
Sono questi alcuni dei principali progetti avviati sul territorio cittadino, da Comune e Aziende partecipate veronesi, grazie ai fondi europei destinati allo ‘Sviluppo urbano sostenibile del Veneto”.
Interventi mirati, volti a migliorare la qualità della vita della popolazione e i servizi a lei destinati.
L’assessore ai Fondi UE Francesca Toffali, intervenuta oggi all’incontro “Fondi Europei 2014-2020 per lo Sviluppo Urbano Sostenibile del Veneto – La Strategia dell’area Urbana di Verona”, ha illustrato il programma di digitalizzazione avviato sul territorio.
Un piano d’intervento che conta su un finanziamento europeo pari a 700 mila euro, che ha portato all’apertura a luglio scorso, della prima vera e propria ‘palestra digitale’, con tanto di corsi di formazione, spazi per il co-working e laboratori.
Il tutto realizzato in via Marchi, negli spazi dell’ex scuola Scuderlando di Borgo Roma, ‘37100Lab’.
Si punta ad offrire un’acculturazione digitale per tutti, giovani e adulti, ma anche a sviluppare nuove idee per migliorare i servizi pubblici.
Oltre all’Innovation lab di Borgo Roma, con i fondi saranno presto aperti altri due centri simili, uno a Veronetta nel palazzo Bocca Trezza e l’altro a Parona nel centro anziani di largo Stazione Vecchia.
E poi ancora a Casa Novarini a San Giovanni Lupatoto, nella biblioteca comunale di San Pietro in Cariano e nel centro anziani di Buttapietra.
“Il Comune – spiega l’assessore Toffali – è risultato assegnatario di un finanziamento regionale di 700 mila euro per il progetto ‘Percorsi digitali veronesi’, presentato in collaborazione con i Comuni di San Giovanni Lupatoto, San Pietro in Cariano e Buttapietra. Fondi che sono stati immediatamente investiti sul territorio. Le palestre digitali devono diventare luoghi di incontro e aggregazione, ma anche formazione per ragazzi e adulti. L’età media a Verona è di 44-45 anni, il che significa che tanti cittadini non sono avvezzi alla tecnologia come i giovanissimi. L’obiettivo è colmare questo vuoto di conoscenza, in particolare ora, che causa pandemia siamo obbligati ad un maggior uso dei sistemi informatici, nel lavoro e nei rapporti sociali”.