Croce e Borsellino uniti nella lotta alla mafia

 
 

“Caro Salvatore, se sarò eletto sindaco, come sai, il mio primo atto sarà la costituzione della Commissione comunale antimafia e vorrei celebrare quel traguardo consegnandoti la cittadinanza onoraria di Verona“. 

Questa la promessa fatta da Michele Croce, candidato sindaco della lista civica Verona Pulita, a Salvatore Borsellino, fratello del giudice antimafia ucciso a Palermo, in Via d’Amelio, il 19 luglio 1992.

L’incontro, organizzato venerdì sera da Croce, ha richiamato in Sala Lucchi oltre 150 persone accorse da ogni parte della provincia per sentire dal vivo la testimonianza toccante e grintosa di Borsellino, impegnato da 25 anni in una battaglia per avere verità e giustizia sui mandanti occulti della strage in cui perse la vita il fratello e i cinque uomini della scorta. Tra i relatori, oltre Croce e Borsellino, anche Mario Spezia, del coordinamento “Cittadini contro le mafie e la corruzione” di Verona.

Borsellino si è detto onorato della proposta della cittadinanza onoraria e ha risposto con una battuta sull’attuale situazione politico-giudiziaria veronese: 

“Verrò quando la ‘ndrangheta sarà distante e apparirà tale dalla politica e dai politici”.

 
 

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