Gentile Direttore Fuortes,
le scrivo questa lettera perché nutro in lei e nel suo lavoro molta speranza. Ma ad onor del vero lo faccio soprattutto perché per noi veronesi questa rappresenta l’ultima spiaggia per salvare l’onore della tradizione lirica veronese e i circa 300 posti di lavoro a cui si aggiungono le comparse e gli artisti a chiamata. Di loro, delle loro famiglie, dei loro mutui, dei loro sogni e dei loro drammi oggi nessuno parla. Loro oggi sono numeri di una lotteria, o meglio, di una roulette russa.
Ciò che troverà all’interno della Fondazione non sta a me anticiparglielo perché la sua grande esperienza in ambito artistico-economico le fornirà in breve tempo una chiara immagine di presente e futuro prossimo.
Sono conscio che lavorare in un clima di totale sfiducia, quale quello creato dal Presidente della Fondazione e Sindaco di Verona Flavio Tosi (“Noi restiamo convinti – io e il Consiglio di indirizzo, quindi anche chi rappresenta il Governo stesso, la Camera di commercio e il Comune – che la liquidazione sarebbe la strada innovativa per una gestione più privatistica, meno ingessata e costosa rispetto alla Fondazione così com’è: un ‘baraccone pubblico’) è certamente difficile e frustrante perché parla a nome dello stesso Governo che invece le ha dato fiducia e l’ha mandata qui. Per inciso, di quel “baraccone pubblico” Tosi e il suo fido Girondini ne hanno fatto la loro casa per 8 anni: perché non sono mai intervenuti per evitare tutto ciò? Se mio figlio in triciclo va verso un burrone io non sto fermo ad aspettare che precipiti, piuttosto mi precipito a salvarlo anche a rischio di scivolare io stesso. Mi perdoni, ma la passione civile che mi anima mi porta ad indignarmi perché non posso sopportare questo oltraggio alla mia città e alla sua storia. Io non mi rassegnerò mai a tutto ciò perché vivo in una città meravigliosa fatta da persone speciali che non meritano questa onta.
Quello che posso garantire è che le persone oneste di Verona, quelle che non vogliono precarizzare la Fondazione e renderla solamente una piccola manifestazione stagionale, le saranno accanto per evitare fino all’ultimo la liquidazione. Alcuni partiti politici oggi chiedono finanche di incontrarla. Sono gli stessi personaggi e gli stessi simboli che fino a ieri hanno completamente ignorato il problema e arrivano oggi a soluzione avvenuta per recriminare visibilità e un ruolo in una partita di cui non conoscono nemmeno lo sport. Lei non può essere tirato per la giacchetta e di certo non sarò io a farlo.
La prego di considerare questa lettera semplicemente come il mio e il nostro benvenuto a Verona, come l’augurio, sincero, di buon lavoro. Riuscire a realizzare la stagione estiva ed evitare la liquidazione sarebbe già un grande traguardo. E lei può farcela, nonostante le zavorre, nonostante i corvi, nonostante le travi che le lanceranno tra le ruote. Il suo successo, il nostro successo, sarà per forza di cose la sconfitta di chi la vuole fallito in partenza.
Cordialmente
Michele Croce – Verona Pulita