Dall’inchiesta di Benciolini alla sparata di Di Battista e Fantinati

 
 

Esattamente quatto anni fa – 14 novembre 2012 – Gianni Benciolini (M5S) intervistava Michele Croce con l’intento di far chiarezza sull’operato in Agec dell’ex Presidente, all’epoca da poco defenestrato dal duo Toffali-Tosi con il pretesto dei mobili.

Per fortuna il semplice trascorrere del tempo è stato sufficiente a far luce sulle zone d’ombra e portare a galla la verità. In particolare è bene ricordare che: 

– il 24 ottobre 2013 dagli esposti del leader di Verona Pulita scaturirono otto arresti tra dirigenti e funzionari Agec (poi sentenziati colpevoli/patteggiatori) 

– il 1 febbraio 2016 Michele Croce è stato assolto con formula piena dalla Corte dei Conti che rispediva al mittente il “pacco” spese pazze dei mobili, condannando Comune e Agec a rifondere le spese legali sostenute dall’ex Presidente di via Noris.

Accadimenti incontrovertibili che chiarirono definitivamente chi furono i carnefici (Tosi e Toffali) e chi la vittima (Croce). 

Verità acclarate che tuttavia danno fastidio a tanti, compresi i consiglieri comunali di opposizione, per nulla propensi ad appoggiare l’Avvocato Croce.

Paradossale l’abisso tra l’intervista di 4 anni fa di Benciolini e i rilievi di Di Battista Fantinati (M5S), che incredibilmente dichiarano su un quotidiano locale che “Croce è rimasto nel sistema”. 

È sufficientemente chiaro che il venire meno dell’onesta’ intellettuale non può passare inosservata, al punto che c’è da domandarsi se al Movimento 5 Stelle interessi per davvero la buona amministrazione di Verona. E a ben guardare come stanno gestendo la vicenda Croce sembrerebbe proprio di no.

 
 

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