“Nel fare le congratulazioni per la sua riconferma alla Presidenza della Camera di Commercio di Verona al Presidente Giuseppe Riello, colgo l’occasione per rispondere alle sue osservazioni in merito al rapporto pubblico e privato nella gestione delle società partecipate veronesi“.
Parola (e parole) dell’on. Gianni Dal Moro, deputato scaligero del Partito Democratico che affida ad una nota il proprio pensiero relativo alla gestione, fra gli altri, di uno degli asset strategici più importanti del nostro territorio: l’aeroporto Valerio Catullo.
“Personalmente – prosegue Dal Moro – sono d’accordo con lui; da tempo sostengo che una gestione privatistica di queste realtà con il controllo del pubblico sia una strada da perseguire con coraggio, senza che questa diventi una scelta a priori, identificando il pubblico con il male e il privato con il bene.
Potrei fare un lungo elenco di società pubbliche in Italia dove la politica ha gestito male e il privato bene ma anche viceversa e in alcuni casi entrambi non hanno fatto bene.
AEROPORTO CATULLO
Se pensiamo a Verona l’esempio più classico è l’aeroporto Catullo. Se il Presidente Riello volesse sarei disponibile a un confronto con lui anche pubblico sul tema, partendo dalla strategia, dai dati sugli investimenti fino all’esame dei bilanci dell’aeroporto degli ultimi anni.
Ma detto questo ha ragione il Presidente: nessun tabù verso il privato che gestisca e il pubblico che controlli e garantisca l’interesse dei cittadini.
TRASPARENZA
A una condizione però: che il privato si scelga con trasparenza e attraverso una selezione pubblica, diversamente il rischio è che l’interesse pubblico soccomba rispetto all’interesse privato.
Per questo mi auguro che non siano in programma aumenti di capitale nella società aeroportuale che potrebbero assegnare la maggioranza dell’aeroporto al privato, dopo quanto emerso dalle autorità di controllo a seguito delle delibere di ANAC, di AGCM e della Corte dei Conti.
FIERA DI VERONA
Per quanto riguarda la Fiera di Verona, dove mi auguro possa essere riconfermato il Presidente Danese, siamo in ritardo; avremmo dovuto fare la trasformazione in Spa almeno 10 anni fa, per tentare di difenderci meglio dall’exploit delle fiere tedesche.
Operazione che si è conclusa solo nel 2017 e sono convinto che la Spa debba essere solo l’inizio perché l’approdo finale dovrà essere la quotazione in Borsa.
“Verona ha bisogno – conclude – sia per l’aeroporto che per la fiera di partners internazionali industriali per affermare la leadership e le eccellenze di una grande area metropolitana Adige-Berico-Garda alternativa a Venezia e Milano che guarda a nord, al cuore dell’Europa, con i piedi ben radicati nella propria terra e la testa nella dimensione internazionale.
Pensare di rispondere a queste grandi sfide alleandoci con Venezia o Milano mi pare una scelta miope e come si è visto controproducente per Verona”.
Chi ha orecchi, intenda.
…OPPURE: VOCE DI UNO CHE GRIDA NEL DESERTO….!!!