Tutto è iniziato dall’appello “Tutti in marcia per il clima”, lanciato dal presidente della Società Meteorologica Italiana e divulgatore scientifico Luca Mercalli agli studenti, per aderire a Climate strike, mobilitazione mondiale in programma il 15 marzo. La giovanissima attivista svedese Greta Thunber ne è già diventata un simbolo, numerosi sono i gruppi di ragazzi che si ritrovano ogni venerdì nelle piazze italiane per far sentire la loro voce e no, non è un modo travestito per marinare la scuola. Bravi questi giovani che non solo pensano, ma anche fanno. I repentini cambiamenti climatici degli ultimi anni dimostrano che non è più possibile ignorare l’emergenza, sebbene alcuni girino la testa dall’altra parte e non si preoccupino del fatto che vedere la neve a Verona ormai sia raro più che a Palermo
Il movimento globale Fridays for Future ha preso vita in Svezia lo scorso agosto grazie agli scioperi settimanali della allora quindicenne Greta, che chiedeva al governo di agire di fronte all’inquietante situazione climatica in atto; sempre più paesi e città poi hanno còlto il messaggio, politico ma apartitico, unendosi alla lotta per la “giustizia climatica globale”.
Il cambiamento della temperatura non implica solo problemi ambientali, ma, con questi, è fattore determinante di ulteriori problemi sociali: per questo il riscaldamento globale dovrebbe stare al centro dell’agenda politica e non ai margini. Fridays for Future vuole spingere i governi a prendere provvedimenti seri e a rispettare gli accordi presi a Parigi.
E anche Verona si pone in prima linea: ogni venerdì, dall’imminente 22 febbraio in avanti (in vista del 15 marzo), saranno organizzate pacifiche manifestazioni di fronte al Comune, con il coinvolgimento di quanti più ragazzi possibile, attraverso contatti con scuole e non solo; all’iniziativa partecipano attivamente anche gli adulti che vogliono garantire un futuro sicuro alle giovani generazioni.