Martedì 14 gennaio alle ore 17 prende avvio il ciclo di incontri organizzati dall’Accademia Cignaroli in cui si propongono occasioni di indagine su svariati argomenti legati al mondo dell’arte, con uno sguardo in molti casi rivolto ad aperture europee e internazionali di eventi e personalità non solo legate al contesto locale. Come nell’edizione passata organizzata per celebrare i 260 anni dell’antica istituzione, anche quest’anno i temi affrontati coprono un ampio arco cronologico, dal XVI secolo all’epoca contemporanea, con approfondimenti in molto casi inediti. I sei appuntamenti in programma da gennaio ad aprile si terranno nella sede della Società letteraria.
In occasione del primo incontro saranno presentati gli atti del convegno tenutosi a Ca’ Foscari a Venezia nel dicembre 2021, il primo in Italia dedicato al tema della politica culturale negli anni della guerra fredda. Il volume, edito da Scripta, raccoglie testi di studiosi italiani e stranieri invitati a trattare, da svariati punti di vista, il tema della politica culturale negli anni della guerra fredda, già ampiamente trattato all’estero in pubblicazioni e rassegne allestite in spazi pubblici e che solo ora, grazie all’evento organizzato dall’ateneo veneziano, trova voce nel nostro contesto universitario aprendo a un nuovo orientamento di studi. Il compito di illustrare i contenuti del libro è affidato a due autori, Laura Lorenzoni, presidente dell’Accademia Cignaroli, e Sergio Marinelli, già docente di Storia della Critica d’Arte a Ca’ Foscari, organizzatore del convegno insieme a Stefania Portinari, docente di Storia dell’arte contemporanea.
Dai primi articoli usciti sulla rivista newyorkese “Artforum” negli anni ’70, al libro di Serge Guilbaut del 1983 How New York Stole the Idea of Modern Art, dall’ampia ricerca condotta da Francis Stonor Saunders negli archivi della CIA da cui prese spunto l’organizzazione la mostra Cold War. Modern Design1945-1970 allestita nel 2009 al Mart di Rovereto alla rassegna Parapolitics tenutasi a Berlino nel 2017, sono questi alcuni eventi che contribuiscono a porre in evidenza come la fortuna di critica e di mercato registrata dai protagonisti dell’avanguardia statunitense nel secondo dopoguerra sia stata frutto di una pianificazione governativa allo scopo di creare una leadership culturale in grado di scalzare il primato sino ad allora riconosciuto all’Europa. Grazie all’azione condotta dai servizi segreti americani e a ingenti finanziamenti stanziati da fondazioni e associazioni legate al governo di Washington, l’astrattismo si è imposto in ambito internazionale come espressione di libertà contro il realismo sovietico, veicolando i simboli di un paese che doveva proporsi come punto di riferimento di progresso e prosperità sociale ed economica.
Nell’incontro successivo del 4 febbraioFrancesca Sinigaglia, direttrice del Museo Ottocento di Bologna, parlerà della Dinastia Savini, oggetto della mostra in corso a Bologna sino al 3 marzo 2025. Alla nota famiglia di pittori apparteneva Alfredo, dal 1900 direttore dell’Accademia Cignaroli, a cui va il merito di aver contribuito a formare una nuova generazione di artisti destinati a rappresentare la fase di rinascita e rinnovamento del linguaggio pittorico veronese largamente apprezzata nei primi decenni del secolo in ambito nazionale.
Il 25 febbraio Alessandra Zamperini analizzerà l’opera delle pittrici veronesi tra XVI e XVIII secolo attraverso la presentazione delle più illustri esponenti del mondo dell’arte al femminile. Da Cecilia Brusasorzi, figlia di Domenico e sorella di Felice, in poi la sequenza di personalità, che giunge a lambire la grande stagione delle accademie, sorprenderà per varietà di esiti stilistici e spunti aneddotici.
Il 18 marzo Sergio Marinelli offrirà una ricca panoramica sul vedutismo veneto nell’Ottocento attraverso una selezione di dipinti in gran parte inediti. I lavori documentati per l’occasione consentono di gettare nuova luce sulla vicenda biografica di molti autori come Giuseppe Cannella, Ercole Calvi e Vittorio Avanzi, ma anche su personalità ancora in parte sconosciute come Domenico Macanzoni. Vedute a volo d’uccello su vallate verdeggianti e paesaggi simbolo di una natura incontaminata sono metafora di un universo non ancora corrotto dal progresso industriale, evocato come espressione di pacificazione e armonia fuori dal tempo.
L’8 aprile Elena Lissoni ripercorrerà la storia dell’Accademia di Belle Arti di Brera nell’Ottocento, tra didattica ed esposizioni. L’antica istituzione, fondata nel 1776 da Maria Teresa d’Austria allo scopo di “sottrarre l’insegnamento delle belle arti ad artigiani e artisti privati, per sottoporlo alla pubblica sorveglianza e al pubblico giudizio”, fu uno straordinario esempio di modernità nell’ordinamento delle diverse discipline, cui va il merito di aver dato avvio alle esposizioni annuali, considerate all’epoca le manifestazioni d’arte contemporanea più importanti nella penisola.
Il 29 aprile Roberto Cresti, ricercatore nel Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Macerata, curatore di mostre fra le quali Scipione e le “vie” di Roma tenutasi nel 2023 in Palazzo Ricci a Macerata, ripercorrerà il percorso biografico di Francis Bacon, pittore irlandese noto per le immagini inquietanti e deformate con cui rese la figura umana. Crocifissioni, papi urlanti, volti di amici e autoritratti, personaggi senza volto entro recinti geometrici dalle tinte pastello, sono i soggetti ricorrenti di un repertorio destinato a consacrare l’artista come tra i più celebrati interpreti della desolante condizione umana nella pittura del XX secolo.
Tutti gli incontri sono aperti al pubblico, senza obbligo di prenotazione. Il programma dei singoli incontri è disponibile sul sito della Società letteraria. Sarà possibile seguirli in diretta streaming collegandosi al sito www.societaletteraria.it.