Calda sempre più è la piazza di Verona il cui clima politico-elettorale, in termini di gradi celsius, adombra e supera anche questi primi veri pomeriggi assolati primaverili.
Nuova carne al fuoco è stata aggiunta dall’ormai forno unico politico Tosi-Croce, ufficialmente (il secondo) postosi di lato in favore del primo in una conferenza stampa all’aperto.
Neanche il tempo di arrotolare le proverbiali vele elettorali che dal centrodestra si sono scatenate dure reazioni circa quanto accaduto, soprattutto nei termini di un plateale ribaltamento di fronte delle posizioni crociane riferite al fù “Sistema Tosi“.
“Ci sarebbe da ridere più che al “Benny Hill Show” di fronte all’incredibile alleanza tra Flavio Tosi e Michele Croce, se non fossimo al funerale della logica, senza dover per forza scomodare la coerenza. Abbiamo assistito a video e contro video di denuncia reciproca per anni, e mi chiedo ora con quale faccia chi parlava di “sistema-marcio” imputandolo all’ex sindaco di Verona possa allearsi con lui, fulminato sulla via di Marzana. – È il consigliere comunale della Lega e presidente della Commissione Politiche Giovanili Andrea Velardi ad inaugurare le “danze” [non a caso abbiamo utilizzato questa terminologia, n.d.R].
“In questo momento – conclude Velardi – sto provando a mettermi nella testa di chi aveva deciso, legittimamente, di votare Tosi o Croce, nemici per la pelle, e ora invece se li trova a braccetto, e non solo. Chi vorrà ancora votare uno dei due dovrà farsi andare bene perfino l’alleanza con Renzi che nella lista dell’ex sindaco ha calato il suo pupillo Federico Vantini, già nel direttivo nazionale del PD“.
A fargli coro ed aggiungere altri elementi di natura testuale e bibliografica è il consigliere capogruppo di Battiti per Verona Domani Daniele Perbellini:
“Vi rendete conto che personaggio è Michele Croce? Uno che passa la vita a screditare e diffamare gli avversari”, tuonava Flavio Tosi. E che dire della cacciata di Croce dall’Agec, voluta dallo stesso Tosi che l’aveva accusato d’essersi rifatto l’ufficio a spese dei veronesi? Tosi l’aveva allontanato con ignominia. Anni di battaglie, anche legali, e poi… to’, a due mesi dalle elezioni scoppia l’amore. Pag.27 del libro scritto da Michele Croce: “Non è il racconto della storia di Verona Pulita, il movimento da me fondato nel 2012 come risposta civica a una politica basata sulla mala gestione e su comportamenti, dallo stesso sindaco ritenuto legittimi, ma che in realtà hanno portato all’intervento della magistratura e a significative condanne”. Il sistema, secondo Croce, era divenuto “drammaticamente corrotto” e Verona era stata resa “tristemente famosa” per “le cronache giudiziarie”. Non c’era più il “valore delle istituzioni”. Poveri elettori (ex?) dell’uno e dell’altro: speriamo per loro che si tratti di “Scherzi a Parte”“.
Per Maria Fiore Adami, capogruppo di Fratelli d’Italia “Non bastava l’alleanza con Renzi, per anni goffamente smentita da Flavio Tosi e ora ufficialmente confermata. Adesso Tosi si è alleato, per un pugno di voti (in meno), anche con Michele Croce, lo stesso che per anni ha associato l’amministrazione Tosi al malaffare, al torbido, che ha lungamente parlato di “legami anomali tra appalti comunali e personaggi legati alla ‘ndrangheta e ad altri esempi di cattiva amministrazione portati alla ribalta da Report che hanno dedicato al sistema Verona un’intera puntata”. Adesso – conclude incredula la consigliera – dalla grottesca conferenza stampa di Croce, apprendiamo che “l’unica persona seria, concreta, credibile la cui amministrazione ha dato risultati concreti è Flavio Tosi”. Peggior fine politica, per il secondo candidato di centrosinistra alle prossime comunali, non poteva esserci”.
In ultimo ma non PER ultimo, arriva il duro attacco anche di Paolo Rossi, vicepresidente del Consiglio Comunale, anche lui non dimentico del manoscritto di Michele Croce di pochi anni fa:
“Dopo la “Rivoluzione dei Veronesi”, libro in cui Michele Croce candidato sindaco nel 2017 contro la coppia Tosi-Bisinella aveva denunciato veri e presunti scandali amministrativi di quegli anni, rivendicato la paternità di condanne e arresti in Agec da cui Tosi lo aveva “cacciato con un pretesto perché occorreva eliminare un presidente scomodo, eliminarlo dalla scena prima che le scoperte su Appaltopoli diventassero di dominio pubblico”, dopo anni di feroci battaglie contro il malaffare legato alla pubblica amministrazione, dopo le bordate contro l’allora vicesindaco Vito Giacino arrestato per corruzione, Croce alleandosi con Tosi alle prossime elezioni ha deciso di scrivere una nuova fatica letteraria, stavolta comica, che però purtroppo per l’autore non fa ridere, anzi, è la triste rappresentazione della svendita di valori a lungo ostentati a fini elettorali e riposti nell’armadio alla disperata e inutile ricerca di una poltrona“.