Contaminazione acqua Cromo VI in Strada della Giara: archiviato il procedimento. Il responsabile?

 
 

Continua la fase di archiviazione dei procedimenti ambientali attivati dalla Provincia di Verona a causa della contaminazione dell’acqua sotterranea nella bassa Valpantena.

Questa volta l’impossibilità di individuare il responsabile dell’evento inquinante riguarda l’accertato superamento delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC) di Cromo VI nelle acque sotterranee prelevate nel punto di monitoraggio P Beton 11 in Strada della Giara in comune di Verona, su terreno di proprietà Beton Verona SpA.

La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Verona il 6 dicembre 2013 ha trasmesso una relazione tecnica ad oggetto: “Consulenza tecnica per l’inquinamento delle falde acquifere in località Poiano (VR)”. Dalla relazione risulta effettuata un’indagine con l’obiettivo principale dell’individuazione della/e sorgente/i di contaminazione da solventi organici (tetracloroetilene e, in misura inferiore, tricloroetilene) delle acque sotterranee nella zona in oggetto. Nel corso dell’indagine risultano effettuati sopralluoghi ed accertamenti tecnici, tra cui campionamenti ed analisi dei terreni e delle acque di falda, questi ultimi presso 39 pozzi e piezometri distribuiti sul territorio del comune di Verona nella fascia della Valpantena compresa indicativamente tra il confine con il comune di Grezzana e località Poiano. Le risultanze analitiche hanno evidenziato alcuni superamenti delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC) di cui al D. Lgs. 152/2006 per il parametro Cromo esavalente nelle acque sotterranee di alcuni pozzi campionati, anche se dati analitici in questi pozzi sono a volte contraddittori in quanto la sostanza non sempre è stata rilevata. [ndr: il valore limite di riferimento per il parametro Cromo esavalente stabilito dalla Tabella 2 dell’Allegato 5, ParteQuarta, Titolo V del D. Lgs. 152/2006 è pari a 5 µg/l]

Infatti i risultati delle cinque campagne analitiche del 2013 sono discordanti. Il pozzo P5, situato a nord dei pozzi di Poiano, nell’analisi di marzo mostra un valore abbastanza elevato (7,9 (µg/l), sopra la CSC, che non viene confermato dalle successive analisi. Lo stesso accade per il pozzo P8, situato a sud, che solo in un caso e sempre a marzo, riscontra un valore del cromo VI superiore alla CSC, mentre nelle altre 4 analisi è praticamente assente (<5 microgrammi/litro).

Per quanto riguarda la presenza di Cromo VI nei due pozzi ubicati più a sud, si hanno a disposizione solo due analisi, entrambe positive, eseguite a luglio e a ottobre. La posizione di questi due pozzi, almeno quella del pozzo Beton 11, potrebbe indicare una contaminazione proveniente proprio dall’area dello stabilimento Casati. Ma i dati non sono sufficienti e occorre la verifica di altre analisi. Infine, anche per quanto riguarda la presenza saltuaria del Cromo VI negli altri pozzi è necessario procedere con altri controlli analitici. Per questi pozzi ubicati in prossimità del Torrente Valpantena, si può ipotizzare un apporto di acque dal torrente alla falda, acque contaminate da scarichi contenenti cromo immessi nel torrente a nord dell’area indagata.

Il 25 febbraio 2014 il settore Ambiente della Provincia di Verona quest’Area ha avviato, ai sensi dell’art. 244 D. Lgs. 152/2006, il procedimento per l’individuazione del/i soggetto/i responsabile/i del superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione (CSC) riscontrato nelle acque sotterranee prelevate nel punto di monitoraggio P Beton 11 in Strada della giara in comune di Verona ed ha emesso nei confronti della società Beton Verona SpA ordinanza/diffida a mettere in atto le misure di cui al Titolo V del D. Lgs.152/2006.

Il 16 febbraio 2016 il Dipartimento ARPAV di Verona ha trasmesso gli esiti degli accertamenti analitici effettuati sui campioni di acque sotterranee prelevate il 1-2 dicembre 2015 dai pozzi in Località Poiano e Località Marzana in Valpantena. La nota ARPAV precisa che “i parametri Cromo totale e Cromo VI vengono rilevati unicamente nel POZZO 11 (Beton Verona) in concentrazione comunque inferiore alle CSC, Tabella 2, Allegato 5, Titolo V, Parte IV D. Lgs. 152/2006”.

Da allora non sono pervenute ulteriori valutazioni ed informazioni alla Provincia da parte degli altri Enti interessati, pertanto il 13 agosto 2018 il settore Ambiente della Provincia ha chiesto a tutti gli Enti coinvolti nell’indagine informazioni per l’individuazione dei responsabili, precisando che, nulla ricevendo nel termine di 30 giorni decorrenti dal ricevimento della nota stessa, avrebbe proceduto all’archiviazione della pratica per impossibilità di individuare il responsabile della contaminazione.

Con Determinazione n. 3734/18 del 15 novembre 2018 la Provincia ha concluso, per quanto attiene il pozzo P Beton 11, il procedimento avviato il 25 febbraio 2014.

Ma non tutto è perduto. Qualora pervenissero alla Provincia informazioni utili ai fini dell’individuazione di eventuali responsabili della potenziale contaminazione in argomento, il procedimento ex art. 244 D. Lgs. 152/2006 potrà essere riattivato.

La task force importante di Enti interessati (Direzione Ambiente del Comune di Verona, Regione Veneto Bonifiche ambientali e Progetto Venezia, Dipartimento provinciale ARPAV, all’ARPAV Servizio Osservatorio Acque Interne, Dipartimento di Prevenzione dell’AULSS 9 Scaligera, Acque Veronesi Scarl, AATO Veronese, Prefettura di Verona), incassa per l’ennesima volta una sconfitta nell’individuazione dei responsabili di inquinamento ambientale. Qualcosa non torna e certamente è un buon segnale per i delinquenti ambientali seriali, pessimo per i cittadini.

Sarebbe interessante verificare se le coltivazioni agricole confinanti (tante) sono state esposte alla contaminazione delle acque sotterranee verificando i punti di prelievo irriguo.

E’ evidente che occorre rivedere la legislazione in materia ambientale per siffatti casi, ma non solo, è noto che il TUA (testo unico ambientale) 152/2006 è stato realizzato in fretta a causa della procedura di infrazione comminata dalla UE a causa della ritardata attuazione della Direttiva europea sull’inquinamento ambientale.

Alberto Speciale

 
 
Alberto Speciale
Classe 1964. Ariete. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa, amante della trasparenza con un interesse appassionato, inesauribile, sfacciato, per i fatti degli uomini. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. "Sono responsabile di quel che scrivo non di quel che viene capito"

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