Le dichiarazioni dell’allenatore gialloblù Paolo Zanetti, rilasciate alla vigilia di Hellas Verona-Inter, match valido per la 13a giornata di Serie A Enilive 2024/25, in programma sabato 23 novembre, alle ore 15, allo stadio ‘Bentegodi’ di Verona.
Mister, che Verona ritroviamo dopo la pausa? “Dobbiamo ritrovare sicuramente il miglior Verona. La squadra si è riunita al completo ieri, sappiamo che le soste ci tolgono delle forze importanti. Questa volta, purtroppo, ci mancherà Duda. Ora vedremo con l’ultimo allenamento e manderemo in campo chi sta meglio. Oltre a questo, però, siamo in casa nostra: vogliamo e dobbiamo fare una grande partita”.
L’anno scorso a San Siro c’è stato un grosso errore dell’arbitro. Come valuta la designazione di Colombo, direttore di gara giovane in una gara difficile?“Non ero il mister dell’Hellas, ma mi ricordo bene quell’episodio pesante. Ora fa parte del passato e non mi va di rimarcarlo. Per quanto riguarda la nostra posizione, non ci deve interessare l’età, la provenienza o l’esperienza dell’arbitro. Noi dobbiamo dare il massimo e sono sicuro che anche il direttore di gara farà lo stesso in una partita importante per entrambi. Non dobbiamo assolutamente fare retropensieri o altri discorsi: conta il campo e questo vale per tutti. Poi la partita ci dirà quello che succederà”.
A livello fisico, chi c’è e chi non c’è? Torna Dawidowicz tra i convocati?“Dawidowicz si candida per un posto, sarà della partita. Coppola ha avuto una distorsione alla caviglia e ieri non si è allenato; vedremo come starà oggi. Duda l’abbiamo perso per 3 settimane o un mese, ha subito una lesione di primo grado. Gli altri hanno giocato tanto: dobbiamo vedere come sta Suslov, che ha giocato due partite, e come stanno Tchatchoua e Livramento, che hanno viaggiato tanto oltre ad aver giocato. Sono giocatori che in pochi giorni fanno parecchi chilometri tra viaggi e spostamenti. Faccio fatica a dirti chi stia meglio, lo vedrò oggi pomeriggio. Chi è rimasto qui, però, ha lavorato tanto e bene. Sono tutte valutazioni che farò per mettere in campo chi starà meglio fisicamente”.
Contro una squadra forte come l’Inter si può pensare a una difesa con tre centrali? Mentre in attacco la soluzione migliore potrà essere Tengstedt? “Se ragioniamo sull’Inter e sui suoi punti di forza, diventa difficile, perché sono completi in ogni zona del campo e rischia di diventare una partita troppo attendista. Io vorrei giocarmi la gara, anche contro una delle quattro squadre più forti d’Europa, com’è l’Inter. Noi siamo in casa nostra, al Bentegodi, dove abbiamo già fatto cose straordinarie. Anche per questo motivo possiamo tirare fuori qualcosa in più per cercare di colmare un divario evidente. Faremo delle considerazioni tattiche per cercare di fare una partita non da spettatori, ma mettendoli in difficoltà”.
La partita si affronterà con la voglia di osare prima ancora di quella di aspettare? “Bisognerà avere il giusto equilibrio, non scoprire il fianco a loro osando troppo, ma neanche pensare solo a difenderci. Dovremo avere tanta gamba e tanta corsa per fare entrambe le fasi. Dobbiamo essere aggressivi, mantenendo le giuste distanze, perché altrimenti loro ti puniscono. Cercheremo di fare una partita equilibrata. Abbiamo lavorato su alcuni concetti con chi è rimasto, soprattutto con i difensori centrali come Dawidowicz, Magnani e Daniliuc. Stiamo cercando di migliorare questa fase che va fatta di squadra, ma su alcuni dettagli bisogna alzare l’asticella. Quello che noi possiamo fare è lavorare, faticare sul campo per vedere i frutti poi in partita”.
Chi giocherà al posto dell’infortunato Duda? “Belahyane non ha giocato in Nazionale, quindi sicuramente sarà della partita. Non ho mai nascosto la mia stima verso questo giovane talento straordinario che ha ancora tanto margine e domani avrà la possibilità di confrontarsi con giocatori di altissimo livello. Mentre Serdar è un punto fermo per noi e abbiamo anche Dani Silva, che ha sempre fatto bene quando è stato chiamato in causa”.
Possiamo dire di essere usciti dalla crisi dopo le partite con Roma e Fiorentina? “Ogni partita è a sé. Avevamo fatto meglio nel primo tempo a Firenze pur prendendo gol dopo due minuti. Nella seconda parte della gara siamo calati anche mentalmente. Ora il nostro grande obiettivo è cercare la continuità di prestazioni, che è stata una nostra difficoltà in questa prima parte. È un obiettivo mio, perché alla fine avrà la meglio chi riuscirà ad avere più continuità. Per farlo bisogna creare un nucleo forte dentro la squadra, perché abbiamo dimostrato chi possiamo essere, oltre i risultati, con le prestazioni. La vittoria forse ci ha tolto un po’ di paura di essere all’ultima spiaggia. Noi con l’acqua alla gola rispondiamo sempre, ma non deve essere così. Dobbiamo dare sempre il 110%, non il 95%, altrimenti emergono i nostri limiti. Dobbiamo trovare in questo la continuità; questo è il lavoro quotidiano che ci aspetta. Nel lungo periodo questo farà la differenza. La squadra deve avere una grande mentalità e ancora stiamo ricercando quella che serve per arrivare in fondo, all’obiettivo”.
Come si affronta il problema dei 27 gol subiti? “Non è la prima volta che mi succede in carriera. A Empoli, l’anno dei 43 punti, non subivamo mai e avevamo il problema dell’attacco. I momenti nelle stagioni sono così. Io odio colpevolizzare i singoli: i gol vengono presi di squadra, l’unico a essere colpevolizzato deve essere l’allenatore. Si superano questi problemi con il lavoro di squadra, cambiando qualcosa, e anche per questo a volte effettuo dei cambi. A volte giocatori di grande livello, che stanno benissimo in Serie A, fanno 90 minuti buoni ma sbagliano una cosa, un singolo errore che può determinare la gara. Questi sono tutti dettagli che dobbiamo analizzare per capire anche la responsabilità che abbiamo indossando questa maglia. L’atteggiamento per noi è tutto, perché si può sbagliare, ma dimostrando di dare il 110%, non l’80%, altrimenti lì c’è un problema. Più singoli hanno fatto errori e questo dimostra che solo con il lavoro di squadra si migliora e si limitano queste situazioni”.
Quanto sarà importante l’approccio alla gara? “Sarà determinante, come la tenuta e il finale di gara. Con l’Inter è la partita in cui bisogna essere perfetti per portare a casa punti. Quando avremo la possibilità bisognerà sfruttarla e, soprattutto, crearsela con l’atteggiamento giusto e con equilibrio. Con la Fiorentina non mi è piaciuto il fatto che nel secondo tempo non siamo stati propositivi: abbiamo tirato poco in porta. Quindi dobbiamo creare anche le occasioni, perché quello è un nostro punto fermo. Con l’Inter va fatto questo: una fase difensiva perfetta, ma anche una fase offensiva convinta di poter segnare”.
Sarà importante capire anche cosa succederà a gennaio con il mercato, potrebbe esserci l’ennesima rivoluzione… “Quando sono venuto qui al Verona il Presidente e il Direttore sono stati molto chiari con me spiegandomi tutte le necessità della società. Io so cosa potrebbe accadere, ma questa è una sfida che ho accettato con grande coraggio e se ci saranno delle difficoltà diverse io sarò sempre qui a combattere in questa sfida che ha un fascino incredibile. Quindi se Reda o altri andranno via, ne arriveranno altri, io allenerò sempre al massimo delle possibilità, perché l’unica cosa che conta è che il prossimo anno il Verona sia ancora in Serie A e questo è ciò che penso ogni mattina e che ripeto ogni giorno ai giocatori. Non mi interessa l’individualità, queste deve essere messa al servizio della squadra e della gente. Non mi sentirete mai lamentarmi su quello che potrà succedere in futuro”.