Congresso mondiale famiglie: Benini promuove #manonellamano, l’Universita’ si smarca da tutto

 
 

“Dal 29 al 31 marzo si terrà a Verona il Congresso mondiale delle famiglie. E’ legittimo che il Sindaco Sboarina e il Ministro Fontana esprimano le proprie idee medievali e oscurantiste contro l’interruzione volontaria di gravidanza, contro il divorzio, contro l’emancipazione femminile e contro le unioni civili. Altrettanto doveroso, però, è che i cittadini e le cittadine democratiche si oppongano a questa visione repressiva delle libertà civili e delle conquiste sociali che minaccia direttamente la libertà delle donne e la libertà di amare facendo fare alla società veronese e italiana un salto indietro di due secoli”.

Federico Benini, consigliere comunale capogruppo Pd Verona

Si smarca invece da ogni posizione il Rettore dell’Università di Verona Nicola Sartor secondo il quale “il Congresso mondiale delle famiglie ha natura prettamente politica. Bene ha fatto il dipartimento di Scienze umane, assieme ad altri docenti, ricercatrici e ricercatori di ateneo, a sottolineare come le tematiche proposte nel convegno e le posizioni degli organizzatori siano, a oggi, prive di fondamento e non validate dalla comunità scientifica internazionale”.

“Per questo – prosegue Sartor – il 4 dicembre scorso ho declinato la richiesta di utilizzo di spazi universitari per ospitare l’evento. Le aule vengono, infatti, concesse per ospitare iniziative di soggetti terzi all’università purché riconducibili a progettualità scientifiche sviluppate in comune con dipartimenti o docenti dell’ateneo stesso. In ogni caso è esclusa la concessione per manifestazioni con scopo di lucro, finalità politiche, commerciali o sindacali.

L’università è un luogo di studio aperto al confronto scientifico fondato sulla libertà della ricerca e dell’insegnamento, nonché sui principi di uguaglianza e di solidarietà. Questo è dimostrato anche in questi giorni in occasione della settimana di azione contro il razzismo. All’ingresso del chiostro di San Francesco è affisso un manifesto che riporta uno stralcio dello Statuto di ateneo per cui “l’università promuove il pluralismo delle idee e respinge violenza, discriminazione e intolleranza”.

 
 

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