Crolla ponte Morandi, mussulmani gioiscono sul web

 
 
Identificare con prontezza e decisione le responsabilità del crollo del ponte Morandi di Genova non è sciacallaggio, come qualcuno sostiene in un maldestro e disgustoso tentativo di difesa dell’indifendibile, ma atto di giustizia e di rispetto verso i familiari di quelle innocenti vittime. Non bastano le parole, non basta il doveroso cordoglio, le preghiere sono utili a suffragare le anime dei defunti, ma esiste anche una giustizia di questo mondo che deve fare il suo corso. Sembra che vi siano già delle indicazioni piuttosto nitide, che tutti si augurano possano concretizzarsi, affinché determinate tragedie, del tutto evitabili, non abbiano più a ripetersi, nell’Italia in cui stanno ancora solidamente in piedi le costruzioni d’epoca romana (e non solo…), ma non quelle degli anni ’60…Verona ne è un esempio meraviglioso. 
 
Ma c’è chi davanti alle macerie del ponte Morandi esulta e vi vede la giusta vendetta di Dio per un popolo cristiano che si ostina a rifiutare la “verità” del Corano.
Non sono terroristi ma comuni musulmani che commentano sui social network, gioendo e ringraziando Allah. «Gloria ad Allah!», scrive uno, che ha come immagine del profilo il tetto di una moschea e una colomba con un ramoscello d’ulivo. «Vietano la costruzione delle moschee e Dio fa cadere i loro ponti sopra le loro teste», risponde un altro. In molti, dimostrando una singolare conoscenza della geografia, sono convinti che quello crollato sia un ponte che collega l’Italia alla Francia e questo sarebbe «il motivo principale per cui è caduto».
 
Alcuni esprimono condoglianze, ma altri rispondono: «Leccare il culo non ti farà andare in paradiso». In generale appare un odio disumano: «Maometto ha colpito il ponte e ha gettato giù le auto». E ancora: «Questo dopo aver deciso di fermare la costruzione di moschee in Italia». C’è chi pubblica gattini sorridenti, chi, invece, ballerine di tango. E’ tutta una gran festa, un ringraziamento: «Dio può tutto»«Amen»«Che Dio sia lodato».
 
Poiché non mi pare giusto generalizzare, non voglio dire che tutto il mondo islamico la pensi così, benché molte sure del Corano, comprese quelle che consentono la dissimulazione, possano invitarmi a qualche fondato sospetto, ritengo che chi strumentalizza le sciocchezze per fini politici o di visibilità personale, le “brigate Rolex” con la maglietta rossa per celebrare la retorica di un passato morto e sepolto oltre settant’ anni fa e tutta la galassia globalista radical chic che tace di fronte a questa aberrazione e non denuncia l’incompatibilità tra ciò che tutti noi classifichiamo come convivenza civile, di fronte a simili espressioni del mondo islamico, ne debba rendere conto alle famiglie delle vittime di Genova, a tutti gli italiani con coscienza, che non meritano questi insulti, alla politica ed alla giustizia, magari evidenziando la verità con onestà intellettuale, almeno stavolta.
Non si sono stracciati le vesti neppure coloro che, tra esposti e missive a Mattarella hanno trasformato un saluto in un caso di Stato. Che strano. A sinistra sembra palesarsi sempre la politica dei due pesi e due misure, in nome di una presunta superiorità intellettuale, che, in realtà, non esiste, ma trova in certi media la cassa di risonanza.
Nel frattempo, anche la polizia postale potrà lavorare. E se davvero esiste un mondo islamico moderato, che ci dica cosa stia facendo per isolare coloro che esultano di fronte alla morte. Magari anche l’imam di Verona, Mohammed Guerfi potrebbe spendere una parola. Chi ci dice che siffatti personaggi non possano annidarsi anche nella comunità islamica scaligera?
N.B.: Per coloro che sostengono che questa sia una fake new oppure una bufala, posso rispondere che basta recarsi su Al-Jazeera Channel  al post di Al-Jazeera Channel, per vedere pubblicati (almeno fino a oggi) tutti i commenti esultanti e collegati ad utenti di persone musulmane reali.
 
 
Matteo Castagna
Nato in Val di Fassa nel 1976, ma Veronese "de soca" da generazioni, si è diplomato al Liceo Classico "Alle Stimate". Dopo aver studiato per due anni Giurisprudenza, prima a Ferrara e poi a Verona, ritiene opportuno entrare nel mondo del lavoro. E' sposato dal 2001 e lavora da 15 anni per un Ente pubblico economico. Eredita dalla famiglia la passione per la lettura, per la politica e per il giornalismo, mentre è alle elementari che nasce quella indissolubile per l'Hellas Verona e per il calcio in second'ordine. Ama Dio da Cattolico tradizionalista militante, la Patria e la Famiglia, stare con gli amici, pochi ma buoni, l'allegria e il realismo, l'onestà e la trasparenza. Se qualcuno lo addita come persona all'estrema destra del Padre, diciamo che non si offende.

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