Da Bruxelles a Villa Bartolomea, l’analisi del voto europeo in assemblea PD

 
 

“Ma quale onda nera, con 399 seggi conquistati (36 in più della soglia minima) la maggioranza del parlamento europeo è ancora saldamente in mano a popolari, liberali e democratici-progressisti. Il partito di riferimento di Meloni ha guadagnato qualche seggio in più mentre quello di Salvini ne ha addirittura persi alcuni”. Intervenuto in qualità di ospite su intercessione dell’assessore comunale Federico Beniniall’assemblea provinciale del Pd, convocata dal Presidente Giacomo Tomezzoli venerdì sera in sala Tommasoli a Verona, il professor Roberto D’Alimonte, esperto di sistemi elettorali nonché padre dell’Italicum, ha demolito, numeri alla mano, la ricostruzione allarmistica dell’esito del voto delle elezioni europee 2024 fatta da molti media nazionali che hanno esagerato l’avanzata delle destre estreme in Francia e Germania (fenomeno reale ma limitato, per l’appunto, a questi Paesi). 

L’analisi smentisce dunque anche la retorica del “voto tradito” diffusa a piene mani da Salvini e Meloni che non riescono ad inserirsi nel consesso europeo facendo scontare all’Italia la loro pluridecennale propaganda antieuropea e le alleanze con gli impresentabili alla Orban. Confermata, invece, la “performance” molto positiva del Pd che, a fronte di un calo di affluenza di circa 5 milioni di elettori italiani, dalle politiche del 2022 marca una crescita sia in termini relativi (dal 18,9% al 24,1% circa) che assoluti. Merito della “fidelizzazione” dell’elettorato, che non si disperde nell’astensionismo e non cambia partito. “Segno che siamo in presenza di un partito vero, capace di organizzare il consenso” ha commentato l’accademico.

Appassionato il dibattito con la platea in sala, composta, tra gli altri, da molti esponenti di Circoli e amministratori Pd provenienti da tutta la provincia scaligera. “La politica alla fine è matematica” ha detto D’Alimonte smontando anche l’ultima polemica di Meloni e Ignazio La Russa sull’utilità dei ballottaggi: “Nelle ultime amministrative il 43% dei Comuni andati al centrodestra sono stati conquistati proprio al ballottaggio contro il 38% del centrosinistra. Gli conviene davvero abolire il doppio turno?”. 

Razionalità e passione sono state il filo conduttore dell’analisi del voto delle amministrative a Verona fatta nella seconda parte della serata dal responsabile Enti Locali del Pd Veronese Diego Zardini e dal Segretario provinciale Franco Bonfante. “Non possiamo dirci soddisfatti dell’esito del voto amministrativo nella Provincia di Verona, specie nei Comuni al di sopra dei 15 mila abitanti – ha concluso il segretario provinciale Pd Franco Bonfante – tuttavia registriamo alcune importanti conferme e ottimi risultati da parte di nostri iscritti o esponenti politici a noi molto vicini in almeno altri 6-8 Comuni. L’insegnamento da trarre è che dovremo investire di più sulla provincia”. 
In chiusura l’intervento del Sindaco di Villa Bartolomea Andrea Tuzza che ha illustrato la piacevole “anomalia” di un piccolo centro della profonda Pianura Veronese dove il Pd è al 20% e in amministrazione. “Il nostro segreto?” ha detto Tuzza, “Primo: un Circolo vitale, promotore di tante iniziative sul territorio. Secondo: portare con sé, ovunque, gli stessi stimoli e gli stessi ideali. Anche al bar o in piazza, di fronte a discorsi qualunquisti o discriminatori, avere sempre il coraggio di dire: fermati, ti stai sbagliando!”.