In provincia di Verona i contribuenti interessati alla presentazione del modello 730 sono poco meno di 600.000, perlopiù dipendenti e pensionati; anche per quest’anno il modello potrà essere precompilato, volendo in maniera autonoma, per via telematica, dal 2 maggio al 23 luglio.
“Attenzione, perché il fatto che il 730 sia pre-compilato – osserva Bettina Solimando presidente della commissione Fiscalità dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Verona – non significa che il contribuente non debba effettuare i dovuti controlli. Può succedere che non tutte le informazioni siano messe a disposizione correttamente. Come professionisti prima di utilizzare i dati indicati facciamo sempre un controllo per capire se sono corretti, completi e conformi alle ricevute in possesso dei contribuenti.”
Il modello 730 non serve solo a dichiarare al fisco italiano a quanto ammontano le entrate dell’anno precedente, con le relative imposte, ma rappresenta un’opportunità per recuperare parte delle spese sostenute tramite eventuali deduzioni, detrazioni oppure recuperi di imposte già versate. Il rimborso ai lavoratori subordinati avviene in tempi relativamente brevi: per i dipendenti con la busta paga di luglio, per i pensionati, invece, con l’assegno di agosto o di settembre.
Tra le principali novità previste per quest’anno, ci sono le scadenze estese: c’è tempo per per presentare il modello 730 fino al 23 luglio. Attraverso il modello 730 è possibile detrarre una serie di oneri, ovvero spese che danno origine a uno sconto dall’Irpef, che di solito corrispondono al 19% della spesa. Tra questi rientrano le spese sanitarie, le spese di recupero del patrimonio edilizio, le assicurazioni vita-infortuni, gli interessi sui mutui ipotecari dell’abitazione principale, le spese per l’istruzione, per l’attività sportiva dei ragazzi, per l’istruzione universitaria, nonché le spese di locazione per gli studenti fuori sede. Sono soggette a detrazione anche le spese per risparmio energetico, quelle per i canoni di locazione, per l’arredo di immobili ristrutturati, le spese funebri, le spese per l’intermediazione immobiliare e quelle per gli addetti all’assistenza personale.
Immobili:si potranno detrarre dall’Irpef anche gli interessi per i mutui contratti per la costruzione e l’acquisto della prima casa. Se sono stati fatti alcuni specifici lavori condominiali di riqualificazione energetica nelle parti comuni dell’edificio, si può usufruire, a certe condizioni, di una detrazione maggiorata del 70% o del 75% (superiore alla già nota detrazione del 65%) prevista per essi.
Da quest’anno dovrebbero già essere inseriti nella dichiarazione dei redditi online precompilata anche le spese sostenute per gli asili nido e, se l’ente ha scelto di trasmettere questi dati, le donazioni fatte alle onlus, alle associazioni di promozione sociale oppure alle fondazioni.
Per chi ha diritto al sisma-bonus relativo ai lavori di ripristino dopo i danni da un terremoto, le detrazioni possono arrivare fino all’85% della spesa sostenuta.
Sono aumentate le possibilità di rimborso sulle spese di istruzione, dalla scuola materna alle scuole superiori la detrazione è sempre del 19%, ma è aumentata la spesa massima annua di 717 euro a studente, anziché i precedenti 564 euro. Le spese includono l’iscrizione, la mensa, le gite, i corsi aggiuntivi di lingua, di teatro, mentre restano sempre escluse le spese per la cancelleria o i libri di testo.
Novità per gli studenti universitari fuori sede: chi vive in affitto nel comune in cui ha sede la propria università, può avere una detrazione sui canoni versati (il 19% su un massimo di 2.633 euro spesi); fino al 2016 il comune in cui ha sede l’università doveva trovarsi in una provincia diversa da quella di residenza, dal 2017 il requisito della provincia non esiste più. Resta il fatto che i due comuni (residenza e sede dell’università) devono essere distanti almeno 100 km., numero che scende a 50 per chi è residente in zone montane o disagiate.
Valida solo per le spese sostenute nel 2017 è la detrazione su alimenti “a fini medici speciali” (pensati per chi soffre di particolari malattie metaboliche, secondo la lista A stilata sul sito web del ministero della Salute) con le stesse modalità previste per l’acquisto dei farmaci.
Chi ha messo in affitto la propria casa per brevi periodi, ad esempio tramite i portali, da quest’anno troverà nella dichiarazione lo spazio per indicare i redditi percepiti. Gli intermediari che gestiscono i portali web dovrebbero trattenere la cedolare secca del 21% su quanto si è guadagnato, rilasciando inoltre la certificazione unica al proprietario, un documento che servirà per compilare la dichiarazione.
Secondo la elaborazione della Fondazione Nazionale Commercialisti in Italia ci sono 7 milioni di incapienti. L’incapienza si verifica quando il contribuente avrebbe diritto a detrazioni d’imposta (come ad esempio quelle per spese sanitarie, per familiari a carico, per interventi di ristrutturazione), ma non deve pagare imposte o ha un’Irpef insufficiente per coprire gli sconti che gli spetterebbero. Quindi non può sfruttare queste numerose agevolazioni.
“Il sistema delle detrazioni andrebbe riformato – osserva Alberto Mion, presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Verona – perché secondo una elaborazione della Fondazione Nazionale dei Commercialisti, sono più di 3 milioni i contribuenti che non riescono nemmeno a sfruttare le detrazioni per i carichi di famiglia. Questo rappresenta una ingiustizia, che non permette a numerosissime famiglie di beneficiare delle agevolazioni. Una soluzione potrebbe consistere nel rafforzare l’aiuto alle famiglie sul versante dei trasferimenti, come per il meccanismo degli assegni al nucleo familiare, invece che su quello delle detrazioni d’imposta, in modo da metterle nelle condizioni di beneficiare concretamente dei vantaggi fiscali”.
Gli oneri deducibili sono spese che possono essere sottratte dal proprio reddito al fine di diminuire la base imponibile su cui si calcolano le tasse da pagare; in sostanza, prima di effettuare il calcolo dell’imposta dovuta, si abbatte il reddito dell’ammontare delle spese che lo Stato italiano individua come oneri deducibili.
Tra le spese sostenute che danno diritto alla deducibilità ci sono, per esempio, i contributi previdenziali ed assistenziali (sia obbligatori sia facoltativi, vedi il riscatto di laurea), l’assicurazione INAIL casalinghe, le spese mediche e di assistenza di persone con disabilità, gli assegni periodici corrisposti all’ex-coniuge a seguito di separazione o divorzio, le spese sostenute dal contribuente per l’adozione di un minore straniero (deducibilità al 50%) e i contributi a forme pensionistiche complementari, deducibili nel limite di 5.165,57 euro.
Per poter beneficiare delle deduzioni così come delle detrazioni fiscali, il contribuente deve essere in possesso dell’apposita documentazione che ne comprova il diritto: ricevute, fatture e quietanze riportanti il codice fiscale del contribuente. I documenti devono essere conservarti in originale per tutto il periodo durante il quale l’Agenzia delle Entrate ha la possibilità di richiederli, ossia per 5 anni. Se la dichiarazione pertanto è quella del 2018, i documenti per le deduzioni fiscali vanno conservati fino al 31 dicembre 2023.
Se il contribuente accetta la versione precompilata, non subisce controlli e trova già tutte le spese mediche inserite in dichiarazione. Chi integra il precompilato, dovrà conservare i documenti che certificano quanto si va a dichiarare, modificando il modello.
Quanto al pagamento delle imposte, il termine per il saldo di quelle dell’anno precedente e il primo acconto del nuovo, relativamente ai contribuenti con 730 senza sostituto d’imposta o con modello redditi, è il 2 luglio (non il 30 giugno, come da tradizione, in quanto quest’anno cade di sabato). Inoltre, sarà possibile versare le imposte fino al 20 agosto con la maggiorazione limitata allo 0,40%. L’ultimo giorno utile per comunicare al sostituto d’imposta di non voler effettuare il secondo (o unico) acconto lrpef, o di volerlo effettuare in misura inferiore, è l’1 ottobre (sarebbe il 30 settembre, ma cade di domenica).
Sul fronte casa, il 18 giugno (il 16 giugno è sabato) scade la prima rata dell’Imu, che grava su circa 18 milioni di italiani. Questa imposta è dovuta dal possessore (cioè chi ha la proprietà o altro diritto reale) di immobili, escluse le abitazioni principali, i terreni agricoli di coltivatori diretti e lap, quelli ricadenti in aree montane e quelli ubicati nelle isole minori.
Sempre entro il 18 giugno occorre versare la Tasi, imposta a copertura dei servizi comunali legati agli immobili come la manutenzione stradale, l’illuminazione pubblica, etc.. Sono tenuti al pagamento sia il proprietario, che il detentore dell’immobile, secondo aliquote e quote stabilite da ogni singolo comune, mentre dal 2016, la Tasi non è più dovuta sulle abitazioni principali e le relative pertinenze.