Con Determina n. 3751 del 25/08/2021 il Dirigente della sezione Partecipate del comune di Verona ha affidato alla società Studio Pozzoli Srl il servizio il analisi e stima del valore delle quote societarie di Veronamercato SpA al fine di una possibile cessione.
Nella determina viene evidenziato che il Comune di Verona è attualmente Socio di Veronamercato SpA per la quota del 75,16% (gli altri Soci sono la CCIAA di Verona con il 8,37% e Soci privati per il residuo 16,47%, ndr) e che nel corso dell’Assemblea dei Soci del 28 aprile 2021, il Presidente del CdA ha comunicato che i Soci privati C.I.GR.A. e Soc. Coop. Facchini Multiservizi hanno espresso l’intenzione di cedere le proprie azioni.
Conseguentemente la società Veronamercato SpA ha affidato un incarico finalizzato alla valutazione del valore di cessione delle azioni a cui si è aggiunto anche il Comune di Verona il quale come indicato dal Dirigente comunale «al fine di consentire al Consiglio Comunale di operare le più opportune scelte nell’ambito del processo di revisione ordinaria delle partecipazioni, e nel quadro complessivo di una loro razionalizzazione, intende valutare l’eventuale percorribilità, oltre che l’opportunità e la convenienza economica, di cedere parte delle azioni nella predetta Società, che, tra l’altro, non distribuisce dividendi ai Soci, acquisendo una propria perizia di stima del valore di Veronamercato SpA.»
Per tale servizio di valutazione il Comune di Verona ha scelto la società Studio Pozzoli Srl di Firenze (FI) per un importo di Euro 18.000,00 (diciottomila/00) oltre ad IVA, per un importo complessivo di Euro 21.960,00 (ventunomilanovecentosessanta/00). L’oggetto del servizio consiste in una valutazione finalizzata all’eventuale cessione di una parte delle azioni detenute dal Comune di Verona in Veronamercato SpA, senza svolgimento di verifiche contabili o di audit, nel rispetto dei PIV (Principi Italiani di Valutazione) e tenendo conto della particolare situazione di mercato attuale, avendo come riferimento i bilanci di esercizio della Società, il Piano Industriale, le perizie immobiliari effettuate e ogni altra informazione utile. L’incarico avrà validità dalla data di affidamento dello stesso e dovrà comunque concludersi entro il 31/10/2021.
Non si capisce la scelta del Comune (per quanto legittima e normativamente prevista) posto che la (recente) Delibera Consiglio Comunale n. 46 del 17 dicembre 2020 – Piano di razionalizzazione delle societa partecipate ex art. 20 del D. Lgs. n. 175/2016 con l’Allegato Piano di razionalizzazione periodica delle partecipazioni societarie del Comune di Verona anno 2020, e la D.C.C. n. 47 del 17/12/2020 – Approvazione degli obiettivi specifici sulle spese di funzionamento per il triennio 2020-2022 , nulla indicano in merito ad azioni da compiere nei confronti della partecipata di 1° livello Veronamercato SpA. Anzi, l’esito della Verifica della sussistenza delle condizioni (art. 20 c. 2) che impongono piani di razionalizzazione indicato a pag. 46 dell’Allegato di cui alla DCC 46/2020 si esprime in tal senso: «Esito della Ricognizione: mantenimento. Motivazione per decisione su mantenimento della partecipazione: L’attività svolta da Veronamercato SpA, visto l’interesse che la struttura ed il servizio dalla stessa fornito rappresentano per lo sviluppo economico del territorio, è funzionale al perseguimento delle finalità istituzionali dell’Amministrazione comunale. L’attività rientra in quelle ammesse ai sensi dell’art. 4, commi 1 e 2, lettera a), del D.Lgs. n. 175/2016. Inoltre la società non ricade in nessuna delle ipotesi dell’art. 20, co. 2, del medesimo decreto.»
Anche nela Relazione di monitoraggio sul controllo delle società partecipate – anno 2019 – non indica alcun tipo di attenzione nei confronti della partecipata come si legge a pagina 19: ” Per il triennio 2020-2022 il Comune di Verona non ha individuato per Veronamercato S.p.A. particolari obiettivi, “atteso che dai rendiconti 2017-2019 è emerso l’impegno della Società nella riduzione delle spese, che risulta oggettivamente difficile contenere ulteriormente. Pertanto, per questa Società si propone il mantenimento degli standard già raggiunti nel 2019.”
Come scritto nella Relazione sulla gestione per l’anno 2020, la Società Veronamercato SpA gestisce il “Centro Agroalimentare di Verona”, mercato agroalimentare all’ingrosso di interesse nazionale, realizzato ai sensi della Legge Finanziaria n.41 del 28 febbraio 1986.
La movimentazione complessiva dei prodotti all’interno del Centro Agroalimentare registrata nel 2020 ha subito una contrazione dell’8%, in media con le rilevazioni avvenute presso i principali mercati nazionali, nei confronti dei quali, tuttavia, Veronamercato conserva la propria leadership logistica grazie alla sua invidiabile posizione nell’Interporto Quadrante Europa.
La pandemia dal punto di vista dell’attività del Centro ha colpito maggiormente le aziende che operano nel settore ho.re.ca. e che offrono servizi di bar e ristoro. Per sostenere tali aziende Veronamercato ha adottato nei loro confronti provvedimenti di sospensione dei canoni di concessione per un importo complessivo di ca. 70.000 euro, da corrispondersi entro la fine del 2021.
Veronamercato, con il proprio personale, assicura i servizi di controllo qualità dei prodotti, di formazione del listino prezzi e di statistica delle merci introdotte nel Mercato, mentre vengono garantiti dalle strutture pubbliche i servizi fitopatologico (Regione Veneto), di controllo merceologico (Agecontrol), micologico ed igienico sanitario (AULSS 9 Scaligera), secondo le disposizioni di legge e regolamentari.
Il Capitale sociale di Veronamercato, pari a euro 34.543.557, è rappresentato da 67.732.465 azioni ordinarie di nominali euro 0,51 cadauna, mentre alla data del 31/12/2020 non sono presenti azioni di categorie diverse da quelle ordinarie e che nel corso dell’esercizio non sono state emesse nuove azioni da offrire in opzione agli azionisti né da collocare sul mercato.
Anche l’asserzione indicata nella Determina n. 3751 del 25/08/2021 secondo la quale è intenzione del Comune di Verona «(…) di cedere parte delle azioni nella predetta Società, che, tra l’altro, non distribuisce dividendi ai Soci, (…)» non trova comprensione posto che in data 16 febbraio 2021 l’Assemblea ordinaria dei soci ha rinnovato il Consiglio di Amministrazione che risulta composto da cinque membri tra i quali tre di nomina da parte del Sindaco di Verona (Michele Gruppo, Jacopo Montresor ed Elisabetta Molon), uno da parte della CCIAA Verona (Carlo De Paoli) infine i Soci di parte privata hanno nominato il candidato proposto dal Socio Fondazione Cariverona (Adele Biondani).
Pertanto in considerazione del “peso” forte da parte del Comune di Verona all’interno del CdA non sarebbe stato difficile “dare indicazioni” affinchè nella Relazione sulla gestione del bilancio, presentata da parte del Presidente di Veronamercato SpA, fosse proposto all’Assemblea dei Soci la distribuzione di una parte degli utili ai Soci, almeno in misura non superiore al 5%, così come previsto dall’art. 35 dello Statuto di Veronafiere SpA. Mi rendo conto che prendendo ad esempio il risultato di esercizio del 2020, al netto dell’accantonamento a riserva legale (8.961,00 €) resterebbe da distrubuire utili per 8.513,00 € (ovvero € 170.266 * 5%), a cui spetterebbe al Comune di Verona “ben” 6.398,00 €. Meglio sarebbe modificare lo Statuto prevedendo una maggiore distribuzione degli utili.
A sensazione personale scopriremo a breve la motivazione della possibile scelta di cessione azionaria da parte del Comune di Verona. Un motivo motivo contabile della “dismissione” azionaria, sempre a mio parere, potrebbe essere l’indice di disponibilità finanziaria (indicato a pag. 3 nella Relazione sul governo societario anno 2020), dato dal rapporto tra attività correnti e passività correnti, che negli ultimi due anni è risultato inferiore ad 1 (0,96 nel 2019 e 0,62 nel 2020). Tale fattispecie potrebbe (deve) far scattare la “soglia di allarme” così come previsto dal programma di misurazione del riscio aziendale disciplinato dal “Regolamento per la definizione di una misurazione del rischio ai sensi dell’art. 6, c.2, e dall’art. 14, c. 2 del D.Lgs. 1756/2016“. Oppure tutt’altro.
Alberto Speciale
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