D’Arienzo: “Su Ca’ Bianca non accetto intimidazioni, voglio tutelare i cittadini”

 
 

Respingo ogni tentativo di intimidazione da parte di chiunque per le attività che ho svolto in merito alla vicenda della discarica Cà Bianca di Zevio. Ho chiesto al ministro Salvini di tutelare i cittadini che fanno lo stesso ed ho sollecitato la Presidente del Senato ed il Presidente della Commissione d’Inchiesta sul Ciclo dei Rifiuti ad intervenire a tutela delle libere espressioni di un Senatore nonché membro della Commissione

Sceglie queste parole Vincenzo D’Arienzo, esponente del Partito Democratico, per definire lo stato presente della vicenda che coinvolge il piccolo comune di Zevio.

Pochi giorni fa – prosegue D’Arienzo – ho segnalato ai Ministri dell’Ambiente e della Salute la riscontrata presenza di PFAS – così come emerso da mirate analisi svolte da ARPAV l’1 e 2 ottobre 2018 – nel percolato della discarica Cà Bianca, con concentrazioni elevate e nelle acque di falda, ancorché, in questo caso, con valori inferiori alla soglia stabilita dalla Regione Veneto per le acque potabili“.

Successivamente, ho ricevuto una comunicazione scritta da parte dell’avvocato del legale rappresentante della società che gestisce la discarica in argomento con la quale, oltre ad una specifica disamina di una nota della Regione Veneto che non esclude la presenza di PFAS, ma che ribadisce quanto ho sostenuto nell’interrogazione, ovvero che per l’acqua di falda i valori rilevati sono sotto la soglia prevista per il consumo umano dell’acqua potabile, sono stato “diffidato per il futuro a divulgare diffamanti e soprattutto allarmanti notizie” e a “tenere in debita considerazione la nota, fatto naturalmente salvo ogni e più ampio diritto di natura risarcitoria in capo al nostro assistito”.

Stante la vigenza dell’articolo 68, primo comma della Costituzione, nonché la veridicità dei dati esposti nell’interrogazione e rilevati dalla nota ARPAV, nonché la conferma da parte della Regione Veneto con la nota sopra richiamata, nonché le indagini della Procura della Repubblica di Verona – ovvero tutti elementi di fatto certamente conosciuti dal legale – posso ragionevolmente ritenere che la nota assume i contorni di una velata intimidazione.

Conclude il senatore del PD: “La respingo con forza e convinzione e non finirò di seguire la vicenda fino a quando i contaminanti in questione non saranno debellati“.

crediti fotografici: ilnuovolupo.it

 
 

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