Aveva arrangiato, all’interno di uno scantinato, una coltivazione di marijuana.
Ad allertare gli agenti della Questura il proprietario della cantina stessa, insospettito dalla confidenza fattagli da un condomino del pertinente stabile che sosteneva di aver notato la luce nel suo seminterrato perennemente accesa. È stato così che i poliziotti, raggiunto il palazzo di via Cristofoli, una volta aperto il lucchetto che assicurava l’ingresso al locale, si sono trovati davanti ad una vera e propria serra artigianale. Due vasi contenenti piante di marijuana, una lampada alogena, un ventilatore ed un igrometro digitale utilizzato per monitorare la temperatura e il grado di umidità del terreno all’interno dei vasi: tutto il necessario, insomma, per assicurare le condizioni climatiche favorevoli allo sviluppo delle infiorescenze.
Ignaro di cosa stesse accadendo all’interno del locale di sua proprietà, il segnalante ha confessato ai poliziotti di aver acquistato, circa tre anni addietro, un appartamento in quel condominio, comprensivo di due posti auto e cantina, ma di non averli mai utilizzati in quanto tutti da ristrutturare. Il caso ha voluto che, proprio in quel momento, mentre gli agenti delle Volanti raccoglievano le dichiarazioni dei presenti, giungesse sul posto il “responsabile” della coltivazione illegale – ventiquattrenne nato a Vicenza ma residente a Verona – che, dopo aver dapprima negato ogni responsabilità, ha poi ammesso di essersi recato li per prendersi cura delle due piante.
Il soggetto è stato, pertanto, denunciato per produzione di sostanza stupefacente.