Dall’Africa solo malati di “serie A”. Comencini e Velardi (Lega) non dimenticano i bambini di Chernobyl.

 
 

Con un’interrogazione parlamentare il deputato veronese della Lega Vito Comencini, componente della Commissione Affari Esteri, ha sollevato alla Camera la questione dei minorenni bielorussi che continuano ad abitare nei territori contaminati dalle scorie nucleari di Chernobyl, senza la possibilità di proseguire le loro cure in Italia a causa dell’emergenza coronavirus.

È sconcertante sapere – avverte Andrea Velardi, presidente della Commissione Politiche Giovanili e consigliere comunale – che nel nostro paese ai tempi del Covid 19 non si possano accogliere bambini bielorussi per prestar loro le giuste cure, ma al contrario si possono accogliere tutti gli immigrati che partono dalle coste africane, incentivare il business dell’immigrazione clandestina, spendere quasi 5 milioni di euro per la Gnv «Azzurra» che ha già fatto la spola da Lampedusa per trasbordare 300 migranti tunisini sulla quale faranno una “vacanza quarantena”, avviare un altro bando per una seconda nave da crociera “da collocare in rada davanti alle coste meridionali della Calabria, e ciliegina sulla torta: costruire una tendopoli per affrontare il picco di sbarchi dalla Tunisia.

Porti aperti per i contagiati che ci portano una “nuova forma di virus”, ma per i bambini bielorussi contaminati dalle scorie della tragedia di Chernobyl, no!!!

Siamo alla follia e siamo governati – conclude Velardi – da persone inquietanti.

Prosegue il primo firmatario e autore dell’interrogazione, Vito Comencini: “Fino ad oggi i programmi di risanamento hanno prodotto risultati positivi.

Decine di migliaia di minorenni bielorussi, colpiti dalle nefaste condizioni del disastro di Chernobyl, sono stati curati nel nostro Paese grazie alle relazioni diplomatiche con la Bielorussia”, afferma Comencini, che ha chiesto al governo di adoperarsi per “trovare un accordo per la ripresa dei programmi di accoglienza e per attivare al più un tavolo tecnico per valutare l’arrivo dei bambini bielorussi sulla base di un protocollo di sicurezza. È necessario inoltre studiare la possibilità del rilascio di un visto e relativo permesso di soggiorno per questi minori, in modo da non essere vincolati a quanto deciso dall’Unione europea”.

 
 

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