«Sospendere la chiusura h24 della Ztl di Verona, prevista il 28 ottobre, fino ad aprile quando la città sarà più frequentata da turisti e quindi con una maggiore presenza di auto e, nel frattempo, aprire tavoli di confronto permanenti in cui vengano realmente ascoltate le parti sociali, cosa che finora non è avvenuta». È questo l’appello lanciato oggi all’Amministrazione del Comune di Verona da parte di Tiziano Meglioranzi, presidente della Corporazione esercenti del centro storico che conta 600 attività. Presenti in Piazza delle Erbe un centinaio tra commercianti e residenti del centro durante la conferenza stampa organizzata a un mese dalla chiusura totale della della zona a traffico limitato nel cuore della città.
Ancora una volta, gli esercenti hanno ribadito la loro contrarietà al piano della sosta del Comune, che prevede di chiudere la Ztl eccetto per i residenti nella città antica, i ciclomotori e i veicoli commerciali e la necessità che l’Amministrazione comunale li ascolti, confrontandosi con chi in centro storico ci lavora e vive.
All’incontro sono intervenuti oltre a Meglioranzi, l’europarlamentare Flavio Tosi, il consigliere regionale Alberto Bozza entrambi di Forza Italia, il consigliere comunale Leonardo Ferrari e il consigliere della prima circoscrizione Giorgio Faccioni anche responsabile per il dipartimento commercio per Verona di Fratelli d’Italia e il consigliere comunale della Lega Nicolò Zavarise.
«Oggi – precisa Meglioranzi – ci siamo riuniti proprio in una delle piazze più rappresentative di Verona in cui da duemila anni si fa commercio per ribadire che questa Amministrazione ha deciso di farlo morire. Si tratta di uno dei centri storici più importanti d’Italia con all’interno 1200 attività commerciali. Noi chiediamo, in particolare all’assessore alla mobilità Tommaso Ferrari, la ragione di tale decisione e quali interessi ci siano sotto. Non è logico mettere in atto il Pums, Piano urbano della mobilità sostenibile, che le città devono adottare, senza mettere in atto una serie di opere compensatorie prima di chiudere la Ztl, evitando di mettere a disagio e in difficoltà residenti, esercenti e fasce deboli».
«Le opere compensatorie che chiediamo – continua Meglioranzi – sono prima di tutto parcheggi anche coperti di pertinenza comunale e non di privati che applicano tariffe troppo elevate, bus navetta per il centro da utilizzare da parte di chi parcheggia o possiede garage fuori della Ztl e ripristinare il “Pollicino” di grande utilità, e poi un’apertura delle fasce orarie per mantenere attivo il centro storico».
Secondo Flavio Tosi: «Ci sono due problemi: il primo è far morire il centro della città. A Verona vengono veronesi dalla provincia e da città limitrofe, abituati ad arrivare in città, a fare acquisti, a vivere il centro e anche a portare ricchezza. Qui, in Piazza delle Erbe, ogni quattro tavolini c’è un posto di lavoro. Se si rende impossibile arrivare in città, le persone che normalmente vengono a Verona non parcheggeranno a 2 km da fare a piedi per arrivare in centro per fare acquisti ma cambieranno destinazione oppure si dirigeranno nei grandi centri commerciali con i parcheggi. Il secondo è un problema di viabilità per la presenza di cantieri ovunque: l’Amministrazione comunale chiuderà Via Pallone, che è una grande arteria, poi Via XX settembre dalla quale passano oggi 900 autobus al giorno e contemporaneamente chiuderà la Ztl. Quindi, i quartieri limitrofi saranno paralizzati e si trasformeranno in camere a gas per il traffico generato».
Preoccupazione espressa anche da Luisa Sartori residente in Veronetta.
Nicolò Zavarise rimarca: «Si tratta di un provvedimento che non ha né capo né coda, che sarà dannoso non solo per i commercianti ma anche per i residenti in quanto è di natura prettamente ideologica. È una battaglia da parte di questa Amministrazione nei confronti del trasporto privato che crea disagi e criticità. Ancora una volta, l’Amministrazione non dialoga e non si confronta, decidendo in maniera dittatoriale secondo impostazioni che non fanno bene a questa città».
«Il significato della protesta – dice Giorgio Faccioni – è ribadire il senso logico che dovrebbero avere tutti gli amministratori e cioè quello di agire nell’interesse di tutti i cittadini. Chiediamo che vengano applicate tutte le disposizioni previste preventivamente dal Pums, oltre a un’opportuna informazione per i cittadini».
«La manifestazione di oggi – evidenzia Alberto Bozza – ha un significato importante di fronte a una decisione assurda e incomprensibile in un momento come quello attuale in cui la città sta vivendo una cantierizzazione continua e permanente con circolazioni bloccate. Non è pensabile chiudere il centro storico, che è l’unico cuore di attraversamento anche nei momenti di emergenza, senza dare un’alternativa alle famiglie, che hanno la necessità di spostarsi per lavoro ma anche per le scuole dei bambini nè sostenere il progresso delle attività economiche della città. Senza servizi, difficilmente la gente arriverà in centro».
«Nessuno della Giunta e del Consiglio comunale fa il nostro mestiere – sottolinea Leonardo Ferrari –. Noi commercianti siamo oberati di lavoro e di problemi tutti i giorni: questa problematica andrà a gravare sulla mancanza di sicurezza. Il provvedimento prima di essere fatto doveva prevedere i servizi e trovare un tavolo di confronto anche con i rappresentanti commerciali della città antica per una comune soluzione. In Consiglio Comunale cercheremo di rimandare il provvedimento per capire cosa è meglio fare».