Corte dei Conti: relazione gestione finanziaria Fondazione Arena di Verona. Ripetute carenze e irregolarità

 
 

La Corte dei Conti con Determinazione n. 58 del 5 giugno 2018, ha depositato la relazione relativa al controllo sulla gestione finanziaria delle seguenti Fondazioni lirico-sinfoniche controllando i bilanci relativi all’esercizio 2016, nonché le annesse relazioni degli organi amministrativi e di revisione:

Teatro comunale di Bologna;
Teatro lirico di Cagliari;
Teatro del Maggio Musicale Fiorentino;
Teatro “Carlo Felice” di Genova;
Teatro “Alla Scala” di Milano;
Teatro “San Carlo” di Napoli;
Teatro “Massimo” di Palermo;
Teatro dell’Opera di Roma;
Teatro Regio di Torino;
Teatro lirico “Giuseppe Verdi” di Trieste;
Teatro “La Fenice” di Venezia;
Arena di Verona;
Accademia Nazionale di Santa Cecilia – Roma;

Tutte le Fondazioni lirico-sinfoniche hanno adeguato i propri statuti alla normativa di riforma del settore introdotta dal dl 8 agosto 2013 n. 91, come convertito nella legge n. 112 del 7 ottobre 2013 (cd. “Valore cultura”) e dal successivo d.l. 31 maggio 2014, n. 83, come convertito nella legge n. 106 del 29 luglio 2014 (cd. “Art bonus”). In particolare, i nuovi statuti devono disporre che il patrimonio sia articolato in un fondo di dotazione, indisponibile e vincolato al perseguimento delle finalità statutarie, e in un fondo di gestione, destinato alle spese correnti.

Inoltre prevedono una struttura organizzativa articolata nei seguenti organi, della durata di cinque anni:

1) il Presidente, nella persona del Sindaco del comune nel quale ha sede la Fondazione – ovvero di persona da lui nominata – con funzioni di rappresentanza giuridica della Fondazione;

2) il Consiglio di indirizzo, composto dal Presidente e dai membri designati da ciascuno dei fondatori pubblici e dai soci privati che, anche in associazione fra loro, versino almeno il cinque per cento del contributo erogato dallo Stato. Il numero dei componenti non può comunque essere superiore a sette e la maggioranza in ogni caso deve essere costituita da membri designati da fondatori pubblici. Il Consiglio di indirizzo deve assicurare il pareggio del bilancio;

3) il Sovrintendente, quale unico organo di gestione, nominato dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, su proposta del Consiglio di indirizzo; il Sovrintendente può essere coadiuvato da un direttore artistico e da un direttore amministrativo;

4) il Collegio dei Revisori dei conti, composto da tre membri, di cui uno, con funzioni di presidente, designato dal Presidente della Corte dei conti fra i magistrati della Corte, e uno in rappresentanza, rispettivamente, del Mef e del Mibact.

LA FONDAZIONE ARENA DI VERONA. Dal 12 al 29 settembre 2017 si è svolta nei confronti della Fondazione Arena di Verona una verifica amministrativo-contabile disposta dalla Ragioneria Generale dello Stato, in esecuzione della direttiva del Ministro dell’economia e delle finanze, nella quale sono state evidenziate irregolarità e carenze.

In particolare, sono state rilevate criticità contabili per il quinquennio 2012-2016 riguardanti:

  • mancato rispetto dei vincoli in tema di riduzione dei consumi intermedi (d.l n.95/2012 convertito in legge n.135/2012) cui la Fondazione è stata assoggettata sino al 2014, ossia, prima dall’esclusione dall’elenco Istat;
  • iscrizione di un contributo straordinario deliberato dalla Giunta comunale con atto di indirizzo politico, ma privo di titolo giuridicamente vincolante, adottato nel 2013, ma con una imputazione a provento nel bilancio d’esercizio 2012;
  • inadeguata programmazione della gestione finanziaria in sede di redazione dei budget annuali e dei preventivi, in particolare derivanti da imprudente e non corretta sovrastima dei ricavi attesi, tale da assicurare un artificioso pareggio di bilancio con conseguente aggravamento della consistenza dei debiti della Fondazione;
  • avvio della gestione del polo museale Amo (Arena Museo Opera) in assenza di un’idonea istruttoria e non corretta ponderazione del rischio economico connesso all’impresa, violando l’obbligo di operare secondo criteri imprenditoriali e producendo rilevanti perdite per la Fondazione.

Sono stati, inoltre, espressi rilievi in tema di:

  • rinnovo degli accordi integrativi aziendali del 31 marzo 2011 sui permessi retribuiti e del 28 agosto 2012 sulle festività nelle more dell’entrata in vigore del nuovo Ccnl e, pertanto, non formalmente qualificabili come contratti integrativi aziendali;
  • irregolarità dell’accordo integrativo aziendale del 2 maggio 2017 per mancato rispetto dell’iter procedurale previsto dalla norma, tra cui la mancata quantificazione dei costi contrattuali e la loro certificazione da parte della Corte dei conti;
  • erogazione di trattamenti aggiuntivi, in particolare premi di produttività variamente denominati, in relazione ad esercizi chiusi in perdita e svincolati dalla sussistenza di oggettivi parametri di risultato;
  • mancata riduzione del 10 per cento del trattamento retributivo del Sovrintendente e riconoscimento del trattamento di fine rapporto a titolo di lavoratore subordinato;
  • conflitto di interessi tra la carica di Direttore amministrativo della Fondazione e Amministratore unico della società partecipata Arena Extra s.r.l.;
  • anomalie nella procedura di selezione e nella determinazione del compenso dei dirigenti collaboratori del Sovrintendente.

Ulteriori osservazioni hanno riguardato:

  • mancata acquisizione del Documento unico di regolarità contributiva (Durc) sia in fase di gara che di pagamento delle prestazioni agli appaltatori di forniture di beni e servizi nonché inadempimento degli obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari, con conseguente nullità dei contratti stipulati. Omesse verifiche antimafia;
  • illegittimo ricorso ad affidamenti diretti e procedure negoziate in assenza dei presupposti normativi e della prevista motivazione. Errata determinazione dell’importo a base di gara per l’appalto dei servizi tecnici ed audio;
  • mancato ricorso alle convezioni Consip per i servizi di telefonia e di energia elettrica per il periodo antecedente al 2014, cioè prima dall’esclusione dall’elenco Istat;
  • illegittimo ricorso a procedure di transazione. Elusione dei principi di libera concorrenza e non discriminazione, di economicità, efficienza e parità di trattamento degli operatori economici.

Copia della verifica amministrativo contabile è stata inviata alla Procura regionale della Corte dei Conti presso la Regione Veneto per l’eventuale accertamento di responsabilità per danno erariale.

Il bilancio 2016 espone un utile di euro 367.617, rispetto ad una perdita di euro 1.390.125 nell’esercizio precedente, riconducibile essenzialmente al saldo positivo (euro 1.287.560) della gestione caratteristica, che riesce a compensare le aumentate imposte d’esercizio e il saldo negativo dei movimenti finanziari, ancorché inferiore al 2015. Il patrimonio netto complessivo (pari ad euro 18.125.133) si riduce invece dell’1,6 per cento a causa dell’effetto combinato tra il suddetto utile d’esercizio e la restituzione, come si vedrà più avanti in merito alle immobilizzazioni immateriali, di un immobile (adibito a deposito) al Comune di Verona.

Alcune precisazioni. Con decreto Mibact del 29 dicembre 2014 è stato approvato il nuovo statuto della Fondazione. Il 3 marzo 2015, in sostituzione del precedente C.d.a., è stato costituito il Consiglio di indirizzo, mentre il 20 marzo 2015 è stato rinnovato il Collegio dei revisori. In considerazione della grave situazione economico finanziaria e dell’esito negativo delle trattative, intercorse nei primi mesi del 2016, con le organizzazioni sindacali al fine di definire il ridimensionamento dell’organico e la cessazione dell’efficacia del contratto integrativo aziendale, il Consiglio di indirizzo in data 7 aprile 2016 ha chiesto al Mibact di porre la Fondazione in liquidazione coatta. Con decreto Mibact del 15 aprile 2016 è stato disposto, pertanto, il commissariamento della Fondazione con contestuale scioglimento del Consiglio di indirizzo e revoca del Sovrintendente al fine di assicurare lo svolgimento della stagione lirico sinfonica estiva e di verificare la possibilità di continuare il percorso di risanamento. Il nuovo Sovrintendente è stato nominato con decreto Mibact del 3 novembre 2016. Il Commissario Straordinario dell’Arena di Verona, ravvisata la sussistenza delle condizioni per l’adesione della Fondazione ha predisposto il Piano di risanamento 2016-2018 (ex lege n.112/2013 e n.208/2016), avvalendosi di una primaria azienda di consulenza, trasmesso il 29 giugno 2016 al Commissario Straordinario del Governo per il risanamento delle gestioni e il rilancio delle attività delle fondazioni lirico-sinfoniche istituito presso il Mibact, con contestuale richiesta di accesso al fondo rotativo di cui all’art.11, co.6 del d.l. n.91/2013 messo a disposizione dallo Stato per euro 10 milioni. A seguito di specifiche osservazioni formulate dal Commissario di Governo, l’Arena di Verona ha presentato diverse integrazioni al Piano originario. In data 8 settembre 2017 è stato approvato dal Mef e dal Mibact il Piano definitivo che prevede l’assegnazione alla Fondazione di un finanziamento, a valere sul fondo di rotazione, pari ad euro 10 milioni, di cui 9 milioni per l’estinzione di una parte dei debiti verso artisti e fornitori in essere al 31 dicembre 2015 e 1 milione per la corresponsione del trattamento di fine rapporto ad alcune unità cessate in esecuzione delle misure previste dal Piano in questione. Nonostante l’evidenziato miglioramento della gestione operativa, persiste lo stato di alta criticità finanziaria della Fondazione (stock debitorio superiore ad euro 26 milioni) fronteggiabile, in prima analisi, attraverso l’utilizzo del suddetto fondo di rotazione e, successivamente, con la piena attuazione di tutte le azioni previste nel Piano di risanamento e, in particolare, l’individuazione di ulteriori entrate sia ordinarie che straordinarie da parte degli enti locali soci o dai privati.

Emolumenti organi sociali

  • Compenso Commissario titolo gratuito Consiglio di indirizzo (carica onorifica)
  • Compenso Sovrintendente 180.000,00
  • Collegio dei revisori: Presidente 7.436,98 Membro effettivo 5.112,93 Membro effettivo 5.112,93.

In tema di contributi pubblici, la Fondazione ha impugnato presso il Tar Lazio il riparto Fus per il 2014 previsto dal decreto Mibact 3 febbraio 2014. Il tribunale ha depositato il 22 marzo 2016 la sentenza che accoglie parzialmente le istanze promosse dalla Fondazione. Il Consiglio di Stato, intervenuto sull’appello proposto dal Mibact, ha annullato la sentenza con rinvio della causa al primo giudice ai fini dell’integrazione del contraddittorio con le altre Fondazioni liriche. Si segnala, inoltre, che la Guardia di Finanza (Nucleo Polizia Tributaria di Verona) ha concluso un’ispezione (processo verbale di constatazione del 27 marzo 2017) contestando violazioni sostanziali in materia di Iva (omessa fatturazione di operazioni imponibili e presentazione di dichiarazione annuale infedele), relativamente all’operazione di conferimento di ramo d’azienda effettuata nei confronti della controllata Arena extra s.r.l. nel 2013, per la quale la Fondazione ha l’alternativa se concludere con l’Agenzia delle entrate il procedimento con adesione (preventiva all’avviso di accertamento) oppure la possibilità di optare per una delle altre modalità di composizione (non appena intervenuto l’avviso di accertamento).

Il bilancio d’esercizio 2016 è stato certificato da una società di revisione, che ne ha attestato la conformità alle norme che ne disciplinano la compilazione in quanto rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale, finanziaria, il risultato economico e i flussi di cassa della Fondazione. La relazione sulla gestione risulta coerente con il bilancio d’esercizio. Il Collegio dei revisori dei conti nel condividere, nella propria relazione al bilancio 2016, le suddette osservazioni della società di revisione non ha rilevato motivi ostativi alla sua approvazione e alla destinazione dell’utile d’esercizio proposta dal Commissario straordinario.

La situazione patrimoniale – L’ammontare complessivo e la composizione del patrimonio netto sono variati in conseguenza dei risultati economici realizzati e, nel 2016, anche della riconsegna al Comune di Verona di un immobile.
Nell’attivo patrimoniale, le immobilizzazioni immateriali, rappresentano la componente più rilevante (poco meno del 50 per cento), si riducono di euro 831.348. La voce considera
prevalentemente il valore del diritto d’uso illimitato dell’Anfiteatro Arena, del Teatro
Filarmonico e degli altri locali destinati ad uffici e magazzini (pari ad euro 28.181.788 a fronte di euro 28.853.182 nel 2015); la parte rimanente si riferisce al software e alle altre immobilizzazioni immateriali (prevalentemente lavori capitalizzati per l’allestimento delle mostre presso il Museo Amo).
Risulta ridotta del 14,7% la consistenza complessiva delle immobilizzazioni materiali tra le quali spiccano le voci fabbricati e terreni (pari ad euro 8.513.250,00) riguardanti immobili conferiti al patrimonio della Fondazione dal Comune di Verona nel corso del 2008 e del 2012 (utilizzati come magazzini, stabilimenti di produzione e sale prove) e altri beni riferibili in gran parte ad allestimenti scenici (euro 2.729.909,00) oltre agli impianti e macchinari (euro 1.059.970,00).
Le quasi immutate immobilizzazioni finanziarie (euro 12.458.588 a fine 2016), espongono, oltre ai depositi cauzionali e al valore della polizza stipulata a garanzia del Tfr per il personale dipendente, la partecipazione nell’Arena Extra S.r.l. Quest’ultima voce ammonta ad euro 12.325.000,00 dopo il cennato conferimento del ramo d’azienda (valore corrispondente ai beni mobili trasferiti come emerge dalla relativa perizia giurata) effettuato nel 2013.
L’attivo circolante (+107,2 per cento) comprende, tra l’altro, oltre alle disponibilità liquide pari ad euro 328.086,00 le rimanenze (euro 214.242,00) e, soprattutto, al netto del relativo fondo svalutazione, i crediti verso: l’Erario per Iva e Irap (euro 234.707), clienti (euro 956.743), altri (cresciuti da euro 512.652 a euro 1.538.884)222, Arena Extra S.r.l. (euro 475.235) nonché enti pubblici per contributi deliberati, ma non ancora erogati, a sostegno dell’attività della Fondazione (da euro 654.762 ad euro 1.750.247).
In flessione del 30,5% i ratei e risconti attivi riferibili essenzialmente a costi anticipati su produzioni dell’anno seguente.

Sempre riguardo al patrimonio, secondo quanto previsto dal Mibact (circolare n. 595 del 13 gennaio 2010), la Fondazione ha provveduto – a partire dal bilancio d’esercizio 2009 – ad indicare distintamente nelle immobilizzazioni immateriali il diritto d’uso illimitato degli immobili utilizzati per lo svolgimento dell’attività lirico sinfonica e, in una apposita voce, la “riserva indisponibile” per un importo ridotto ad euro 28.181.788,00 dopo la restituzione nel 2016 al Comune di Verona del locale adibito a deposito pari al diritto d’uso (per euro 671.394). Detta esposizione ha, quindi, comportato l’evidenza di un patrimonio netto disponibile negativo (passato da euro 10.424.272 nel 2015 ad euro 10.056.655 nel 2016 grazie alla contabilizzazione dell’utile di euro 390.125) e, per differenza, un patrimonio netto complessivo sceso ad euro 18.125.133 a fine 2016, inferiore dell’1,6 per cento rispetto a quello registrato nel 2015. I debiti rappresentano la voce prevalente (il 65% circa) del passivo patrimoniale: tra di essi si segnalano, in particolare, quelli verso fornitori, scesi da euro 13.655.661 a euro 12.866.036. Seguono, quanto a consistenza, quelli verso banche ridottisi da euro 8.184.544 ad euro 2.780.153 per la sensibile contrazione degli affidamenti bancari in osservanza delle norme riguardanti i piani di risanamento; in crescita risultano invece quelli tributari passati da euro 584.285,00 ad euro 2.561.394,00 per la persistente carenza di liquidità che ha caratterizzato anche il 2016 e che ha obbligato la Fondazione a dirottare parzialmente le risorse finanziarie al pagamento degli artisti oltre ad onorare i debiti verso fornitori per assicurare lo svolgimento regolare della stagione. Tra i debiti di minore peso si rilevano quelli: verso istituti di previdenza e di sicurezza sociale (euro 782.575,00 nel 2015 ed euro 1.818.468,00 nel 2016), verso imprese controllate (euro 683.283,00), per costi relativi a serate extra lirica da rimborsare ad Arena Extra S.r.l e altri debiti, costituiti principalmente dagli anticipi dei biglietti per rappresentazioni della stagione successiva (euro 3.175.720,00 ed euro 2.665.795,00 rispettivamente nel 2015 e nel 2016) nonché, oltre a debiti diversi, dagli impegni nei confronti del personale (per retribuzioni pregresse e per ferie non godute), che risultano in aumento nel 2016 a causa della mancata erogazione in corso d’anno di alcuni premi di risultato. Il Fondo rischi ed oneri (+64,9%) si riferisce agli accantonamenti annuali per vertenze verso dipendenti e a copertura dei debiti di ammontare incerto verso fornitori.

Si segnala che, nel 2016 la Fondazione ha provveduto ad effettuare un accantonamento di euro 1.773.000,00 per passività potenziali a fronte – come indicato in precedenza – sia di una contestazione della Guardia di Finanza per l’operazione di conferimento di ramo d’azienda effettuata a beneficio della controllata Arena Extra S.r.l.227 sia di due ravvedimenti operosi che la Fondazione dovrà porre in essere a seguito di mancati versamenti di imposte nel corso del 2016, principalmente Iva e ritenute erariali sul costo del lavoro.
Il saldo del Fondo Tfr (-13,8%) esprime il debito nei confronti del personale della
Fondazione.
Nei ratei e risconti passivi, infine, la posta più rilevante è rappresentata dalla quota per
abbonamenti alla stagione dell’esercizio successivo incassata in anticipo e a quella di competenza degli esercizi successivi del contributo in conto capitale deliberato dal Comune di Verona nel 2011.

La situazione economica – Il 2016 registra un utile di euro 367.617,00 in controtendenza con la perdita di euro 1.390.125,00 dell’esercizio precedente. Il positivo esito gestionale è dovuto alla contrazione dei costi della produzione (-3,6%) superiore a quella del valore della produzione (-0,7%) per un saldo positivo della gestione caratteristica (pari ad euro 1.287.560,00) e al miglioramento del saldo negativo tra proventi ed oneri finanziari (ridottosi da euro 895.981,00 ad euro 385.126,00).

a) Ricavi e proventi
La stagione è stata caratterizzata dalla scelta operativa della Fondazione di aumentare la
marginalità attraverso la riduzione del numero di serate dalla quale è derivato un decremento dei corrispondenti ricavi ma anche un abbattimento più che proporzionale dei costi. I ricavi da vendite e prestazioni, in linea con quelli già insoddisfacenti del biennio precedente, evidenziano un’ulteriore flessione degli introiti dal Festival Areniano (-953.745,00 euro) e di quelli del Teatro Filarmonico (- 102.031,00 euro) la cui utenza è prettamente locale. La mancanza nel 2016 di tournée internazionali ha portato al ridimensionamento dei relativi incassi (-619.400,00 euro). Il contributo dei ricavi propri al valore della produzione è così sceso dal 49% del biennio 2014-2015 al 45% circa.
Rilevante è invece la complessiva crescita (+47,7 per cento) degli altri ricavi e proventi vari, grazie soprattutto ad un aumento delle sponsorizzazioni (+964.658,00 euro), ai canoni di concessione dell’Arena per le serate di “extra lirica” (+834.343,00) ed ai ricavi straordinari (+459.178,00).
Infatti, alla crescita (+964.658 euro) delle sopravvenienze attive, dei contributi pregressi, dei rimborsi ed indennizzi, cui si aggiungono i ricavi dalla controllata Arena Extra, delle altre entrate, degli indennizzi assicurativi e dei ricavi per concessione bar e guardaroba, si contrappone la riduzione delle riprese televisive, della pubblicità, degli allestimenti scenici, dei contributi in c/capitale del Comune di Verona e, soprattutto, della biglietteria Museo Amo.

b) I contributi in conto esercizio
La Fondazione ha impugnato presso il Tar Lazio il riparto Fus per il 2014 previsto dal decreto Mibact 3 febbraio 2014. Il Tar in data 22 marzo 2016 ha emesso una sentenza parzialmente a favore della Fondazione sugli elementi di maggior rilevanza. Il Mibact ha successivamente proposto appello al Consiglio di Stato il quale, con sentenza del 24 aprile 2017, in parziale accoglimento dell’appello, ha annullato la sentenza del primo giudice per ragioni meramente procedurali. I conteggi di riparto effettuati dal Mibact non hanno quindi tenuto sino ad ora in considerazione la sentenza di primo grado e, pertanto, la Fondazione non ha beneficiato degli importi che è probabile scaturiscano da una eventuale nuova vittoria presso il Tar del Lazio che, come si legge dalla nota integrativa, da stime interne effettuate, potrebbe portare ad un incremento del contributo statale intorno a 1,5 milioni di euro. Nel corso del 2016 la flessione maggiore riguarda il Fus (-931 mila euro) seguita dal contributo della Camera di commercio (-547 mila euro) e della Regione Veneto (- 146 mila euro). I contributi del Comune di Verona registrano un incremento complessivo rispetto al 2015 di euro 1,8 milioni relativi a due contributi a beneficio dell’esercizio precedente stanziati ed erogati nel 2016 dopo la chiusura e l’approvazione del bilancio 2015. Gli apporti da parte dei soggetti privati evidenziano una netta contrazione, nonostante la legge di stabilità 2016 abbia reso permanente la possibilità di beneficiare di una agevolazione fiscale del 65 per cento per le erogazioni liberali a sostegno della cultura (cosiddetto Art bonus).

Quanto al loro ammontare, i contributi statali sono i più consistenti, seguiti da quelli dei privati. Nel complesso la presenza di fondi pubblici sale a circa l’80% (71% nel 2015).

c) I costi della produzione

La Fondazione ha ottenuto un contenimento dei costi (-3,6% rispetto al 2015), perseguendo obiettivi di economicità, conseguenza sia delle azioni poste in essere in aderenza al Piano di risanamento 2016-2018, sia dell’iniziativa tesa a ridurre il numero di serate del Festival Areniano e dell’offerta del Teatro Filarmonico finalizzata, come già segnalato in merito ai ricavi, al miglioramento della marginalità della produzione.

Tra le poste più rappresentative vanno ricordate, per consistenza e destinazione, oltre ai costi del personale (-15,5%) dei quali si dirà in seguito, quelle:

  • per l’acquisizione di servizi – pari, rispettivamente nel 2015 e nel 2016, ad euro 14.982.147,00 ed euro 12.835.521,00 – le cui componenti più rilevanti sono rappresentate dai costi per artisti (euro 4.399.876 ed euro 3.452.471,00), dai servizi connessi alla produzione degli spettacoli (euro 2.338.346,00 ed euro 2.216.636,00), dalle altre prestazioni di servizi alla produzione (euro 855.945,00 ed euro 777.343,00), dai compensi per il servizio di biglietteria (euro 2.198.810,00 ed euro 2.108.562,00), dalle spese di pubblicità e promozione (euro 371.422 ed euro 481.481) e dagli altri costi per servizi amministrativi, tra i quali sono ricompresi i compensi ai membri del Collegio dei revisori (euro 28.668 ed euro 30.998), i servizi informatici (passati da euro 276.095 ad euro 106.569,00), le consulenze (euro 183.328 ed euro 217.638) e il lavoro interinale (euro 70.715 ed euro 71.283);
  • per l’acquisto di materiali diversi (-56,8%), il cui decremento è determinato dalla scelta della Fondazione di non produrre nuovi allestimenti per la stagione areniana, ricorrendo a produzioni disponibili nei magazzini, oltre ad altre economie realizzate per oneri pubblicitari, pubblicazioni e materiali di sala;
  • per il godimento di beni di terzi con decremento complessivo (-9,9%) ripartito equamente nelle varie voci di spesa con eccezione per gli oneri locativi e il noleggio costumi in lievissimo incremento;
  • per oneri diversi di gestione, pari ad euro 2.373.719,00 (+409,3%), principalmente per diritti di autore, imposte locali, cui nel 2016 si aggiunge la voce “imposte c/accantonamento” che si riferisce (per euro 1.668.000,00) alla passività stimata in capo alla Fondazione a seguito della verifica fiscale effettuata dalla Guardia di Finanza segnalata in precedenza, oltre a due ravvedimenti operosi (stimati complessivamente in euro 105.000,00) conseguenti ai mancati versamenti dell’imposta sul valore aggiunto nei mesi di luglio e agosto 2016 e delle ritenute erariali del personale dipendente e autonomo;
  • per gli accantonamenti ai fondi rischi, in aumento di oltre due milioni di euro.

Migliora il saldo negativo tra proventi ed oneri finanziari in relazione alla diminuzione degli interessi passivi sui conti correnti e delle commissioni per disponibilità fondi.

Il costo del personale – Delle 306 unità, 286 sono assunte con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, 16 con contratto a tempo determinato, mentre 4 fruiscono di contratti di collaborazione professionale autonoma. La flessione del 15,5% del costo totale registrato nel 2016 è stata determinata, secondo quanto riferisce la Fondazione, dalla sospensione per due mesi dell’attività produttiva che ha inciso sul costo del personale a tempo indeterminato per circa euro 2,3 milioni, e dalla minor durata del Festival Areniano, che ha comportato il ridimensionamento del costo suddetto per circa euro 1 milione; si è ridotta di 85 unità anche la consistenza media del personale (346 unità nel 2016), considerando anche il personale “a prestazione”. Le componenti di costo riguardano anche i passaggi di categoria, gli aumenti per anzianità, gli aggiornamenti economici del Ccnl e dell’integrativo aziendale nonché gli oneri sociali e gli accantonamenti di legge.

Il personale cosiddetto “a prestazione” (di sala, comparse ed il Sovrintendente, non previsto dall’organico funzionale) ha avuto nel 2015 un onere complessivo di euro 2.414.364 e di euro 2.318.131 nel 2016 con un decremento del 4%. Quello per il personale scritturato impegnato nelle rappresentazioni è inserito nei costi per servizi.

Considerazioni di sintesi – La Fondazione presenta:

  1. una situazione patrimoniale problematica. A un fondo di dotazione negativo si aggiunge un patrimonio netto inferiore al valore degli immobili conferiti in uso gratuito (fra i quali l’Arena e il Teatro Filarmonico). Esso risulta in ulteriore diminuzione (-1,6% rispetto all’anno precedente malgrado il ritorno all’attivo del saldo della gestione a causa della retrocessione di un immobile al Comune di Verona;
  2. un considerevole indebitamento, pari a oltre 26,5 milioni di euro e a circa il 65% delle passività, anche se in ulteriore riduzione (-7,1%) rispetto all’esercizio precedente, in particolare verso i fornitori (da 13,7 a 12,9 milioni di euro) e soprattutto verso gli istituti bancari (da 8,2 a 2,8 milioni);
  3. una contribuzione da parte dei soci fondatori in netta contrazione (-34%) dopo il notevole aumento registrato nell’esercizio precedente, e pari al 20,3% (29,4% nel 2015) del totale dei contributi, un valore comunque rilevante, nel panorama delle Fondazioni lirico-sinfoniche;
  4. una contribuzione degli enti pubblici in aumento ma solo grazie all’apporto del Comune più che triplicato. L’apporto dello Stato è infatti diminuito del 7,8% e rappresenta il 63% del totale dei contributi e quello della regione si è ridotto del 15,4%. Nell’insieme gli enti territoriali contribuiscono quindi per il 16,7%, un’incidenza sul totale piuttosto modesta;
  5. ricavi da vendite e prestazioni in diminuzione, ma in una politica aziendale volta a un radicale contenimento dei costi e a ottenere il ritorno all’utile, obiettivo poi effettivamente conseguito. Alla riduzione dell’offerta di spettacoli del festival areniano e del Teatro Filarmonico hanno fatto riscontro un aumento delle sponsorizzazioni di quasi un milione di euro e una crescita degli introiti da concessioni dell’Arena per serata “extra lirica” per oltre 800.000,00 euro. Il dato relativo agli introiti da biglietteria resta comunque notevole, inferiore soltanto a quello della Scala nell’ambito lirico-sinfonico nazionale;
  6. un valore della produzione in lieve diminuzione rispetto all’esercizio precedente (-0,7%) –  tuttora superiore, peraltro, a quella di gran parte delle altre Fondazioni lirico-sinfoniche -a fronte di una contrazione dei costi del 3,6%;
  7. un costo del personale (al netto di quello scritturato) in decisa diminuzione (-15,5%) nel 2016, sceso al livello del 47% dei costi di produzione, ma tale da rappresentare ancora il 118% dell’intero ammontare dei contributi.

Nel complesso la Fondazione ha una posizione del tutto particolare nel panorama lirico-sinfonico italiano. Essa si giova soprattutto della forte capacità di richiamo dell’Arena, anche per la qualità delle rappresentazioni offerte e per la elevata risposta del pubblico durante la stagione degli spettacoli all’aperto, mentre non ha analogo successo l’offerta del Teatro Filarmonico e del teatro Ristori nel resto della stagione. È da evidenziare però il comportamento degli enti locali che, pur beneficiando del prestigio della rassegna lirica veronese, partecipano in misura assai modesta al sostegno economico della stessa. Nella prima relazione semestrale per il 2017, relativa al consuntivo 2016 e che per la prima volta si occupa dell’Arena di Verona, il Commissario straordinario pone in evidenza come la positiva gestione caratteristica della Fondazione si accompagni però a uno stato di alta criticità degli aspetti finanziari. L’elevata esposizione debitoria appare difficile da fronteggiare con la sola capacità di autofinanziamento derivante dall’operatività corrente. La seconda relazione semestrale del Commissario, relativa al primo semestre 2017, conferma le ottime performance gestionali dell’Arena e quelle deludenti del “Filarmonico”.

Restano però i profili critici relativi al costo del personale, il più elevato fra le fondazioni oggetto di monitoraggio, allo stock di debito, maggiore del 40 per cento rispetto agli obiettivi di piano e all’andamento del patrimonio netto, inferiore del 34 per cento rispetto alle previsioni.

Alberto Speciale

 
 
Alberto Speciale
Classe 1964. Ariete. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa, amante della trasparenza con un interesse appassionato, inesauribile, sfacciato, per i fatti degli uomini. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. "Sono responsabile di quel che scrivo non di quel che viene capito"

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