Presentare i principali risultati e programmare prossimi passi per contrastare la pandemia, comprendere e affrontare il long-Covid. Questi gli obiettivi al centro del meeting annuale del progetto europeo Orchestra, coordinato dall’università di Verona.
L’evento, che si è svolto nelle giornate di lunedì 21 e martedì 22 novembre a Verona, a Palazzo Verità Poeta, ha visto la partecipazione di oltre 150 ricercatori ed esperti da tutta Europa e non solo, oltre che di rappresentanti della Commissione Europea, del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie trasmissibili (Ecdc) e dell’Agenzia europea del farmaco (Ema).
Il progetto Orchestra è partito a dicembre 2020 in risposta alla pandemia da Covid-19, con lo scopo di creare una nuova coorte pan-europea in grado di dare rapidamente preziose evidenze per politiche di sanità pubblica e per strategie di vaccinazione, in modo da contrastare le infezioni da Sars-CoV-2. Il progetto è stato finanziato con un budget totale di circa 30 milioni di euro dal programma europeo di ricerca e innovazione Horizon 2020, all’interno del piano d’azione ERAvsCorona, sviluppato congiuntamente dalla Commissione Europea e da organismi di diversi Paesi europei per affrontare la pandemia. La coordinazione del progetto è affidata a Evelina Tacconelli, direttrice della sezione di Malattie infettive dell’università di Verona.
“Il progetto Orchestra ” – sottolinea Tacconelli – “include oggi, dopo 2 anni dall’inizio dei lavori, più di 60 coorti storiche e prospettiche per un totale di oltre un milione di individui da 15 Paesi. Grazie al lavoro e alla collaborazione di numerosi gruppi di lavoro, siamo in grado oggi di comprendere meglio il significato di long Covid, che non è una malattia unica ma purtroppo si compone di diverse patologie. Le donne sono sicuramente più a rischio degli uomini e i sintomi neurologici, come la cefalea, possono essere indicatori precoci di conseguenze anche dopo la guarigione”.
I risultati ottenuti dal progetto Orchestra non si limitano solo al long Covid, ma hanno fornito dati essenziali per decisioni di sanità pubblica a livello internazionale, come la descrizione della risposta sierologica alle vaccinazioni e alle dosi booster, in particolare nei soggetti trapiantati, la descrizione delle cosiddette infezioni breakthrough, che avvengono nei pazienti vaccinati, e le infezioni negli operatori sanitari.
La coorte Orchestra include anche la popolazione pediatrica coordinata da Carlo Giaquinto, docente di Pediatria generale e specialistica dell’università di Padova, tra i partner del progetto. “Nei due anni dal lancio del progetto” – spiega Giaquinto – “i ricercatori della rete di Penta hanno lavorato instancabilmente per fornire dati tempestivi e solidi in uno scenario epidemiologico in continua evoluzione nei bambini. Pur essendo in continuo contatto, oggi è la prima occasione per l’intero gruppo di incontrarsi di persona. Usciamo da questo incontro ancora più impegnati nel rafforzare la coorte Orchestra per essere meglio preparati in caso di futuri pericoli di salute pubblica in particolare per proteggere gli adulti fragili e i bambini”.
“Il progetto Orchestra ” – aggiunge Catherine Cohet, dottoressa dell’Ema – “continua a dimostrare la capacità di generare solide evidenze scientifiche su ampie tematiche sanitarie relative al Covid-19. Queste evidenze possono contribuire al processo decisionale nell’ambito della salute pubblica e al quadro normativo sulla pandemia. Al di là dell’attuale pandemia di Covid-19, le reti e le infrastrutture create da Orchestra saranno cruciali per affrontare al meglio le future pandemie.”