In un momento difficile per i diritti e la vita delle famiglie arcobaleno nel nostro Paese, arriva da Padova una notizia importante: il Tribunale ha respinto i ricorsi della Procura che volevano cancellare una delle due mamme dai certificati di nascita dei loro figli e figlie.
Sono più di 30 tra bambini e bambine che rischiavano di perdere legalmente una delle due mamme, vedendosi garantire il diritto a vedersi riconosciuta la composizione delle proprie famiglie.
“Si tratta di una decisione che rimette al centro i bambini – sottolinea il sindaco Damiano Tommasi –. Ora ci auguriamo che intervenga il legislatore e che si arrivi ad una legge che garantisce uguali diritti a tutte le bambine e a tutti i bambini”.
“Il riconoscimento dei bambini e delle bambine delle famiglie arcobaleno è un atto di civiltà volto alla tutela dei minori – dichiara l’assessore alle Pari opportunità Jacopo Buffolo –. Un risultato importante in un momento in cui l’Italia e questo governo in particolare, hanno deciso di calpestare i loro diritti.
Non possiamo lasciare che la battaglia a difesa dei diritti dei figli e delle figlie delle coppie omogenitoriali si svolga nei tribunali o veda protagonisti unicamente i Comuni lasciati soli e ostacolati, come nel caso della circolare del Viminale del marzo 2023 che intimava ai Comuni di sospendere le trascrizioni. Come già sollecitato anche dalla Corte Costituzionale il nostro Paese deve approvare al più presto una legge che riconosca a tutti i minori pari diritti e dignità. L’Italia deve decidere se vuole prendersi la responsabilità di proteggere i diritti di tutti i bambini e le bambine come fanno la maggior parte degli stati dell’Unione Europea o se diversamente preferisce stare dalla parte di quei paesi in cui vediamo crescere le discriminazioni omolesbobitransfoiche”.
“Accogliamo con estremo favore la sentenza del tribunale di Padova che si inserisce nel solco della sentenza del 2021 della Corte Costituzionale – ribadisce Annamaria Molino, capogruppo della Lista Damiano Tommasi – Le famiglie omogenitoriali sono una realtà accettata nella nostra società e l’assenza di una legge che regolamenti questi tipi di famiglia comporta da un lato, un vulnus nei diritti delle e dei minori e dall’altro ci lascia ormai sempre soli in Europa dove anche stati conservatori,come la Grecia , hanno introdotto i matrimoni egualitari e disciplinato le famiglie omogenitoriali. E’ giunto il momento che ad esprimersi non siano più i tribunali ma il legislatore, superando gli ostacoli puramente ideologici che impediscono a queste famiglie di poter vivere serenamente la loro esistenza”.
“La situazione a cui stiamo assistendo in Italia non è degna di un paese civile – dichiara la capogruppo di Traguardi Beatrice Verzè – e nell’attesa che questa ingiustizia venga sanata da una legge di buon senso, siamo felici di sapere che il tribunale di Padova ha respinto i ricorsi che volevano cancellare una delle due mamme dai certificati di nascita dei loro figli e figli. Dare riconoscimento significa dare dignità a cittadini e cittadine che ogni giorno vanno a scuola, giocano nei parchi gioco e nei campi sportivi, frequentano corsi e attività come tutti i loro coetanei. Un atto di civiltà che abbracciamo anche qui a Verona”.
“Un passo avanti importante per le bambine e i bambini e per le loro mamme, oggi vince l’interesse primario del minore – precisa la consigliera comunale Pd Alessia Rotta –. Ora spero che il Parlamento prenda atto con urgenza che esiste un grave vuoto normativo e legiferi per tutelare queste famiglie. La sentenza conferma l’operato del sindaco Giordani. Ora il Parlamento risponda al monito formulato dalla Corte costituzionale fin dal 2021 e approvi una legge di civiltà che riconosca pari dignità a tutte le famiglie. Il Partito democratico ha già depositato un disegno di legge che va in questa direzione. l’Italia è indietro e deve colmare un vuoto che la ponga finalmente in linea con gli altri Paesi dell’Unione europea: un atto di civiltà e di tutela dei minori figli e figlie di coppie di mamme. L’Italia si prenda la responsabilità di proteggere i diritti di tutti i minori invece che continuare a trattarli come figli di serie b senza gli stessi diritti degli altri”.
“Noi ci avevamo sempre creduto che la magistratura avrebbe fatto quello che ultimamente, purtroppo, è sempre più spesso chiamata a fare: riconoscere diritti, riempiendo vuoti normativi di una politica che non riesce a legiferare sui diritti civili, che poi sono diritti sociali – conclude la capogruppo di In comune per Verona Jessica Cugini –. L’aver respinto il ricorso della Procura di Padova che chiedeva l’annullamento delle trascrizioni delle mamme di 37 bambine e bambini, restituisce il senso di quel che abbiamo sempre pensato: esistono famiglie che lo Stato non può disconoscere. Perché si tratta di genitorialità, minori, parentele e affetti che abitano le nostre scuole, le nostre palestre, le nostre piazze e altri luoghi della città. La difesa dei diritti di queste bambine e bambini dovrebbe essere centrale per la politica. Per questo abbiamo accompagnato le Famiglie arcobaleno venete in tutto questo tempo, stando accanto e sostenendo la loro richiesta, per questo sosteniamo la necessità delle trascrizioni. La politica ha il dovere di riconoscere la società che è chiamata a rappresentare”.