Danza al Camploy: “Con me cadi”, giovedì 1 marzo

Compagnia Naturalis Labor Where we forgot / The Gardeners Coreografia e Regia: Silvia BertoncelliCon: Silvia Bertoncelli, Valentina Dal Mas, Stefano Roveda, Paolo OttoboniMusica: Gyorgy Ligeti, Ben Frost, Colin StetsonCostumi:Chiara DefantScenografia: Silvia Bertoncelli, Paolo OttoboniLuci:Claudio Modugno, Silvia Bertoncelli, Paolo OttoboniUna produzione: Naturalis Laborcon: Festival Oriente OccidenteCon il sostegno di: MIBACT/Regione Veneto/Provincia di Vicenza/Comune di Vicenza/Arco Danza - Vicenza Teatro Astra 2017
 
 

Secondo appuntamento al teatro Camploy giovedì 1 marzo alle 20.45, con la sezione “danza fuori abbonamento” della rassegna “L’altro teatro”: in programma, in anteprima nazionale, il nuovo spettacolo della compagnia Naturalis Labor “Con me cadi”, regia e coreografia di Silvia Bertoncelli, che ne è anche interprete insieme a Sara Cavalieri, Stefano Roveda, Paolo Ottoboni.

Questa la nota di regia dello spettacolo: «Esercitare un diritto all’ombra, a non essere bruciati in un’esposizione estorta costantemente. Diventare inoperosi nella frescura di un giardino. Ambientarsi lì e sostarvi. Per questo diventare ambigui, farsi sinistri. Esplorare le ombre che questo riparo ci consente di proiettare: quelle del tempo che ci è toccato, quelle del nostro incarnato. Patirle. E poi cadere in questa passione fino a intuire la possibilità di amarla. E sentire che forse solo così il cuore potrebbe diventare lieve e l’amore trasparente».

Creata nel 1988 da Luciano Padovani e Francesca Mosele, la compagnia Naturalis Labor sale ai vertici nazionali vincendo nel 1989 il primo premio al concorso internazionale di coreografia “Città di Cagliari”con lo spettacolo “Taigà”. La compagnia, la cui sede organizzativa e operativa è a Vicenza, svolge un continuo lavoro di ricerca sulla danza contemporanea, sul tango e sui nuovi linguaggi dell’arte.

«La danza – dice Luciano Padovani – è, in fondo, un naturalis labor: un “lavoro” del corpo, paziente e necessario, quotidiano e faticoso, caratterizzante e costruttivo; “naturale” come un gesto, come il corpo che lo produce, come l’occhio che lo vede, come il tempo che lo consuma… insieme condizione dell’artista e funzione sociale, ricerca di semplicità e di immediatezza. Il resto è forma».

 
 
Alessandra Moro
Sono nata a Verona sotto il segno dei Pesci; le mie radici sono in Friuli. Ho un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso. Sono giornalista pubblicista dell’ODG Veneto e navigo nel mondo della comunicazione da anni, tra carta, radio, tv, web, uffici stampa. Altro? Leggo, scrivo, cucino, curo l’orto, visito mostre, gioc(av)o a volley. No, non riesco a fare tutto, ma tutto mi piacerebbe fare. Corro contro il tempo, ragazza (di una volta) con la valigia.

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