Consulta della legalità nella villa confiscata di Erbé contro le infiltrazioni mafiose

 
 

Questa mattina ad Erbè, nella villa confiscata ad un narcotrafficante, si è tenuto un convegno, nell’ambito del progetto “Consulta della Legalità”, con il chiaro obiettivo di prevenire l’infiltrazione delle mafie nell’economia veronese.

 

Il progetto, nato da una forte collaborazione tra la Camera di Commercio di Verona e l’associazione Avviso Pubblico, è nato nel 2020 e da allora lavora per fare rete contro le infiltrazioni mafiose nel tessuto economico. A rappresentare i due enti responsabili dell’iniziativa Pierpaolo Romani, coordinatore nazionale di Avviso Pubblico, e Paolo Artelio, componente della Giunta della Camera di Commercio di Verona, oltre che rappresentante del gruppo di lavoro dedicato al turismo. 

 

“La Camera di Commercio crede fortemente nel progetto della Consulta della Legalità -afferma Paolo Artelio- Verona e provincia rappresentano un’economia forte, con importanti progetti avviati, ma proprio per questo esposta a infiltrazioni di ambienti criminali che violano i principi della libera concorrenza e distorcono il mercato. Per contrastare questi fenomeni, è indispensabile il coinvolgimento di tutti gli attori della società: cittadini, imprese, amministrazioni e forze dell’ordine. La larga partecipazione all’incontro di oggi, in questo sito sottratto alla mafia e messo a disposizione della collettività, testimonia che siamo sulla buona strada”.

 

L’evento è servito a fare il punto rispetto alle attività portate avanti all’interno dei gruppi di lavoro dedicati ai settori produttivi che rappresentano allo stesso tempo un’opportunità economica e un rischio di interessamento da parte delle mafie: agricoltura, edilizia, logistica e turismo. Il secondo e ancor più importante obiettivo della mattinata è stato gettare dei ponti tra i rappresentanti delle imprese e delle associazioni e i rappresentanti delle istituzioni, presenti in buon numero al convegno, al fine di confrontarsi su come rafforzare la “rete di legalità organizzata” promossa dalla Camera di commercio di Verona, in collaborazione con Avviso Pubblico. 

 

Oltre agli esponenti dei gruppi di lavoro era infatti presente l’assessora alla sicurezza e alla legalità del Comune di Verona Stefania Zivelonghi, il vice capo di gabinetto della Prefettura di Verona Riccardo Stabile, il magistrato Raffaele Ferraro presidente di sezione del Tribunale di Verona, il dirigente della squadra mobile di Verona Francesco Garcea e il Comandante dei Carabinieri di Villafranca Vincenzo Spataro.

 

L’evento si è svolto in tre fasi. In una prima parte Pierpaolo Romani, insieme a Marco De Pasquale dell’Osservatorio Parlamentare di Avviso Pubblico hanno delineato lo scenario attuale del territorio veronese dal punto di vista dei rischi e delle criticità rispetto alle infiltrazioni mafiose. Ne è emersa una descrizione della provincia di Verona come un territorio ricco e in grado di attrarre grandi investimenti e che proprio per questo necessita di una grande attenzione da parte di tutto il tessuto sociale, dai cittadini alle istituzioni.

 

“La volontà è quella di interloquire sempre di più con le istituzioni – ha dichiarato Pierpaolo Romani invitando i rappresentanti presenti al dialogo – Dobbiamo creare una rete, una struttura di prevenzione sistemica. Proprio questa struttura è un simbolo di quello che è possibile ottenere facendo rete. Quando è stata confiscata era poco più che un rudere, oggi è uno spazio utile alla collettività. Confidiamo che da questo incontro-confronto nascano nuove idee, capaci di aumentare la consapevolezza dei rischi che comporta la presenza mafiosa nell’economia e sul territorio scaligeri e il necessario rafforzamento dell’azione di prevenzione. Il progetto Consulta della legalità è diventato un modello di buona prassi, adottato anche dalle Camere di commercio di Torino e Modena”.

 

 

Nella seconda fase dell’incontro i gruppi di lavoro hanno presentato il resoconto dell’analisi SWOT (strength, weakness, opportunity and threats) di ogni settore produttivo, evidenziando opportunità e punti deboli della propria realtà d’impresa.

 

Il report dei gruppi di lavoro da una parte ha confermato la descrizione dello scenario generale, dall’altra ha fatto emergere elementi critici specifici di ogni area in cui le mafie possono infiltrarsi nell’attività economica: il reperimento della manodopera, il caporalato, il recupero crediti, gli investimenti sospetti e la concorrenza sleale. Tutti esempi chiari dei danni creati dalla presenza della criminalità organizzata nel tessuto economico del territorio.

 

Una richiesta giunta trasversalmente dai gruppi di lavoro è quella di migliorare gli strumenti e i metodi di controllo della legalità, in particolare rafforzando le collaborazioni con le istituzioni e le forze dell’ordine. Un invito accolto positivamente dai rappresentanti delle istituzioni presenti, che hanno sottolineato l’importanza di creare una cultura della legalità attraverso la sensibilizzazione, la formazione e il dialogo, in modo da rendere più efficace a sua volta l’azione repressiva delle forze dell’ordine e della magistratura.

 

Oltre alla necessità di dialogo continuo con la cittadinanza e le imprese, un punto in comune alle riflessioni dei rappresentanti delle forze dell’ordine è stato l’invito a riconoscere e riportare i segnali, anche i più piccoli, di presenza mafiosa in un tessuto socio-economico: improvviso arrivo di capitali liquidi, offerte fuori mercato, attività economiche che cambiano spesso nome o proprietà. ma anche pratiche illecite come il lavoro nero possono essere segnali della presenza della criminalità organizzata.

 

I prossimi appuntamenti della Consulta della Legalità sono tre webinar sulla presenza mafiosa nell’economia veronese, le sfide del PNRR, l’antiriciclaggio e l’antiusura e un convegno finale su mafia-impresa.