Al fine di rafforzare l’attuazione e aumentare la fiducia dei cittadini nelle norme dell’UE e per prevenire e porre rimedio ai danni ambientali in modo più efficace, il Parlamento europeo ha votato nella Risoluzione del 20 maggio 2021 (2020/2027(INI) che la direttiva sulla responsabilità ambientale (ELD) e la direttiva sulla criminalità ambientale (ECD) siano migliorate.
La commissione giuridica intende rafforzare le norme dell’UE esistenti sulla responsabilità ambientale delle imprese al fine di ridurre e prevenire i danni ambientali.
“Rafforzare le norme UE esistenti sulla responsabilità delle aziende di fronte ai danni ambientali e includere l’ecocidio e il diritto delle generazioni future nel diritto internazionale ambientale”. Su questi due punti insiste l’Europarlamento che il 20 maggio ha approvato con 536 favorevoli, 121 contrari e 36 astensioni la Relazione a prima firma dell’eurodeputato Antonius Manders (PPE) sulla responsabilità delle imprese per i danni ambientali.
Il relatore Antonius Manders (PPE, Paesi Bassi) ha dichiarato: «L’attuale direttiva sulla responsabilità ambientale non è neanche recepita come dovrebbe dagli Stati membri (…) dopo quasi 20 anni, è tempo per un ELD modernizzato sotto forma di un regolamento che mira alla prevenzione e alla riduzione del rischio. Altrettanto importanti sono le misure per garantire che, in caso di danni, i contribuenti alla fine non paghino il conto. E, ultimo ma non meno importante, per garantire condizioni di parità, proponiamo di istituire una task force UE ELD presso la Commissione per aiutare gli Stati membri ad armonizzare l’applicazione in tutto il mercato interno».
I deputati deplorano il basso tasso di individuazione, indagine e condanna per crimini ambientali, stimato come il quarto tipo di attività criminale più grande al mondo, e chiedono che le autorità coinvolte (ad esempio pubblici ministeri e giudici) siano formate al fine di migliorare l’azione penale e sanzionatoria di tali crimini. Il mandato della Procura europea (EPPO) dovrebbe essere esteso anche ai reati ambientali.
Le raccomandazioni degli eurodeputati includono:
- revisionare e trasformare la direttiva sulla responsabilità ambientale in un regolamento completamente armonizzato che si applicherebbe a tutte le società che operano nell’UE;
- allineamento dell’ELD con altre normative dell’UE sulla protezione ambientale, inclusi l’ECD e l’accordo di Parigi sul clima; aumentare gli sforzi per armonizzare la sua attuazione negli Stati membri;
- aggiornamento della direttiva sui reati ambientali a seguito di un’approfondita valutazione dell’impatto per tenere conto dei nuovi tipi di reati ambientali
- esaminando in che modo l ‘”ecocidio” può essere riconosciuto dalla legislazione e dalla diplomazia dell’UE; chiarire i termini giuridici chiave nell’ambito della ELD e dell’ECD e sviluppare una classificazione armonizzata dei crimini ambientali;
- creazione di una task force EU ELD (composta da esperti e personale della Commissione) per aiutare con l’attuazione negli Stati membri e per offrire supporto e consulenza alle vittime di danni ambientali sul ricorso legale nell’UE;
- valutare se sia possibile introdurre un sistema di sicurezza finanziaria obbligatorio (ad es. Copertura assicurativa, garanzie bancarie, obbligazioni o fondi) in modo che i contribuenti non debbano sostenere i costi del danno ambientale.
Inoltre, il Parlamento condanna fermamente qualsiasi forma di violenza, molestia o intimidazione nei confronti dei difensori dei diritti umani ambientali e invita gli Stati membri a indagare e perseguire efficacemente tali atti. Durante la stessa sessione plenaria, gli eurodeputati hanno adottato un altro rapporto che sollecitava un forte sostegno e protezione dell’UE dei difensori dei diritti ambientali. La risoluzione vaglia inoltre l’ipotesi di introdurre il reato di ecocidio come crimine internazionale ai sensi dello Statuto di Roma, ovvero il danneggiamento e la distruzione degli ecosistemi, nel linguaggio giuridico internazionale e chiede alla Commissione di “esaminare la sua pertinenza per il diritto e la diplomazia dell’UE”.
La Commissione ha annunciato durante il dibattito plenario di mercoledì scorso 21 maggio che sta attualmente preparando una revisione della direttiva sulla criminalità ambientale e avvierà presto una valutazione della direttiva sulla responsabilità ambientale, in linea con l’approccio per legiferare meglio, prima di prendere in considerazione una possibile revisione.
«Prevenire e rimediare ai danni ambientali è una necessità per una Europa più sostenibile e resiliente», ha dichiarato in plenaria il commissario europeo per l’Ambiente, Virginijus Sinkevičius aggiungendo che «’Chi inquina paga’ è il principio adottato dall’Unione Europea nella direttiva del 2004 sulla responsabilità ambientale delle imprese per prevenire o al limite riparare meglio i danni che le imprese possono arrecare all’ambiente».
La Commissione Europea ha pubblicato il 25 marzo delle linee guida per chiarire il concetto e la portata di “danno ambientale, che si definisce come il danno alle specie e agli habitat naturali protetti, ossia qualsiasi danno che abbia effetti negativi significativi sul raggiungimento o sul mantenimento dello stato di conservazione di tali habitat o specie”.
Insieme a un regolamento armonizzato a livello europeo, la Risoluzione spinge per la creazione di una task force europea per la direttiva sulla responsabilità ambientale, “formata da esperti altamente qualificati e funzionari della Commissione” per sostenere gli Stati membri nell’attuazione e nell’applicazione della direttiva, e, dall’altro, “di offrire sostegno e consulenza alle vittime di danni ambientali in merito alle opzioni a loro disposizione ai fini di un’azione legale a livello dell’Unione”.
«I danni all’ambiente causati dalle imprese non possono più restare impuniti: questo è il messaggio, forte e chiaro, che il Parlamento europeo manda oggi alla Commissione» commenta l’eurodeputata dei Verdi, Eleonora Evi, secondo cui un aspetto fondamentale della risoluzione approvata – «è la richiesta di compensazioni adeguate e rapide alle vittime, perché solo alle imprese spetta sostenere l’intero costo dei danni ambientali di cui sono responsabili, direttamente o indirettamente. Chiediamo pene esemplari non solo per i danni causati dalle aziende negli Stati membri, ma anche per quelli provocati in paesi terzi, per evitare che si ripetano oltraggi ambientali come quelli perpetrati dai grandi colossi del fossile, come ENI, fuori dall’Europa».
Per la cronaca, dei 76 eurodeputati italiani hanno votato contro (27): Adinolfi Matteo (Lega), Baldassarre (Lega), Basso (Lega), Bizzotto (Lega), Bonfrisco (Lega), Borchia (Lega), Campomenosi (Lega), Casanova (Lega), Ceccardi (Lega), Ciocca (Lega), Conte (Lega), Da Re (Lega), Donato (Lega), Dreosto (Lega), Gancia (Lega), Grant (Lega), Lancini (Lega), Lizzi (Lega), Panza (Lega), Regimenti (Lega), Rinaldi (Lega), Sardone (Lega), Tardino (Lega), Tovaglieri (Lega), Vuolo (Lega), Zambelli (Lega), Zanni (Lega).
Mentre si sono astenuti (7) i seguenti eurodeputati: Berlato (FdI), Fidanza (FdI), Fiocchi (FdI), Fitto (FdI), Procaccini (FdI), Sofo (Lega), Stancanelli (FdI).
Alberto Speciale
(Qui articolo con comunicati stampa eurodeputati)
(Qui risultato votazione n. 134)
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(Foto di copertina: discarica Ca’ Bianca, San Martino Buon Albergo, qui mio articolo)